Scuola e Famiglia verso Alleanza e Corresponsabilità Educativa. Scelte Strategiche attraverso Percorsi di Autovalutazione.

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Oramai è all’ordine del giorno leggere articoli in cui i genitori chiedono risarcimenti e denunciano insegnanti perché “rimproverano” un alunno, perché correggono verbalmente discenti che falsificano la firma dei genitori sotto una nota presa a scuola; questo è un iter che oramai fa inorridire.

Gli insegnanti devono poter continuare a svolgere il loro dovere di educatori [dal lat. educĕre «trarre fuori, allevare»], non solo di istruttori [dal lat. instruĕre «preparare, insegnare»]. E’ necessario che giudici e società tutta contribuiscano a dare forza a scuola ed insegnanti, riconoscendo il valore educativo della loro missione; il segreto della buona scuola è la collaborazione, la partecipazione tra scuola e famiglia. Come sostiene Vittorino Andreoli “le famiglie devono guardare alla scuola quasi con sacralità, creando relazioni proficue tra docenti, studenti e genitori”.L’alleanza educativa tra scuola e famiglia è fondamentale evita la messa in discussione del ruolo dell’insegnante e dell’istituzione scolastica in generale rimanendo ancorata al reciproco interesse per il bene del bambino inteso come alunno e figlio. Il Pŭĕr ha bisogno di collaborazione tra chi si occupa della sua crescita e del suo apprendimento, necessita di ricevere esempi di sana socializzazione, di vedere riconosciuto il valore del gruppo e della comunità nel rispetto di regole e sanzioni condivise.

Il corpo docenti della Scuola Italiana è un gruppo in grado di condividere e confrontarsi sull’esperienza lavorativa svolta, capace di mettersi nei panni del genitore e comprenderlo, di ridurre la distanza e l’atteggiamento difensivo attraverso l’ascolto empatico e la comprensione di apprensioni e preoccupazioni.La Legge n. 53 del 28 marzo 2003 dichiara il principio di cooperazione tra scuola e famiglia; “al fine di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione”. Un progetto educativo può funzionare solo se le varie agenzie educative collaborano in vista di un obiettivo comune.

Nella Scuola Italiana vige il Patto educativo di corresponsabilità tra Scuola e Famiglia, documento voluto dal Ministro Giuseppe Fioroni, che mira a rafforzare la collaborazione tra scuola e famiglia; viene sottoscritto da genitori e studenti e contiene i principi e i comportamenti che scuola, famiglia e alunni condividono e si impegnano a rispettare. Nell’art. 5-bis del DPR n. 249/98, Statuto delle Studentesse e degli Studenti si stabilisce che contestualmente all’iscrizione nelle scuole è richiesta la sottoscrizione da parte dei genitori e degli studenti di un patto finalizzato a definire in maniera condivisa diritti e doveri nel rapporto con la scuola. I Regolamenti di Istituto definiscono le procedure di sottoscrizione, elaborazione e revisione condivisa del patto, tale impegno è stato confermato dal DPR n. 235/07, Regolamento che integra il precedente Statuto. La nota ministeriale n. 3602/08 precisa che i destinatari naturali del patto educativo sono i genitori, ai quali la legge attribuisce il dovere di educare i figli. 

Gli studenti sono tenuti ad osservare i doveri sanciti dallo Statuto degli studenti e delle studentesse, l’inosservanza di tali doveri comporterà, per gli studenti l’applicazione delle sanzioni disciplinari previste. La responsabilità del genitore e quella del docente non sono tra loro alternative, infatti l’affidamento del minore alla custodia di terzi solleva il genitore dalla culpa in vigilando, che spetta nella scuola al docente,  non lo solleva però dalla culpa in educando. L’obiettivo innovativo del Patto educativo di corresponsabilità tra Scuola e Famiglia è di impegnare le famiglie a condividere con la scuola i nuclei fondanti dell’azione educativa. La scuola può infatti svolgere efficacemente la sua funzione educativa soltanto se è in grado di instaurare una sinergia virtuosa, oltre che con il territorio, anche tra tutti i soggetti che compongono la comunità scolastica: dirigente scolastico, personale della scuola, docenti, studenti e genitori. 

La corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia attraverso cooperazione e responsabilità sociale indirizza la scuola nelle sue scelte strategiche anche attraverso percorsi di autovalutazione d’Istituto che analizzano “il clima” che influenza i comportamenti delle persone. Kurt Lewin (1972) ha proposto in tal senso la formula C=f(P,A): ossia, il comportamento è funzione di P, le caratteristiche personali, ma anche di A, cioè l’ambiente.Analizzando il clima nelle scuole si rilevano i gap e si producono strumenti per migliorare la qualità delle sue proposte educative, relazionali, organizzative. Tale attività di monitoraggio si può svolgere mediante la somministrazione di questionari/schede di rilevazione dati (modello INVALSI) rivolte sia ai genitori rappresentanti di classe e non, al fine di un maggiore coinvolgimento degli stessi nella vita scolastica dei propri figli; che agli studenti e agli insegnanti.

Le analisi di clima nella scuola sono un momento di diagnosi per valutarne la Customer Satisfaction, uno strumento per la terapia di eventuali disfunzioni. Intervenire sul clima non significa assumere farmaci particolari, ma richiede di dedicare più attenzione alla comunicazione, alla circolazione delle informazioni e alla verifica del consenso circa il significato di queste informazioni. Nuova scelta strategica della scuola è raccogliere dati utili per valutarne l’andamento e predisporre un piano di miglioramento che coinvolga tutti gli attori nel processo formativo ed educativo in linea con il PTOF.Gli item dell’autovalutazione d’istituto in riferimento al rapporto tra genitori e scuola sono incentrati sugli argomenti qualificanti dei processi di formazione: le relazioni, l’organizzazione e il funzionamento della scuola, la progettazione, le strategie didattiche degli insegnanti nonché le politiche scolastiche. 

Di fondamentale importanza sono le domande sul rapporto scuola-famiglia (capacità di comunicazione e relazione); sulla percezione della qualità dell'Insegnamento (capacità percettiva dell'altro); sul benessere dello studente a scuola (clima interno); sull’organizzazione e funzionamento della scuola (promozione e gestione del cambiamento, tensione al risultato). Di interessante analisi sono anche  le risposte aperte dei genitori rispetto alle  loro proposte in riferimento ai punti di forza e debolezza della Scuola frequentata dal figlio e a quelle da inserire nel Piano Triennale dell'Offerta Formativa.L’alleanza educativa, il dialogo costruttivo, l’interesse verso l’altro è la chiave di volta verso la buona scuola che oggi ha il compito di aiutare i genitori, che appaiono fragili, a sentirsi forti e solidi attraverso la costruzione con loro e il figlio di un rapporto basato su stima e fiducia per tradurre l’amore per i figli/alunni in azioni educative che portino verso bambini sicuri e autonomi. Fondamentale per far ciò è che gli insegnanti riconoscano la vera centralità della persona.

Ferramosca Mavi: Docente di scuola primaria dal 2001. Laureata in Filosofia V.O.  presso l’Università degli Studi di Lecce e DEC-Dirigenza e Coordinamento dei Servizi Scolastici, Formativi e Sanitari- presso l’Università degli Studi di Tor Vergata Roma. Specializzata nel Sostegno Didattico presso l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Conseguito Corsi di Perfezionamento e Master Post Laurea. Membro dello staff direttivo del proprio istituto.

 

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