La Vendemmia nel Passato
Un tempo il profumo della vendemmia inondava le vie e i vicoli dell’intero paese. Anno dopo anno era un ripetersi di gesti e azioni parte integrante di tradizioni contadine che si tramandavano di generazione in generazione. Il lavoro per la vendemmia iniziava presto. Nelle vigne si arrivava alle 5:00 del mattino accompagnati da tutta la famiglia, tutti erano impegnati e si stabiliva dal principio chi dovesse tagliare i grappoli, chi trasportare il carico e come disporsi tra i filari. I grappoli maturi si raccoglievano seguendo il ritmo dei canti delle donne. Poi verso mezzogiorno si tornava a casa stanchi e affamati ma soddisfatti del lavoro. Gli uomini, invece, avevano il compito di trasportare i cesti colmi del prezioso nettare e di svuotare i secchi. Un tempo i contenitori dei grappoli appena raccolti, erano le tine di legno portate a spalla. Il carro trainato da muli o buoi trasportava il raccolto in cantina per la lavorazione. Qui si procedeva con la pigiatura e torchiatura. In questa fase si produceva il dolce mosto. Mosto e graspi venivano lasciati a fermentare in vasca solitamente per un giorno. Successivamente il mosto veniva prima fatto colare in una vasca adiacente per continuare la fermentazione e poi raccolto in barili di legno utilizzati anche per il trasporto.