L' Indagine Ocse - Pisa 2018 esplicita un panorama socio, culturale 'interessante' nel senso che deve stimolare parecchio il nostro interesse relativamente all'azione di tutta la Comunità educante e della Scuola in particolare. I risultati dell'indagine, nell'essenza vera ricerca-azione, impongono la pianificazione e la progettazione di processi vincolati al superamento delle criticità evidenziate e al raggiungimento di obiettivi propedeutici al successo formativo dei nostri discenti in tutte le aree del nostro Paese ed in particolare al Sud
Ad onor del vero, soprattutto nell'ultimo ventennio, molti sono stati gli interventi legislativi mirati a connotare un'azione educativo-didattica 'rivoluzionaria', autonoma e ben attrezzata, finalizzata a contrastare la demotivazione e lo scarso impegno nello studio da parte degli studenti che purtroppo, poi, sfociano, inesorabilmente, nella dispersione.Carenza di dialogo tra docenti e discenti; sistemi di valutazione limitati alla classica interrogazione e al compito in classe; notevole gap tra 'mondo' dei docenti e 'mondo' degli studenti riguardo a valori, linguaggi, stili, interessi e motivazione; incomprensioni e fraintendimenti tra docenti, studenti e famiglie, spesso, 'travagliano' tutti coloro che sono coinvolti nell'opera di formazione delle nuove generazioni nonostante tutti desiderino e si prodighino per la formazione dei giovani, la generazione dei cittadini del domani.Il Regolamento dell' Autonomia scolastica DPR 275/99, art.4 contempla l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa classe o da diverse classi o da diversi anni di corso così come il D.M. 179/99, art. 1 ter autorizza a sperimentare l'articolazione flessibile del gruppo classe (classi/sezioni) anche nel rispetto del principio dell'integrazione scolastica degli alunni con handicap per perseguire particolari obiettivi attraverso percorsi diversificati in base ai livelli, ai ritmi ed agli stili di apprendimento degli alunni.
La L.517/77, art.7 promuove l'organizzazione per gruppi di alunni della stessa classe o di classi diverse ed iniziative di sostegno allo scopo di agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la piena formazione della personalità degli alunni nonché realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni. Ciò significa che l'azione educativo-didattica deve 'varcare' i confini orari, dell'aula e della scuola a favore di ambienti significativi in cui viene a crearsi il circolo virtuoso learning by doing tra risorse qualificate ed esperte e risorse 'qualificabili' anche con un testimonial di competenze formali, non formali e informali che costituisce apertura verso l'altro, diverso, unico e prezioso e verso il territorio.
Il Rapporto SVIMEZ 2019 conferma le disuguaglianze nella nuova geografia Europea e nel nostro Paese con particolare riguardo al SUD: sfiducia tra i giovani, tessuto economico che soffre, acuito calo demografico, emigrazione di oltre 2 milioni di persone tra il 2002 e il 2017, di cui 132.187 solo nel 2017 e di queste ultime 66.557 giovani, tasso di dispersione scolastica pari al 18,8% dal quale risulta compromesso il diritto allo studio. Eppure non mancano alcune note positive: il tasso di crescita delle esportazioni è da qualche anno maggiore per le imprese operanti al SUD rispetto a quello, pur positivo, delle imprese che operano al CENTRO-NORD. Altro indicatore positivo è la dinamica degli investimenti privati che testimonia un "tessuto di imprese industriali che è in grado di cogliere le sfide dei mercati" così come è positiva la crescita delle imprese innovative, sia start-up che piccole e medie imprese. E ALLORA? Chissà che non sia necessario valorizzare le identità locali come risposta efficace al progressivo indebolimento dei punti di riferimento e delle radici storiche e culturali attraverso percorsi formativi legati alle esigenze del territorio?
La territorialità non precede le strutture sociali e le relazioni o le istituzioni presenti, tantomeno la cultura che esse esprimono. La territorialità si esprime proprio attraverso di esse e contribuisce a fissarle. La dimensione antropologica dello spazio è condizione per l'espressione delle culture e delle relazioni fra gli uomini. Una formazione di qualità deve rispondere alle esigenze dell'economia e della società che la genera per cui la Scuola deve allenare i discenti all'acquisizione di metodi e abilità di studio quali metodi e abilità di lavoro intellettuale tramite la fruizione dei contenuti dalla realtà in cui si vive, contenuti che, riconosciuti e valorizzati, diventano strumenti di comprensione e di intervento verso le istanze emergenti: una vera e propria 'filiera' che genera senso di appartenenza e, dunque, tutela e salvaguardia dell'habitat vitale.
Siamo sommersi da contenuti che con il dovuto approccio diventano strumenti ineludibili nei processi di insegnamento-apprendimento significativi. In questa prospettiva è il metodo ad avere la priorità sul contenuto: non localismo, ma locale; non contenuti ma metodo, in una prospettiva bifronte: locale/globale, passato/futuro per un curricolo 100% globale, 100% locale, vissuto come opportunità positiva che garantisce coerenza e unitarietà capace di implementare la Cultura della flessibilità e della capacità critica atta a promuovere il pieno sviluppo della Persona in tutte le dimensioni psico-fisiche, per l'esercizio dei diritti di cittadinanza e per lo sviluppo sociale ed economico del territorio e della Nazione.
Rosaria Frandina, Abilitazione alla Vigilanza nelle Scuole Elementari, Laurea in Lettere (tesi: Fragilità maschile e femminile in Capuana), Master II livello "La dirigenza scolastica nella società contemporanea". Ha ricoperto incarichi di Fiduciaria di Plesso, Referente Continuità, Funzione Obiettivo e Strumentale extrascuola, Tutor Neoimmessi (3), Referente "Legalità, Ambiente, Bullismo", Esperto Progetto Pon ( competenze di base italiano) "Libertà di pensiero e parola...rispettando le regole", Membro CdC (tutt'ora), Referente "Curriculo Locale" per l'attuazione della L. R. n. 9/2011 (quest'anno).Insegno dall'anno scolastico 1982/83 con spirito di servizio, consapevole che ogni emozione, parola o gesto possono arricchire o depauperare l'azione educativa