Lo scenario di turbolenta trasformazione che stiamo vivendo, sta segnando profondamente la nostra condizione di soggetti nel rapporto con il divenire quotidiano. La frammentazione dell’epoca post moderna cosi ben descritta dal concetto di liquidità di Bauman e la difficoltà a contrastare un evento pandemico che perdura nel tempo ci sta conducendo ad una crisi della cittadinanza, ad un divario sempre più accentuato tra le domande dei soggetti e le risposte delle strutture politico istituzionali.
Ci troviamo davanti ad un sistema tecnico, economico e finanziario fortemente precario che ha creato un crollo di fiducia sociale e l’avanzare di opportunismi speculativi in una pluralità di interessi individuali. I media ci raccontano quotidianamente della difficoltà a pensare nell’ ottica del futuro e ci invitano a restare nel presente facendo i conti con un’emergenza sanitaria, ci spaventano con notizie di crescente indebitamento e con l’aumento della disuguaglianza economica e sociale.
In uno scenario come questo, siamo stati costretti a nascere nuovamente, a reinventarci, abbandonando le vecchie abitudini, i nostri impegni, i nostri progetti e le nostre aspettative. La nostra vita reale è stata messa in pausa, cristallizzata in un’attesa la cui durata resta ancora indefinita.
Questo cambiamento così repentino e radicale ha fatto nascere la volontà di esternare e condividere attraverso i social, con un pubblico più o meno ampio, la propria opinione riguardo tutto ciò che si sta vivendo. Una totale libertà di espressione e di pensiero che contrasta con la serie di provvedimenti imposti per le limitazioni alla mobilità.
Tale libertà implica anche il concetto di responsabilità, infatti pur esprimendo su di un social la propria opinione bisogna tener presente il valore di ogni parola che si condivide. In questo contesto, dove libertà e responsabilità si uniscono assume grande importanza la figura dell’influencer.
Ma chi è un influencer?
E’ una persona, con al seguito un grande pubblico, che per carisma, popolarità o competenza è capace di “influenzare” le opinioni, i comportamenti e le scelte dei propri follower. La capacità di raccontare la vita in modo coinvolgente ed emozionante utilizzando immagini o “storie” diffuse su canali come
Instagram, Twitter o Youtube genera una vera e propria “connessione” con gli utenti che è molto difficile da spezzare.
Questo potere esercitato, ha una forte valenza di tipo economico e collettivo nei confronti di tutti coloro che dal web traggono nutrimento, in termini materiali, affettivi e simbolici. Durante la pandemia gli influencer sono arrivati a raggiungere un ruolo sociale, generando l’avvio di molte raccolte fondi, a supporto non solo degli ospedali italiani ma anche delle associazioni, che avevano lo scopo di aiutare chi viveva in uno stato di difficoltà.
Inoltre, qualcuno è stato chiamato dal nostro governo come “ambasciatore anticovid”, per divulgare il rispetto delle regole e l’esatto utilizzo delle misure di protezione. Questo riconoscimento, ha marcato ancora di più la diffidenza verso i nostri politici, verso i discorsi dei virologi che forse non convincevano più, ma soprattutto ha messo in evidenza una grande incapacità della politica, quella di non saper dialogare con la parte più importante della popolazione, quella del domani, i nostri giovani.
Dobbiamo però dire che la figura dell’influencer, dell’opinion leader che indirizza gusti e costumi delle masse, è sempre esistita e allo stesso modo i meccanismi alla base sono sempre gli stessi, come il principio di conformità per il quale le persone che seguono un influencer si considerano una vera e propria comunità e il concetto di prossimità, dove questi idoli, per quanto ammirati, sono considerati pressochè inarrivabili dai comuni mortali.
In un interessante libro del filosofo e teologo Vito Mancuso dal titolo “I quattro maestri” vengono individuate quattro figure, Socrate, Buddha, Confucio e Gesù che con la loro parola e le loro azioni sono diventati una guida decisiva per percorrere con maggiore consapevolezza i sentieri impervi della nostra esistenza. Definiti “personalità decisive” hanno esercitato un “influenza” storica sul come si deve vivere, risvegliando in alcuni casi il maestro da cui non possiamo prescindere, la nostra coscienza.
Oggi, dopo molti anni questi nomi hanno lasciato il posto a nuovi “maestri di vita” come Greta Thunberg, Chiara Ferragni, Fedez, Gianluca Vacchi, Giulia Delellis e la lista potrebbe essere ancora più lunga ma la domanda davanti alla quale fermarci e riflettere è: perchè si ha bisogno degli influencer?
Rosalia Rossi (10/07/1965) napoletana, docente di Storia e filosofia. Laureata in Pedagogia con 110 e lode consegue Master Europeo di II livello in Mediazione e gestione dei conflitti. Interessata alle dinamiche sociali e relazionali, si forma come Counselor, Mediatrice familiare ed esperta in PNL Basic Practitioner. Esperta in criminologia clinica. Ha assunto incarico di collaborazione e tutor con l' Università degli studi di Napoli "Suor Orsola Benincasa"; ha partecipato al forum mondiale della Mediazione al Centre de Congres La Regent a Cras Montana con stages in Spagna e Svizzera sulle tematiche della mediazione del conflitto nei Paesi Europei. Relatrice a corsi di formazione per adulti su " Comunicazione e conflitto". Ha ricoperto per quattro anni il ruolo di collaboratore vicario, componente Consiglio D 'Istituto e del Nucleo Interno di Valutazione. Ha ricevuto encomio dal Dirigente Scolastico per l'eccellente lavoro di collaborazione svolto presso il proprio Istituto.