“l’educazione è l’arma più potente che si può usare per cambiare il mondo”. 

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- Prova a chiudere gli occhi un secondo e immaginati il migliore dei mondi possibili. Ora riaprili e pensa  a come fare per realizzarlo - 

L’ attuale crisi sanitaria , economica e sociale causata dalla pandemia da coronavirus ha messo in  luce ulteriormente la complessità del presente e le sue indiscusse interconnessioni.  

Per diverso tempo la sostenibilità è stata considerata una questione prettamente ambientale, invece  possiamo affermare che questa può influenzare positivamente o negativamente tutto un intero  sistema socio economico.  

Siamo davanti a una «nuova interpretazione del mondo in cui viviamo tesi verso un equilibrio  globale», in cui sono messi in correlazione tutti gli elementi che si influenzano e condizionano a  vicenda e dove non è possibile rinunciare a uno di questi senza che vi sia, poi, una ricaduta sulla  stabilità e l’ equilibrio degli altri. 

Possiamo quindi affermare che il cammino umano necessita di un approccio multidisciplinare,  orientato verso lo sviluppo completo di ogni persona e in questa prospettiva non può mancare anche  l’ apporto dato dal quarto obiettivo dell’ Agenda 2030. 

Infatti, il quarto obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, indirizza la comunità  internazionale ad “assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità  di apprendimento permanente per tutti”, ponendosi come un fattore chiave per la realizzazione di  uno sviluppo sostenibile e una condizione necessaria per il conseguimento di tutti i Goals nel loro  insieme. 

Avere la possibilità di avvicinarsi a un’istruzione di qualità comporta la capacità di rompere il  ciclo della povertà , dando la possibilità di accedere ad opportunità lavorative migliori aumentando  cosi il proprio standard di vita. L’istruzione adeguata contribuisce a ridurre le disuguaglianze, a  raggiungere la parità di genere, a favorire la tolleranza contribuendo cosi, a creare società più  pacifiche. Inoltre, spinge la popolazione di tutto il mondo a condurre una vita più sana e più  sostenibile.  

I cambiamenti cosi veloci a livello mondiale hanno reso precario tutto il sistema d’ istruzione  mettendo in luce tutta la sua inadeguatezza e inefficienza. Alcuni studi effettuati hanno dimostrato  che la bassa competenza di lettura e scrittura, oltre a rappresentare uno svantaggio personale, è un  evidente causa di danno economico enorme per la società.  

Tutto questo conduce a ciò che viene definito il “divario di competenze”, che sarebbe la mancata  corrispondenza tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle che sono offerte da chi  cerca un impiego. Solo attraverso l’ istruzione si può compensare questo divario.

Ecco, allora, che molti paesi si propongono entro l’ anno 2030, di “assicurare un’istruzione di  qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”.  

Ma qual è la posizione dell’ Italia nel raggiungimento di questo obiettivo?  

Purtroppo il nostro Paese si trova ad affrontare una condizione dell’ istruzione alquanto carente  rispetto alla media dei Paesi dell’ Unione Europea. Ogni governo, attraverso il principio di  sussidiarietà definisce il proprio programma politico in materia di istruzione relativamente ai  contenuti e all’ organizzazione del sistema educativo. Poi le decisioni operative restano in sede alle  Università, alle scuole e agli istituti di formazione. 

Inutile dire che l’ opportunità di un buon apprendimento deve seguire un soggetto per tutta la sua  vita ( lifelong learning), anche bypassando il conseguimento di titoli o di riconoscimenti formali e  fermandosi sui risultati tangibili del processo educativo, che si traducono in competenze spendibili  nell’ immediato. 

Nel 2015 all’ UNESCO, unica agenzia delle Nazioni Unite con il mandato di coprire tutti gli aspetti  dell’ educazione, fu affidata la guida e il coordinamento dell’ Agenda 2030 sull’ Educazione con il  supporto della Dichiarazione di Incheon, che ha l’ obiettivo di trasformare la vita attraverso l’  educazione.  

Fu posta, così, l’ attenzione ai nuovi ambiti di applicazione del piano di istruzione globale, cosi  espressi: 

∙ A partire dall’apprendimento della prima infanzia, giungere alla formazione e preparazione  di giovani e adulti; 

∙ Sottolineare l’importanza dell’acquisizione delle abilità per il lavoro; 

∙ Sottolineare l’importanza dell’educazione alla cittadinanza in un mondo plurale e  interdipendente; 

∙ Concentrarsi su inclusione e parità di genere; 

∙ Assicurare un’educazione di qualità per tutti, per tutta la vita. 

La speranza è che si possa attuare una formazione globale più equa e inclusiva che non lasci  indietro nessuno attraverso anche la realizzazione di tre interventi precisi: migliorare e/o costruire  strutture scolastiche che possano diventare ambienti di apprendimento inclusivi ed efficaci per tutti,  aumentare il numero di borse di studio per i paesi in via di sviluppo, aumentare gli investimenti  nella formazione degli insegnati, anche nei paesi più arretrati attraverso la cooperazione  internazionale. 

Diventa dunque essenziale ragionare su una visione , intesa come progetto del e nel futuro, dove  poter porre le basi perché si arrivi a risultati equi, inclusivi e sostenibilmente integrati, affinché  alcune esigenze non prevalgano sulle altre .  

Rosalia Rossi (10/07/1965) napoletana, docente di Storia e filosofia. Laureata in Pedagogia con 110 e lode consegue Master Europeo di II livello in Mediazione e gestione dei conflitti. Interessata alle dinamiche sociali e relazionali, si forma come Counselor, Mediatrice familiare ed esperta in PNL Basic Practitioner. Esperta in criminologia clinica. Ha assunto incarico di collaborazione e tutor con l' Università degli studi di Napoli "Suor Orsola Benincasa"; ha partecipato al forum mondiale della Mediazione al Centre de Congres La Regent a Cras Montana con stages in Spagna e Svizzera sulle tematiche della mediazione  del conflitto nei Paesi Europei. Relatrice a corsi di formazione per adulti su " Comunicazione e conflitto". Ha ricoperto per quattro anni il ruolo di collaboratore vicario, componente Consiglio D 'Istituto e del Nucleo Interno di Valutazione. Ha ricevuto encomio dal Dirigente Scolastico per l'eccellente lavoro di collaborazione svolto presso il proprio Istituto.

 

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