Una scuola innovativa deve essere equa, cioè efficace per tutti, capace di offrire strumenti adeguati ad ognuno per realizzare il proprio progetto di vita nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze individuali.
La scuola deve essere capace di prendersi cura di ognuno, investendo nel proprio progetto educativo per ritrovarsi dei buoni cittadini un domani.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito, a un considerevole avanzamento tecnologico, che ha prodotto i cosiddetti “nativi digitali”, termine introdotto alla fine degli anni ‘90 da Mark Prensky. Oggi i giovani, vivono sempre meno delle esperienze sociali di aggregazione reale, dando spazio a tutto un mondo virtuale che considerano in modo parallelo, anche con conseguenze problematiche come, la crescente solitudine, i dialoghi negati e soprattutto l’indifferenza.Se cerchiamo il significato del termine indifferenza vedremo che ci riporta alla parola” apatia” cioè, senza emozioni. Lo scrittore Joseph Conrad definiva l’indifferenza come “muffa sociale”, includendola nella categoria dei deficit. Due sono i principali sentimenti che causano l’indifferenza: la rabbia (infatti quando si trattiene tanta rabbia si diventa poi indifferenti) e la paura , attraverso questi due canali si tende a proteggere se stessi. È di pochi giorni fa una notizia che ha destato molto scalpore, e che ha reso popolare una senatrice ottantenne, Liliana Segrè, una dei pochi italiani sopravvissuti alla Shoà. La senatrice, per il suo impegno politico a favore dei più deboli, ha ricevuto numerose offese e minacce di morte attraverso i social, tanto da costringere il Prefetto ad assegnarle la scorta per proteggerla da eventuali aggressioni. Tutto ciò si è svolto nella più totale indifferenza da parte dei fruitori del web.
In questo clima di indifferenza emotiva, di mancanza di un solido mondo interiore, senza reazioni per l’ambiente esterno, dove vi è poco interesse per ciò che accade, i nostri nativi digitali si trovano ad affrontare una vera e propria “rivoluzione didattica”. La scuola, infatti, è pronta a valorizzare competenze nuove, che non sono più codificabili esclusivamente nella sola forma testuale e cartacea, ma attingono a tutto quel grande patrimonio di fatti e nozioni accessibili attraverso la Rete e che possono essere rielaborati e restituiti come contenuti creati in classe. L’ insegnamento del XXI secolo deve riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza, considerando la tecnologia non al centro del processo educativo ma promuovendone l’uso consapevole e critico, attraverso la realizzazione di pratiche didattiche che abbiano come obiettivo la formazione degli studenti come soggetti consapevoli, aggiornati e creativi.Ausili hardware e software, adeguatamente selezionati, possono rendere l’ambiente di apprendimento accogliente e stimolante, promuovere una maggiore partecipazione di quanti hanno difficoltà cognitive, migliorare la differenziazione dei percorsi scolastici, abbattere tutte quelle barriere che accrescono i gap tra gli studenti.
In tal modo, l’apprendimento diventa cooperativo, lo studente partecipa in modo attivo e consapevole alla costruzione della sua conoscenza e all’ insegnante spetta il ruolo di facilitatore e progettista del percorso educativo. Dalle indagini europee è sottolineato l’alto valore formativo che le moderne tecnologie rivestono nell’ambito scolastico per una corretta crescita culturale e per lo sviluppo di quelle abilità, richieste oggi dalla nostra società, sempre in perenne trasformazione.L’ insegnamento è un’arte, e come tutte le arti richiede un’adeguata formazione dei docenti, per un uso appropriato dei moderni dispositivi tecnologici così da non trovarsi impreparati dinanzi a questa nuova rivoluzione culturale. Sarà necessario creare per gli insegnanti ambienti di apprendimento ricchi e motivanti dove possano progettare il proprio percorso, singolarmente o in collaborazione con i propri colleghi, dove possono trovare nella rete telematica uno strumento fondamentale di comunicazione, condivisione di conoscenza e collaborazione.
E’ proprio per la ricchezza di risorse e mezzi diversi, proposti dalle nuove tecnologie che la nostra rivista ha deciso di dedicare questo numero alle “Innovazioni didattiche” attraverso interessanti articoli e dando voce ai docenti che hanno partecipato ai seminari di formazione sulle metodologie didattiche innovative e utilizzo delle tecnologie digitali, promossi dal progetto “All’ avanguardia per l’ innovazione” finanziato dal Miur nell’ ambito dell’ azione 25 del Piano Nazionale Scuola Digitale in collaborazione con il gruppo di ricerca Indire di “Avanguardie educative”.Non resta, adesso, che augurarvi… buona lettura!!!!!
Rosalia Rossi (10/07/1965) napoletana, docente di Storia e filosofia. Laureata in Pedagogia con 110 e lode consegue Master Europeo di II livello in Mediazione e gestione dei conflitti. Interessata alle dinamiche sociali e relazionali, si forma come Counselor, Mediatrice familiare ed esperta in PNL Basic Practitioner. Esperta in criminologia clinica. Ha assunto incarico di collaborazione e tutor con l' Università degli studi di Napoli "Suor Orsola Benincasa"; ha partecipato al forum mondiale della Mediazione al Centre de Congres La Regent a Cras Montana con stages in Spagna e Svizzera sulle tematiche della mediazione del conflitto nei Paesi Europei. Relatrice a corsi di formazione per adulti su " Comunicazione e conflitto". Ha ricoperto per quattro anni il ruolo di collaboratore vicario, componente Consiglio D 'Istituto e del Nucleo Interno di Valutazione. Ha ricevuto encomio dal Dirigente Scolastico per l'eccellente lavoro di collaborazione svolto presso il proprio Istituto.