Che cos'è il CLIL? Alcuni focus al riguardo 

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Il termine CLIL è stato creato nel 1994, nell’ambito di un ampio movimento dialettico sviluppatosi in seno alla Commissione Europea, guidato da esperti della Finlandia e dei Paesi Bassi, mirante ad estendere l’eccellenza dell’apprendimento delle lingue straniere, riscontrata in alcuni tipi di scuola, alla generalità delle scuole ed università statali.

E ciò nell’ambito del progetto di Life Long Learning e al fine di incrementare la mobilità, di giovani e non, in tutta l’Unione Europea, sia a livello scolastico che professionale. Il termine CLIL è l'acronimo di Content and Language Integrated Learning; è una metodologia didattica che prevede l'insegnamento di contenuti in una lingua straniera e consiste nell'insegnamento-apprendimento di una o più discipline non linguistiche DNL in una lingua straniera. Ciò favorisce sia l'acquisizione di contenuti disciplinari sia l'apprendimento della lingua straniera. Introdotto con DD.PP.RR. 88/2010 e 89/2010, è inserito come metodologia didattica, all'interno dei corsi obbligatori caratterizzanti il curricolo dei differenti indirizzi scolastici degli istituti secondari superiori. Obbligatorio per l'ultimo anno delle scuole secondarie superiori e degli istituti tecnici, dal primo anno del secondo biennio dei Licei linguistici (nel secondo anno viene aggiunta una seconda DNL in una diversa lingua straniera), facoltativo nelle istituzioni professionali, grazie all'uso della quota di autonomia il CLIL ha rivoluzionato la metodologia didattica di materie di indirizzo e professionalizzanti: matematica, scienze, filosofia, geografia, storia dell’arte, ad es. Nella progettazione del PTOF, in conformità con le disposizioni dei Decreti, la scelta relativa alle discipline da coinvolgere spetta al Collegio dei Docenti di ciascun istituto, che stabilisce i criteri che il Dirigente Scolastico prenderà in considerazione per identificare gli insegnanti più competenti ai quali affidare l'insegnamento del CLIL, previo possesso di certificazione linguistica di livello C1 del QCER o, in mancanza, almeno B2. 

Nell'ambito del PTOF è necessario promuovere lo sviluppo di progetti interdisciplinari triennali in una lingua straniera, tenendo conto delle risorse finanziarie e umane, gestite in sinergia tra gli insegnanti della disciplina in questione, gli insegnanti di lingue, a sostegno, il lettori e assistenti di lingua, se presenti. In assenza di personale formato ad hoc, il Ministero ha attivato specifici corsi tenuti presso le università e ai quali il personale può partecipare, al fine di ottenere la specializzazione metodologica e la certificazione linguistica. L'accesso ai corsi è rivolto agli insegnanti già in possesso di certificazione a livello C1 o in possesso di competenze linguistiche almeno pari al livello B2 e che seguono un corso per livello C1. Il Dirigente Scolastico potrebbe anche utilizzare gli insegnanti dell’istituto, competenti in lingue straniere, che supportino (scaffolding) insegnanti delle DNL, discipline non linguistiche, nel caso in cui questi ultimi non avessero le competenze necessarie. Le scuole di tutti i livelli hanno già da tempo attivato diversi esperimenti di contenuti trasmessi in una lingua straniera, grazie all’autonomia e alla libertà dell’insegnamento. 

Il percorso normativo 

La legge 53 del 2003 ha riorganizzato la scuola secondaria superiore e i regolamenti di attuazione del 2010 hanno introdotto l'insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) in una lingua straniera nell'ultimo anno di scuole superiori e istituti tecnici e di due discipline non linguistiche in due differenti lingue straniere nei Licei linguistici, a partire dal terzo e quarto anno. La legge 107 del 2015, all'articolo 7, definisce come obiettivi di formazione prioritaria "il potenziamento e il rafforzamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento alla lingua italiana, nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche attraverso l'uso della metodologia di apprendimento integrato nella lingua dei contenuti “. Il piano di formazione per insegnanti 2016-2019, nella sezione 4.4 Competenze linguistiche, mostra che i percorsi metodologici CLIL sono fondamentali: 

  • • dare piena attuazione alle disposizioni dei regolamenti del 2010 
  • • ampliare l'offerta formativa attraverso contenuti trasmessi in una lingua straniera in tutte le classi delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. 

I primi esperimenti 

Il CLIL è una metodologia di insegnamento che si è sviluppata in diversi paesi europei dalla metà degli anni '90, quando, anche in Italia, grazie allo sviluppo di progetti europei, organizzati da varie istituzioni e università, alcune scuole hanno attivato esperimenti nell'insegnamento di contenuti disciplinari in una lingua straniera. Il nostro è il primo paese dell'Unione Europea a introdurre il CLIL in maniera ordinata nella scuola secondaria superiore. Il profilo dell'insegnante CLIL 

Il profilo dell'insegnante CLIL della scuola secondaria è caratterizzato da: 

  • • competenze linguistiche e comunicative nella lingua straniera del livello C1 (in mancanza B2) del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER) 
  • • competenze metodologico-didattiche acquisite al termine di un corso di specializzazione universitaria del valore di 60 CFU per insegnanti in formazione iniziale e 20 CFU per insegnanti in servizio. 

Iniziative e piani 

Il Miur promuove e accompagna l'introduzione della metodologia CLIL attraverso una serie di iniziative, azioni e piani, tra cui corsi di formazione in servizio per insegnanti di discipline non linguistiche (DNL) di scuole secondarie di secondo livello finalizzati all'acquisizione di metodologia-didattica e linguistica abilità per raggiungere il livello C1 (QCER). Nel corso degli anni, il Ministero della Pubblica Istruzione ha fornito alle scuole linee guida e metodi operativi per introdurre gradualmente e in modo flessibile l'insegnamento di un DNL in una lingua straniera secondo la metodologia CLIL (Nota 240 del 16 gennaio 2013 e Nota 4969 del 25 luglio 2014) . Tra le iniziative del Ministero della Pubblica Istruzione, vanno citate anche la promozione di reti scolastiche e progetti CLIL, per la formazione di docenti e studenti. 

Clelia Muzzicato 

 

 

 

 

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