Dal Rapporto di Autovalutazione alla Rendicontazione Sociale….

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Un processo molto articolato, quello dell’autovalutazione d’istituto, sta giungendo a termine.

Il microsistema, chiamato ad analizzarsi con indicatori di qualità costruiti in una rete di scuole, per verificare l’adeguatezza dell’offerta formativa rispetto al macrosistema (Invalsi e comparazioni internazionali OCSE-PISA), sta per rilasciare ai territori di appartenenza importanti feedback. Interrogarsi sull’adeguatezza dell’offerta formativa, integrare valutazione interna ed esterna, superare l’impasse dell’autoreferenzialità della prima applicazione dell’autonomia diventano una necessità per azioni concrete di miglioramento. Il sistema di indicatori concordati segnalano le zone di malfunzionamento, le aree di eccellenza per avere una visione realistica delle divergenze tra l’atteso, il dichiarato, l’agito ed il percepito nel PTOF L’analisi sistemica della qualità dell’organizzazione pone al centro il processo decisionale nel contesto, date le risorse, alla luce dei risultati conseguiti. E’ come leggere gli eventi con gli occhiali plurali della qualità per una regolazione continua. Si tratta di uno strumento straordinario di valutazione per la crescita culturale della scuola, di difficile realizzazione ma capace di segnalare le priorità dell’azione progettuale e di cambiamento nelle prassi quotidiane della scuola. Il prodotto della scuola, che è dato dall’insieme di progetti, azioni didattiche e decisioni, viene sottoposto alla riflessione degli operatori e degli utenti per costruire dal basso una nuova cultura della scuola democratica e per esprimere un giudizio globale sulla qualità dell’offerta formativa.E’ capace la scuola di leggere ed affrontare i bisogni formativi degli alunni di quel territorio? Le decisioni sono state assunte democraticamente?

 E’ stata curata l’individualizzazione dell’insegnamento per portare tutti ad un livello minimo accettabile? E’ stata curata la personalizzazione per raggiungere l’eccellenza e sviluppare al massimo le potenzialità individuali? Le risorse umane, finanziarie e tecnologiche sono state usate in modo razionale? E’ cresciuta la cultura pedagogica e didattica della scuola in direzione di un nuovo umanesimo capace di affrontare la complessità del post-moderno? Si ha una corretta visione d’insieme dei processi attivati nella scuola attraverso una organizzazione efficiente ed efficace?Si tratta di realizzare un progetto ed un governo a forte baricentro democratico con una collegialità effettiva, capace di individuare la rotta e di attraversare le inevitabili tempeste. Attraverso la metodologia della ricerca-azione bisognerà individuare il problema, gli interlocutori, attivare il dialogo, fare una ricognizione dell’esistente rispetto al tema (norme, letteratura, buone prassi), analizzare il problema, decidere la strategia risolutiva, progettare azioni condivise, concretizzare le decisioni, verificare gli esiti in dialogo con gli interlocutori. E’ questo il modello di una progettualità collegiale effettiva per un governo democratico della scuola.L’avvio di un percorso di rendicontazione sociale per la scuola è un’occasione per: 

  • •riflettere sistematicamente su se stessa, sui propri valori, obiettivi, missione; 
  • •sentirsi stimolata a promuovere innovazione e miglioramento delle proprie prestazioni; 
  • •identificare i propri stakeholder e attivare con essi momenti di dialogo, confronto, partecipazione, collaborazione.

“La qualità del processo di rendicontazione incide direttamente sulla capacità del documento di rispondere alle esigenze conoscitive dei diversi interlocutori e di costruire con essi un dialogo permanente, dando piena attuazione al principio della responsabilità sociale”. Dalla normativa al processo-Rendicontazione e Bilancio SocialeL’art. 6 del DPR 28 marzo 2013, n. 80 - Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione – regolamenta il procedimento di valutazione delle Istituzioni Scolastiche illustrandone le varie fasi: 

> Autovalutazione

> Valutazione esterna

> Azioni di miglioramento

> Rendicontazione sociale

 

La Direttiva 11 del 18 settembre 2014, comunicata alle scuole con la C.M. 47 del 21 ottobre 2014, fissa i tempi del processo già a partire dall’A.S. 2014/2015. Con l’entrata in vigore della legge di riforma, L. 107/2015, la tempistica è stata successivamente rivista per allineare i tempi della rendicontazione ai tempi del PTOF e dunque della programmazione.La Scuola, chiamata, in una prima fase, ad analizzare il contesto in cui opera, a riflettere sui processi organizzativi e didattici messi in atto, ha predisposto il proprio piano di miglioramento, lo ha realizzato monitorando attentamente le azioni messe in atto e si avvia a diffondere i risultati raggiunti. Dal territorio si è partiti e al territorio si ritorna rendendo conto delle scelte operate.Conscia della propria identità, che esplicita attraverso il PTOF, della mission e della vision che orientano la sua azione, la Scuola rende conto delle strategie messe in atto, dei traguardi, dell’efficacia dei progetti realizzati, di come sviluppa apprendimenti nei propri allievi e del contributo che apporta nella trasformazione del territorio in cui agisce. E per far questo riflette sistematicamente sul proprio operato, identifica i propri interlocutori con chiarezza e li coinvolge nelle decisioni; attua una politica basata sulla trasparenza e sull’informazione efficace e tempestiva, analizza i risultati raggiunti utilizzando indicatori comparabili. 

Lo scopo è il miglioramento dell’intero sistema territorio attraverso le singole realtà scolastiche spesso anche organizzate in reti di scopo. Ad un primo livello di osservazione il processo messo in campo e preso in prestito dal mondo aziendale nasce con finalità di controllo e comparazione, ma da subito la Scuola, riaffermando con consapevolezza il proprio ruolo nella comunità di riferimento, in un’ottica costruttiva,  ha colto il significato programmatico di questo strumento e ha raccolto l’invito al « voler rendere conto» recuperando la dimensione di condivisione della rendicontazione sociale.Il bilancio sociale è un documento che la Scuola redige con l’intento di comunicare alla comunità territoriale in cui opera, le scelte strategiche, i comportamenti e le conseguenze delle azioni pianificate e svolte.Nel  rispetto dei principi di trasparenza, veridicità delle informazioni, certezza delle fonti e coerenza con gli altri documenti scolastici (PTOF, PdiM, Programma Annuale, etc.), la redazione del bilancio sociale consente alla Scuola di assumere consapevolezza della propria responsabilità nei confronti degli attori interni ed esterni, di riflettere sulla propria identità, di attivare e sviluppare i rapporti con i propri stakeholder, di comprenderne le esigenze e le aspettative, di presentarsi con un linguaggio chiaro ed accessibile ai diversi interlocutori. La redazione del documento costringe alla riflessione e alla condivisione e diventa azione di pianificazione strategica, di monitoraggio delle performance e di controllo gestionale.Consapevole di avere un impatto diretto sul benessere della comunità, la Scuola indaga sugli effetti generati nel tempo dalle politiche messe in atto e si appresta a stimare cosa sarebbe accaduto in assenza di quelle scelte.

Il Bilancio sociale diventa strumento di comunicazione, di controllo di gestione, di partecipazione sia all’interno della comunità educante sia all’esterno, di indagine della relazione tra ciò che l’organizzazione progetta e dichiara, ciò che realizza e gli effetti che produce.La misurazione degli effetti richiede che il documento sia redatto in maniera chiara e accessibile. Il lettore interessato deve essere messo in condizione di comprendere il processo che ha condotto la governance della Scuola ad assumere quella particolare decisione; le informazioni socializzate devono essere complete e veritiere e rappresentate in maniera chiara e comprensibile. I dati di analisi devono essere rilevati attraverso procedure indipendenti da interessi di parte e trattati con imparzialità; gli effetti delle decisioni assunte devono essere rappresentati con equilibrio e prudenza.La Scuola produce valore e questo valore va misurato e ben comunicato al territorio di riferimento. Il cosiddetto «valore aggiunto» misurato dall’INVALSI va ben veicolato nella comunità e non può essere la sola misura dell’efficacia delle scelte strategiche effettuate.La logica della rendicontazione, come conclusione di un ciclo di gestione della performance finalizzata a fornire alle famiglie elementi utili per scegliere tra le Scuole, risponde certamente all’esigenza di rendere trasparente l’operato dell’Amministrazione, ma Il rischio che si corre è quello di promuovere una sorta di competizione nella fornitura del servizio pubblico, la cosiddetta «logica di mercato». 

Il valore prodotto dalla Scuola, l’impatto che produce sul territorio di riferimento, il cambiamento socio-culturale che stimola e sostiene, hanno tempi di realizzazione molto ampi, non possono essere né misurati con rigore metodologico, data l’assenza di un gruppo di controllo e sono soggetti a molte variabili indipendenti non comparabili con il cambiamento prodotto da altre scuole in altri contesti.La redazione del bilancio sociale diventa momento per riflettere, riassumere e sistematizzare il complesso delle attività che la Scuola rivolge al territorio di riferimento definendo e caratterizzando gli effetti prodotti su quelle categorie di soggetti coinvolti dalla sua azione. Il documento deve misurare con indicatori qualitativi e quantitativi, di processo e di risultato, gli effetti di trasformazione del territorio che la Scuola quotidianamente e lentamente produce.La fase di rendicontazione nel processo di valutazione orientato al miglioramento può essere veramente occasione di crescita se la stessa è esercitata con l’obiettivo di costruire rapporti di fiducia con la comunità di riferimento. Fiducia basata su una maggiore conoscenza delle scelte effettuate in riferimento alle finalità istituzionali e alla specifica mission individuata.

Serrone Maria, docente di scienze integrate presso Lotti Umberto I di Andria, ho conseguito la maturità classica e quella magistrale, sono laureata in Biologia, ho maturato alcune esperienze presso il policlinico di Bari come ricercatrice; sono stata consulente come esperta per un ente di formazione che eroga corsi per ottici ed optometristi per diversi anni. Ho iniziato la carriera scolastica nella scuola superiore di primo grado, ho svolto il primo anno di ruolo nella scuola materna, esperienza veramente unica e formatrice. infine sono entrata in ruolo nella scuola superiore nel 2008. Nel 2009 sono arrivata all’istituto Lotti e mi hanno affidato il ruolo di coordinatrice del dipartimento scientifico. Negli anni ho continuato a svolgere il compito di coordinatore, ho assunto il ruolo di funzione strumentale area 1 per diversi anni, ora seguo i lavori del PTOF, sono referente per Invalsi e curo la parte riferita agli esiti nel RAV. Collaboro alla stesura del PDM insieme ad altri colleghi. Dopo la mia prima esperienza digitale con la formazione a tutor Didatech a Napoli, ho iniziato ad avvicinarmi alla didattica digitale, da diversi anni faccio parte del team digitale, ho maturato la mia esperienza come docente in classi digitali e ho svolto il ruolo di esperto anche in PON che trattavano questo tema. Nello staff di dirigenza ho il compito di coinvolgere i colleghi all’uso della didattica digitale, attraverso azioni di diverso tipo tra cui condivisione di buone pratiche e la pubblicazione di una news letter mensile con suggerimenti a tema.
PS. Nel tempo libero sono una speleologa e cerco di coinvolgere quanti fossero interessati al mondo speleologico.

 

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