"Cl@ssi 2.0" nella quotidianità scolastica

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L'Azione Cl@ssi 2.0, inquadrata nella più ampia innovazione del Piano Nazionale Scuola Digitale, è caratterizzata dallo slogan "non più la classe in laboratorio, ma il laboratorio in classe".

Il MIUR, sul sito istituzionale, precisa che tale azione "si propone di modificare gli ambienti di apprendimento attraverso un utilizzo costante e diffuso delle tecnologie a supporto della didattica quotidiana". In questa definizione si evince chiaramente il nuovo scenario formativo che si intende tratteggiare: una classe-laboratorio dove il sapere si costruisce mediante l'uso degli strumenti tecnologici e in cui cambia radicalmente il rapporto tra alunni e docente.E' una pratica didattica, dunque, che raccoglie la sfida delle tecnologie multimediali e si avvicina radicalmente alla realtà di base degli alunni contemporanei che sono nativi digitali, pertanto utilizzano le nuove tecnologie in modo naturale, con estrema disinvoltura e con grande creatività. Inoltre l'Azione Cl@ssi 2.0 prevede il superamento della modalità didattica basata sulla lezione frontale, in cui il docente trasmette il sapere ai suoi alunni che devono recepirlo, e si orienta invece verso un approccio laboratoriale, in cui lo stesso sapere si costruisce facendo e attraverso una interazione relazionale profonda.Operare in un ambiente di apprendimento cooperativo, in cui le dinamiche del collaborare sono fondamentali per la costruzione del sapere, comporta un lavoro di progettazione da parte del docente completamente diverso, perché guida gli alunni verso un itinerario formativo che ha per base un determinato contenuto, ma che si sviluppa secondo una moltitudine di forme diverse grazie alle risorse che la tecnologia offre, attraverso degli stimoli multisensoriali. 

L'insegnante diventa un "coach" e promuove l'apprendimento dei suoi alunni stimolandone le potenzialità. Ovviamente il tutto deve essere accuratamente pianificato e progettato; non si può pensare ad un'attività di ricerca e di sperimentazione creativa senza fissare dei confini, per evitare la dispersione e la parcellizzazione del sapere.Il lavoro di costruzione del sapere attraverso i mezzi tecnologici passa tramite competenze fondamentali, come l'analisi e la sintesi, lo smontare e il rimontare un contenuto in modo poliforme, esaltandone gli aspetti essenziali e i collegamenti logici in reti di significato.Bisogna però puntualizzare che la pratica didattica prevista dall'azione Classi 2.0 non equivale a scardinare definitivamente gli strumenti "classici" del processo di insegnamento/apprendimento: il libro di testo, il quaderno e ciò che solitamente viene utilizzato nella scuola restano strumenti che si collocano a pieno titolo nel novero del corredo di base degli alunni. 

L'innovazione non è per forza sinonimo di rimozione delle pratiche didattiche che sono risultate negli anni degne di nota, ma si sostanzia nell'integrazione/arricchimento della "cassetta degli attrezzi" di noi docenti e ci permettono di esercitare la nostra professione in modo sempre più consono alle specificità dei ragazzi.E' evidente e di profondo spessore pedagogico la validità inclusiva di un sapere che evolve attraverso gli strumenti tecnologici e che, grazie proprio a questi ultimi, si struttura cognitivamente con più facilità e con maggiore significatività. Ne beneficiano il transfer e il recupero di quanto già appreso, pertanto lo sviluppo delle competenze appare sicuramente più agevole e meno faticoso.Non c'è bisogno inoltre di approfondire quanto un ambiente di apprendimento strutturato secondo l'azione Cl@ssi 2.0 sia per i ragazzi accattivante dal punto di vista motivazionale ed affettivo. La pratica didattica quotidiana diventa una fucina per la costruzione di un sapere realmente gestito dagli alunni, che lo manipolano, lo arricchiscono, diventando consapevoli dei materiali conoscitivi che padroneggiano nel loro studio.Ho avuto modo di sperimentare direttamente (ringrazio il collega Giovanni Montalto per la sua preziosa competenza in tecnologie dell'istruzione) il modus operandi previsto dall'azione Cl@ssi 2.0 nella scuola Primaria, cominciando dalla classe prima, quando i bambini iniziavano ad acquisire la strumentalità della letto - scrittura.

Ciascun alunno è dotato di IPad, appositamente inizializzato e predisposto con delle applicazioni specifiche per l'elaborazione di testi, la manipolazione di immagini, la costruzione di ebook, slides e mappe concettuali.Immediatamente è emersa la fluidità con cui bambini di 6 anni sono riusciti ad orientarsi tra le varie applicazioni e a memorizzare le procedure utili all'uso della tastiera, alla modifica e all'inserimento di una immagine all'interno di un testo e alla gestione delle operazioni di base per un corretto utilizzo dell'IPad. Sicuramente l'esperienza più coinvolgente è stata la realizzazione di una mappa concettuale per focalizzare e sistematizzare le caratteristiche dei sensi del corpo, dopo aver lavorato in maniera interdisciplinare con il libro di testo, il quaderno, la LIM (per la visione di video e per attività interattive). Gli alunni hanno personalizzato la propria mappa, motivando e spiegando la scelta dei colori, dei collegamenti e della disposizione spaziale dei concetti espressi, consapevoli dello strumento che stavano utilizzando e della profonda versatilità dell'applicazione utilizzata.L'uso costante della strumentazione tecnologica permette di variare la metodologia di studio, favorendo dei passaggi che snelliscono le procedure senza impoverirne lo spessore e la funzionalità.

Tra tanti esempi, è utile citare il lettore vocale per l'apprendimento delle lingue straniere; il registratore audio, che permette all'alunno di registrarsi quando effettua la rielaborazione orale di quanto studiato, affinando la scioltezza linguistica e creando una "banca dati" di files utili per il ripasso delle varie discipline; l'ebook, attraverso cui correlare contenuti diversi che hanno però un fil rouge di sottofondo, utilizzando appieno la multimedialità di suoni, immagini e testo scritto.Certamente operare in una cl@sse 2.0 richiede sinergia di approccio tra i docenti e il desiderio di affrontare i contenuti di insegnamento secondo uno spirito innovativo, facendo diventare sia il processo di insegnamento che quello di apprendimento una ricerca - azione, formativa e costruttiva sia per gli insegnanti che per gli alunni.Da docente, occorre sicuramente una grande dose di flessibilità, intendendo questo termine a tutto tondo, nella sua accezione temporale, didattica e programmatica. Soprattutto è necessario guardare avanti, in una prospettiva di innovazione, curvando l'esperienza accumulata negli anni di servizio ad una sfida piena di grandi soddisfazioni, se affrontata con il desiderio di crescere....... Perchè un docente, nel momento in cui insegna, è egli stesso alunno e in questa azione Cl@ssi 2.0 i ragazzi possono davvero trasmetterci quella mente multimediale e tecnologica che noi faticosamente abbiamo costruito, in quanto non nativi digitali.

Laura De Romanis

 

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