Insegnando discipline come italiano e storia, in una scuola secondaria di secondo grado, mi trovo spesso a chiacchierare con i ragazzi adolescenti e mi rendo conto che tra il loro mondo e il mio di quando avevo la loro età, c’è un’infinita differenza. I ragazzi di oggi, tendono, spesso ad isolarsi ed a rifugiarsi in una “nicchia” tutta loro. Appena suona la campanella dell’intervallo, per prima cosa, estraggono il cellulare dalla tasca o dallo zaino e cominciano compulsivamente a digitare, dimenticandosi anche di fare merenda.
Ognuno è da solo. Raramente si formano piccoli gruppi che, comunque, interagiscono, spesso, solo tramite smartphone. Quando, approfittando di qualche momento di pausa, parlo loro di come si comportavano i giovani della mia generazione, alla loro età, restano stupiti. Fanno fatica ad immaginare un mondo diverso dal loro. Questo mi fa sentire un po’ triste, perché mi fa riflettere su tutte quelle emozioni che non hanno mai vissuto e che, probabilmente, non vivranno mai.
Io ricordo l’emozione di guardare nella casella di posta, per cercare una lettera che non arrivava mai, le corse per le strade a chiamare gli amici dal marciapiede, urlando a squarciagola, perché solo pochi avevano i citofoni. Ricordo gli accordi tra ragazzi per l’acquisto dei dischi a 45 giri, su cui c’erano solo due canzoni, in modo da avere tutti dischi diversi per poterli scambiare.
Oggi è diverso, ora la comunicazione è immediata. Tutto ciò che si vuole dire lo si può fare in tempo reale. Le canzoni a disposizione gratuitamente sono in numero infinito. Il mondo è globalizzato. Le distanze temporali e spaziali sono state azzerate. Oggi tutto sembra più facile ed ho usato volutamente il termine “sembra” perché, in realtà, oggi, le difficoltà sono le stesse del tempo passato.
I ragazzi sono sempre gli stessi, con le loro problematiche e, solo in apparenza, si rivelano imperscrutabili. I giovani di ieri credevano ai coetanei più convincenti del loro gruppo e i giovani di oggi credono agli “Influencer” ma, solo, perché, oggi i gruppi sono, in qualche modo, universali. Nel momento in cui io comincio a raccontare ai miei studenti le mie esperienze passate, mi aspetto sempre da loro dimostrazione di insofferenza.
Invece, ogni volta, mi stupiscono. Si dimostrano incuriositi, fanno domande e, a volte, anche considerazioni approfondite. Mi è capitato, anche, di percepire una sorta di educata invidia per quelle esperienze che non hanno mai vissuto. Per questo sostengo che i giovani, di ogni epoca storica, hanno in sé qualcosa di speciale, quasi di magico. Hanno in sé la voglia di scoprire cose nuove, di cercare soluzioni alternative, in altre parole, hanno in sé, quello che, forse quelli della mia generazione, hanno dimenticato: la gioventù.
E’ questa la loro forza e su di essa, noi educatori dobbiamo contare. La cosa fondamentale è accompagnarli ad imparare a discernere quali siano le scelte giuste e quelle sbagliate, imparare a ragionare autonomamente, in piena libertà. Il fatto che le modalità di approccio sociale siano mutate e, che continueranno a mutare sempre più velocemente, non significa che i ragazzi di oggi non siano più in grado di provare emozioni forti.
Proprio grazie alle nuove tecnologie, noi possiamo stimolare la loro innata curiosità, possiamo aiutarli a trovare la giusta strada per superare gli ostacoli, possiamo motivarli a migliorare. Dobbiamo semplicemente far capire loro, anche se non sempre è facile, che i veri valori non sono la popolarità, il successo e l’agiatezza economica, come viene spesso affermato in rete ma, il rispetto per se stessi e per gli altri, l’onestà e consapevolezza della propria libertà di scelta.
Prima di tutto, però, dobbiamo credere in loro, essere convinti che al di là dei loro atteggiamenti, spesso, provocatori, ci sono dei ragazzi stupendi che potranno cambiare il mondo.
Emanuela Rosina nasce a Milano, nel 1961, si laurea in Lettere Moderna all’Università degli Studi di Milano. In seguito consegue i seguenti Master “Didattica della Lingua italiane”, “Storia del Novecento”, presso l’Università di Tor Vergata a Roma, “Esperto in didattica assistita dalle nuove tecnologie”. “Tecnologie della Didattica” e “Digital strytelling” al Politecnico di Milano. Ha diversi tipi di esperienza di insegnamento: negli anni si trova ad insegnare: religione, sostegno e lettere alla scuola secondaria di primo grado. Attualmente è Docente di Ruolo di Letteratura e Storia all’ITAG “Italo Calvino” di Noverasco di Opera, in provincia di Milano. E’ appassionata di Filosofia Antica