Nelle scuole che utilizzano questo modello non si usa lo zaino, ma una semplice valigetta per i compiti a casa.
Lo zaino non è necessario, perché gli ambienti sono ben organizzati. Nelle classi, infatti, troviamo schedari, computer, giochi, enciclopedie, libri, materiali per scrivere e ascoltare, disegnare e dipingere, modellare e costruire, registrare e riprodurre, strumenti didattici per le varie discipline di studio, materiali di cancelleria. Inoltre gli spazi vengono attrezzati con tavoli, angoli, pedane, mobili a giorno, archivi, pannellature.Tutto ciò serve per un apprendimento efficace, che si basa sul metodo dell'Approccio Globale al Curricolo (Global Curriculum Approach), che prevede un curricolo fondato su:
- l’autonomia degli alunni, che genera competenze
- il problem – solving, che alimenta la costruzione del sapere
- l’attenzione ai sensi e al corpo, che sviluppa la persona intera
- la diversificazione dell'insegnamento, che ospita le intelligenze, le potenzialità, le differenze
- la co-progettazione, che rende responsabili docenti e alunni
- la cooperazione tra docenti, che alimenta la formazione continua e la comunità di pratiche
- i diversi strumenti didattici, che stimolano vari stili e metodi di insegnamento
- l’attenzione agli spazi, che rende autonomi gli alunni
- la partecipazione dei genitori, che sostiene l'impegno della scuola
- la valutazione autentica, che incoraggia i progressi.
Il GCA (Global Curriculum Approach) sottende almeno 4 caratteristiche. La globalità della persona. L’apprendimento deve considerare tutti gli aspetti: emotive, razionali, corporei e intellettuali, tenendo presenti, ad esempio, le 9 intelligenze individuate da Gardner. Un apprendimento equilibrato non considera solo certe discipline come la lingua o la matematica, ma anche la musica, il teatro, le arti in genere e così via (Gardner, 2002).Morin e molti altri autori ci invitano a realizzare un sapere connesso. Le discipline di studio nascono con una loro specificità, che va rispettata, ma è necessario ricostruire l’unità del pensiero, poiché esperienza e realtà sono unitarie (Morin, 2000).La globalità come integrazione. Oggi non si può più parlare di alunni diversi perché diversamente abili. Tutti gli alunni sono diversi: la differenza è ciò che caratterizza ciascuno di noi. Pertanto dobbiamo parlare di integrazioni: creare una comunità di alunni diversi è il nostro obiettivo (D’Alonzo, 2002).La globalità dell’ambiente. Richiamo l’attenzione su quanto detto a proposito della centralità dell’attività come risultante dell’intreccio dei 3 fattori con i 2 livelli. Per fare una ricerca con gli alunni sui contenuti delle discipline scolastiche
- • per procedure di organizzazione della vita in classe (es. come si lavora in coppia, in gruppo)
- • per realizzare procedure per attività intermedie (come si sta a mensa, come si esce da scuola)
- • per realizzare regolamenti per lavorare tra docenti e tra docenti e dirigenti (come si migliora la comunicazione, il lavoro di gruppo, la valutazione degli alunni).
La classe viene considerata come un insieme di IO, TU, EGLI, NOI, VOI, ESSI... Come intercettare ognuno?
Diventa inevitabile differenziare, e per molte ragioni: per rispettare i tempi di ciascuno; per consentire agli alunni la scelta; per rispondere alle varie modalità di apprendimento e alle varie intelligenze; per rendere più efficace l'intervento dell'insegnante; per aumentare le occasioni di acquisizione di competenze; per rendere interessante e significativa l'attività didattica.“L'apprendimento differenziato” costituisce una delle idee volte a promuovere la trasformazione del modello tradizionale di fare scuola attraverso il principio delle tre direttrici, che tutte insieme caratterizzano l'innovazione del contesto scolastico. Queste sono: il tempo, lo spazio e la didattica.
Attraverso queste direttrici si ha una scuola pensata, sperimentata, consolidata.
Pensata nell'organizzazione degli spazi e nell'articolazione dei tempi, tenendo conto di quelli che sono i tessuti relazionali fra bambini, fra bambini e adulti, fra adulti e adulti.Al principio della differenziazione si fa cenno già dal primo '900 e quindi c'è una modernizzazione sia delle teorie, sia delle strategie d'insegnamento e delle soluzioni di apprendimento individualizzato. La personalizzazione non equivale ad un rapporto esclusivo 1 ad 1 fra docente e studente, ma va a guardare il tessuto delle relazioni all'interno della classe, della scuola in un crescendo di comunità.
Cosa vuol dire differenziare? Soprattutto: cosa differenzio, per chi differenzio e perché?
La differenziazione è sia un modello didattico, che un costrutto culturale. È una cultura educativa, un processo che può essere considerato in tutte le specificità di quelli che sono i soggetti coinvolti; quindi ci sono delle dimensioni individuali, cognitive-affettive, ma anche sociali, dell'ambiente familiare, del contesto scuola. Il contesto socio-culturale nella sua interezza.Con la differenziazione si guarda principalmente ai soggetti per quello che sono. La metafora che ci può venire in aiuto è di tipo artistico: si passa da un disegno ad un aspetto bidimensionale, ad un bassorilievo, fino al tutto tondo. Si va a considerare quello che è il soggetto nella sua interezza, nel suo connubbio irripetibile di passioni, talenti, potenzialità, bisogni, necessità e sfide.Ed è da questo costrutto pedagogico che si possono innescare i vari elementi delle differenziazioni, quindi si valuta il lato pedagogico del contesto realistico: in questa prospettiva si offrono nuove sfide, nuove opportunità di apprendimento. Diversi autori hanno posto l'attenzione ai tre elementi su cui possiamo muovere le leve della differenziazione: gli studenti, le strategie, l'organizzazione.Gli studenti vengono percepiti e valutati come persone nella loro interezza e nella loro combinazione unica di talenti e difficoltà. Questo fa in modo che si sentano percepiti e non giudicati dagli insegnanti; quest'ultimi sono coloro che hanno in cura gli studenti, persone con le quali instaurare una relazione affettiva, di scambio, di crescita, perchè l'apprendimento avviene all'interno di una relazione in cui c'è benessere.
Il secondo aspetto riguarda la didattica e quindi le strategie della difficoltà. Anche qui la ricognizione teorica sul tema affronta diversi gradienti: da Thomson in poi se ne individuano primariamente tre. Il primo è poter partire da un curricolo sfidante, strutturando le attività all'interno del contesto classe, basandosi sui "plus" piuttosto che sui deficit e sui meno, quindi lanciare le passioni su quelle che sono le sfide e i talenti del contesto classe.Il secondo elemento è la progettazione di un processo di valutazione, che va di parallelo passo alla progettazione degli apprendimenti; quindi per ogni attività verrà strutturata la valutazione in ingresso, formativa, sommativa, in itinere e così via. I ragazzi, ovviamente secondo i vari gradienti d'età, saranno coscienti di questo processo di valutazione e autovalutazione; allo stesso tempo i docenti avranno sotto controllo tutti i bies della distorsione della valutazione (effetto alone, pigmalione…) andando a ragionare in gruppi di docenti dotati di strumenti e della consapevolezza vicendevole per arginare questo aspetto e portare avanti processi di valutazione ben calibrati sulle attività didattiche costruite insieme.Altro aspetto: motivare gli studenti su compiti autentici, prove di realtà con diverse modalità: raggruppamenti flessibili, materiali differenziati, postazioni tematiche e gruppi di livello. Particolare attenzione va posta alle "stazioni di livello", immaginando un percorso di apprendimento all'interno della classe paragonandolo ad un viaggio in cui diventa significativo non solo la strutturazione dei modi di apprendere, ma il fatto di soffermarsi con più o meno tempo dilatato all'interno degli spazi stessi.
In un contesto di questo tipo, lo studente impara a fare da solo le attività in cui gli è richiesto l'agire individuale e a collaborare con i compagni secondo le istruzioni concordate in un momento di contesto di gruppo, ma anche chiedere l'intervento del docente, che è rimasto ai margini dell'interazione avvenuta tra gli studenti all'interno del percorso che ha precedentemente articolato. Viene modulato anche il tono della voce, per cui c'è questo ronzio di situazione frizzante ed operosa che sta lavorando assieme efficacemente.Si co-progettano spazi e tempi per gestire le attività di apprendimento differenziato; gli alunni, a rotazione, svolgono i propri compiti giornalieri. L’autonomia nello svolgimento è possibile per la presenza di strumenti di gestione e apprendimento (ad es. istruzioni per l’uso e schedari per l’autocorrezione, ecc.). Al termine delle attività, ogni studente ha a disposizione una scheda per l’autovalutazione, strumento che gli consente di registrare i progressi e i punti di debolezza del suo percorso. L’ambiente formativo è pensato e progettato per svolgere contemporaneamente attività diverse, con l’obiettivo di promuovere un processo di apprendimento basato su esperienza, interdisciplinarità e ricerca. L’insegnante accoglie le differenze, promuove le potenzialità, riconosce i talenti, personalizza la proposta formativa e valorizza il lavoro della comunità, rendendo ogni alunno protagonista del proprio curricolo.
ALFANO LILIANA, siciliana d'origine bresciana d'adozione, attualmente docente di scuola primaria. Laureata in psicologia dello sviluppo e dell'educazione presso l'Università degli Studi di Palermo, consegue il titolo di psicologa con iscrizione nella sezione A dell’albo professionale dell’ordine della Lombardia n.03/12798. Frequenta diversi corsi di perfezionamento in:”Percorsi e metodiche di intervento educativo nell’ospedalizzazione del minore”, in “Strategie e metodi di intervento sulla disabilità in ambito didattico”. Consegue diversi attestati sull’Autismo e programma T.E.A.C.C.H. e sui disturbi specifici di apprendimento. Mediatrice interculturale, ha assunto l’incarico di referente nella commissione stranieri e altri incarichi nella propria scuola (referente progetto Piedibus); da circa 2 anni ricopre il ruolo di componente RSU. Nel proprio curriculum vanta molteplici esperienze formative indette dal MIUR e corsi di formazione sui disturbi specifici dell’apprendimento. A questi si aggiungono le esperienze formative indette dall’istituto di appartenenza.