QUALE LIBERTA’ D’INSEGNAMENTO

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“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” art.33 della Costituzione,leggere le parole del suddetto articolo, divagano la mente verso  orizzonti lontani, copiosi di storie vissute, di personaggi illustri e l’interpretazione è arbitraria,ma la lettura non può prescindere dal significato intrinseco di queste testuali parole.Così come l’arte e la scienza sono libere allo stesso modo lo è l’insegnamento.

 Conferma ne è l’iter normativo,vedi l’autonomia scolastica che con il DPR 275/99 si attribuisce alla scuola autonomia didattica e finanziaria,rafforzando i dettami relativi all’insegnamento e che riguardano le sue funzioni autonome gestite dal docente/attore del processo d’insegnamento. Liberi di esprimere la propria professionalità che va oltre le norme,mettendo in risalto la parte migliore di noi stessi,quella che per anni ha arricchito la propria pofessionalità.

Art.28 del CCNL Nel rispetto della libertà d'insegnamento, i competenti organi delle istituzioni scolastiche regolano lo svolgimento delle attività didattiche nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine possono adottare le forme di flessibilità previste dal Regolamento sulla autonomia didattica ed organizzativa delle istituzioni scolastiche di cui all'articolo 21 della legge n. 59 del 15 marzo 1997 - e, in particolare, dell'articolo 4 dello stesso Regolamento -, tenendo conto della disciplina contrattuale.

Quanto sopra recitato dall’articolo racchiude in sé l’essenza della libertà d’insegnamento che va in parallelo con la progettualità scolastica,con il curricolo e con l’autonoma organizzazione  dell’Istituzione,l’accento va posto nel dimostrare quanto la libertà del docente non sia avulsa dal non considerare ogni specifica esigenza formativa degli alunni. Ciò implica una continua rispondenza e parallelismo sulle modalità di insegnare e lo studente apprendente.

Da ciò  si deduce che l’insegnante può giungere ad una linea marcata,al di là della quale non è tenuto ad andare dal momento che sconfinerebbe in un territorio non piò suo, poiché taluni alunni necessitano di attenzioni particolari che non prevedono ampi spazi di movimento entro cui gestire liberamente l’inegnamento della propria disciplina, vedi: i tempi di apprendimento diversificati gli uni dagli altri,gli stili altrettanto diversi,i bisogni personali,i fattori cognitivi legati alla concentrazione e ai processi mnemonici. 

Chiamasi la scuola della progettualità,il progettare,il fare che sia coniugato con le attività didattiche svolte in classe ormai è diventato un classico,ma quanto spazio hanno le attività se oggi giorno non sono affiancate da quei numerosi progetti che prevalgono sull’insegnamento della disciplina,ma allora ci si chiede se è libero nella sua totalità il processo  d’insegnamento che viene travolto dalla progettualità?

Inoltre,si dice che non esistono più i programmi,perché si deduce che liberamente si possano affrontare determinate tematiche o argomenti in modo approfondito rispetto ad altri che si possono tralasciare e magari affrontare i primi, anziché gli altri secondo tempi più dilatati nel corso dell’anno scolastico.

Mi pare di entrare in un’ottica che vada oltre i principi dell’insegnamento se insegnare vuol dire lasciare un segno, non ritengo che non ci si debba attenenere a programmi prescrittivi,classici,perché altrimenti dove finirebbero i contenuti disciplinari che sono indice di sapere altettanto formativo.

La materia va comunque trasmessa ,sempre affrontandola nelle sue più vaste componenti e secondo specifici linguaggi.A volte e non di rado trapelano notizie che riguardano contestazioni da parte di alcuni genitori sulla trasmissione di specifici contenuti o su un concetto espresso, accompagnato da opinioni e considerazioni personali del docente che vede contrariati quei genitori che non accettano una trasmissibilità impregnato di pensiero individuale.

Allora chiediamoci pure,siamo liberi di insegnare a trecento sessanta gradi o siamo censurati se ci esprimiamo liberamente oltre che a formare i nostri alunni liberamente attraverso le discipline d’insegnamento?

Spinelli Elena, docente di lettere,storia e geografia, presso il Liceo artistico U.Brunelleschi di Montemurlo (PO). Laureata in Pedagogia con 110/110 e lode presso l' ex facoltà di Magistero di Bari.Nata a Manduria(TA) il 28/11/1972  e trasferita i Toscana per motivi di lavoro.Abilitata in tutti gli ordini di scuola,entrata in ruolo dapprima nella scuola primaria,poi medie e infine alle superiori.Ho ricoperto diversi incarichi tra cui quello di funzione strumentale INVALSI.

 

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