La funzione dei Sindacati è stata da sempre riconducibile alla difesa dei comuni interessi professionali, economici, sociali e morali, nel rispetto dei principi di democrazia e di libertà affermati dalla Costituzione repubblicana. La spinta dell'egualitarismo conobbe la massima espressione subito dopo il ’68, caratterizzato da lotte sindacali e da partecipazione politica, ricco di idee, di passioni e di conflitti.
Oggi, a più di quarant’anni di distanza, si può forse sorridere degli eccessi ideologici e di una certa adolescenziale supponenza che ne hanno allora animato i protagonisti. Il Sindacato di oggi, contrariamente a quanto avveniva negli anni precedenti, assume una funzione di controllo e di ponte tra il lavoratore e il mondo della politica, promuovendo incontri e documenti, ma quello cui si sta assistendo è paradossale e incomprensibile.
Da un lato c’è una comunità scolastica sollecitata all’innovazione e al cambiamento, da ogni parte: Parlamento Europeo, Governo, Stakeholders e Territorio. Dall’altra ci sono i Sindacati che si oppongono con forza al cambiamento, abbarbicati nell’unica ostinata lotta, volta all’aumento salariale egualitario per i docenti. Il corpo docente, d’altro canto, avverte l’importanza di questo cambiamento, cui è chiamato come protagonista.
Il docente avverte l’esigenza di una nuova formazione per andare al passo con i tempi, perché è consapevole della rilevanza sociale del proprio ruolo e sa che non può più rappresentare la figura del fac-totum; il docente sa che è giunto il momento di parlare di ruoli e carichi differenti e che non è più possibile ricoprire incarichi di middle-management e nello stesso tempo svolgere il lavoro in classe, altrettanto complesso: didattica per competenze, didattica digitale integrata, formazione e inclusione.
I Sindacati hanno compreso che è arrivato il momento della grande svolta e che non è più possibile parlare solo di aumenti salariali (di pochi spiccioli) e che non riconoscendo la necessità di nuove figure giuridiche per incarichi aggiuntivi, stanno invece rendendo più gravoso il lavoro del docente, che diventa via via sempre meno docente nelle classi?
I Sindacati di oggi sanno spiegarci perché non c’è possibilità di carriera nella Scuola Italiana, se non in quella Dirigenziale? Nell’Atto di indirizzo dell’ex M.I. L.Azzolina, si faceva riferimento al middle-management, come struttura necessaria volta al miglioramento della qualità dell’istruzione nelle scuole. Nell’atto di indirizzo dell’attuale Ministro all’Istruzione P.Bianchi, il middle-management scompare, dietro la pressione dei Sindacati, inclusi quelli non confederati ed emergenti.
“Una vera e propria restaurazione: siamo tornati indietro di oltre 20 anni!!”. Già, la riforma della “Buona scuola”, con l'introduzione di un fondo per premiare gli insegnanti più meritevoli, con un sia pure modesto bonus, ha finito per provocare lo stesso anatema che aveva travolto, alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, l’ex M.I. Luigi Berlinguer quando aveva proposto di impiegare 1.200 miliardi delle vecchie lire per premiare gli insegnanti migliori.
Anche con la ex M.I. Fedeli i 200 milioni del fondo istituito dalla legge per la Buona Scuola, quelli stanziati per premiare i docenti meritevoli, vengono, almeno parzialmente, sequestrati e soggetti a contrattazione sindacale (art. 22, Intesa sindacale firmata nel 2018). Lo scollamento tra i Sindacati e la Scuola, che è oramai una realtà complessa e che necessita di una revisione del contratto, appare ormai visibile a tutti. Basti pensare alla figura del Coordinatore di classe.
Alla stessa, non contemplata dalla normativa scolastica e neppure nel CCNL Scuola, sono stati via via affidati carichi sempre più impegnativi, che vanno ben al di là del presiedere le sedute del consiglio di classe, in assenza del D.S.: redigere il piano didattico della classe concordato con tutti i docenti del CdC, collaborazione con la dirigenza per criticità e problemi, controllare assenze degli alunni evidenziando irregolarità e dispersione, comunicazioni varie con i genitori e scrutini.
Il tutto remunerato forfettariamente ed in modo non congruo alla mole di lavoro (8 ore annue!). Dunque, l’incremento degli stipendi dei docenti e l’equiparazione agli standard europei, di tutti gli ordini di scuola, rimane una questione rilevante ma non esaustiva della complessità organizzativa e dei carichi nella scuola.
Nel Contratto che vorrei, le figure del middle-management dovrebbero avere un profilo nuovo giuridico, da reclutare dal personale docente o dal personale Dirigente (al pari di un DSGA), con precisi carichi contrattuali. Le altre figure dell’Organigramma della scuola (referenze, dipartimenti, commissioni, coordinatori, responsabili di plesso) dovrebbero avere accesso al MOF, come incarichi aggiuntivi alla funzione docente, relegando al FIS la retribuzione per la progettualità del PTOF.
Per entrambi i collaboratori del DS, grandi figure di raccordo, dovrebbe essere almeno previsto l’esonero totale.? Con la firma della nuova intesa sindacale prevista a fine dicembre 2021, si restituirà dignità sociale al docente, tenendo conto della complessità della Scuola attuale, che guarda al futuro? Potremo finalmente dire: AVANTI TUTTA?!
TIZIANA DRAGOTTA Docente di matematica e scienze nella scuola sec. 1°grado (dal 2005); consulente impatto ambientale per Enti Pubblici e studi tecnici (1994-2017). Formatore per gli Enti locali. Docente in Enti di formazione professionale per la comunicazione nelle Pubbliche amministrazioni, rivolto ai responsabili URP. Consulente ambientale per Enti pubblici e studi tecnici (1994-2017).