La DAD e la Mediazione del significato.

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Ogni periodo storico determina mutamenti e adeguamenti, l’emergenza Covid-19 ha favorito con estrema celerità un cambiamento radicale nella quotidianità di chiunque e nel mondo. La scuola “Luogo di Crescita”, oggi è a distanza.

L’espressione:  “Maestra, io lo so! Posso dirlo? …si trasforma anche in “Mamma…, io lo so! Posso dirlo?”, è un’occasione importante seppur  un genitore mi scrive “Maestra non pensavo fosse così difficile e impegnativo il vostro lavoro…”!Ebbene noi docenti abbiamo attivato tutte le procedure didattiche digitali di nostra competenza, abbiamo pronti i nostri “pacchetti digitali”, abbiamo realizzato progetti dinamici, utilizziamo piattaforme innovative, interattive che sollecitano l’interazione, il coinvolgimento emozionale, la partecipazione,  l’impegno,la puntualità dei nostri allievi, criteri che possiamo rilevare attraverso il sistema informatico con immediatezza.Ma la lettura dei processi mentali?L’insegnamento delle  strategie più efficaci nell’approccio allo studio? La possibilità di riflettere in modo più consapevole sulle loro risorse e sulle difficoltà nell’apprendimento, l’individuazione graduale, in modo personale e consapevole dei loro obiettivi, per renderli protagonisti di un progetto e per sostenere la loro motivazione: per imparare da soli, economizzare le energie, avere successo nei loro sforzi. aumentare il senso di competenza?

L’insegnante si riconosce in un modello educativo attento alle dimensioni cognitive e metacognitive, si propone: di conoscere il proprio funzionamento mentale e quello degli alunni; di raggiungere una personale autoconsapevolezza, in modo da favorirla negli stessi; di essere un buon mediatore nella interazione con gli alunni; di spostare il focus dell’intervento didattico sui processi, più che sui prodotti. L’insegnante cerca di correggere e potenziare le funzioni cognitive carenti, di insegnare un uso corretto di strategie, la motivazione intrinseca e scoraggiare quella estrinseca, di sviluppare competenze rispetto all’analisi, alla pianificazione, alla  esecuzione e verifica del compito, di sviluppare il senso di competenza, autostima e di avere come obiettivo finale quello di potenziare l’autocontrollo cognitivo, l’autonomia degli alunni e la cooperazione tra loro. Rispetto al suo ruolo di Mediatore, l’insegnante favorisce interazioni ed aiuta gli allievi a selezionare gli stimoli mediante l’attenzione selettiva, a focalizzare gli aspetti significativi degli stimoli complessi, ripete l’esposizione degli alunni agli stimoli importanti, sostiene la percezione e la comprensione delle somiglianze e delle differenze, è attento alla messa in sequenza, agli aspetti dimensionali, al rapporto di causa e effetto, insomma sostiene la categorizzazione.

L’insegnante richiama a trovare relazioni tra il presente, il passato, il futuro, aiuta a generalizzare le acquisizioni a situazioni nuove, orienta alla ricerca di soluzioni, guida all’induzione di regole, porta gli allievi a dedurre ed applicare regole, comunica fiducia nelle capacità di pensiero degli allievi. L’interazione tra mediatore e bambini, nel corso di situazioni educative in cui ci si propone di sostenere i processi di astrazione e riflessione, è regolata da un sistematico “interrogare”. Queste domande riguardano il contenuto dell’attività e le procedure per affrontarla, ad esempio: che cos’è…come si chiama…che cosa c’è…cosa vediamo…cosa bisogna fare…c’è tutto?...cosa manca?...cosa facciamo prima?...cosa è successo?...come facciamo?...ci sono delle regole?...spiega perché?...come hai fatto?...si può fare diversamente?... L’interazione è centrata sulla rimessa in gioco delle risposte e dei risultati e sulla richiesta di giustificare ogni risposta.In generale,le “Buone domande” con cui un mediatore sostiene il processo di comprensione e di apprendimento puntano a mettere in relazione l’esperienza nel tempo, a trovare delle regole nelle varie situazioni, a cambiare punto di vista, a confrontare esperienze, a definire situazioni secondo criteri per raggruppare, classificare cose e fatti, a dare un ordine logico, a suscitare consapevolezza su ciò che si fa, come lo si fa e perché. 

Quando una persona più adulta o più esperta: insegnanti , genitori, nonni o fratelli maggiori, media il significato generalizzato degli avvenimenti incontrati negli ambienti di apprendimento, dovrebbero aiutare gli alunni a comprendere che i fenomeni posseggono un significato più ampio, che l’universo ha una sua struttura  prevedibile  e che è essenziale verificare l’applicabilità delle regole in un grande numero di situazioni. “L’esperienza in campo” ci racconta il più delle volte  che i bambini nati da genitori colti e che si dedicano a loro, possono acquisire gran parte dei processi cognitivi fondamentali attraverso il contatto diretto con il loro ambiente; mentre i bambini  nati da genitori con svantaggio socio-economico-culturale, apprendono relativamente meno per contatto diretto con l’ambiente familiare e necessitano di molta più esperienza mediatizzata per l’acquisizione dei processi cognitivi di base. E’ importante mettere l’accento sulle differenze tra bambini, perché induce a individuare, per ogni bambino, le circostanze che determinano il particolare bisogno di mediazione, ed evita il pregiudizio che tutti i bambini abbiano bisogno, e possano beneficiare, di esperienze di mediazione simili dal punto di vista della quantità, della frequenza e della qualità. E’ possibile educare i processi di pensiero grazie all’influenza di mediazioni educative efficaci. 

Noi insegnanti mediatori aiutiamo gli allievi a migliorare i loro processi di pensiero a livello meta cognitivo, a prendere coscienza dei propri processi di pensiero, chiedendo loro di pensare al modo in cui fanno le cose, a riflettere e ad analizzare i processi e le strategie che impiegano. Man mano li vediamo che imparano a  pianificare gli approcci sistematici alla soluzione dei problemi, a riassumere i processi cognitivi e le strategie cui hanno fatto ricorso per risolvere dei problemi.Noi docenti attraverso la DAD abbiamo scelto piattaforme con accuratezza per riuscire a chiarire ai nostri alunni gli obiettivi del processo di apprendimento; abbiamo cercato di riflettere sulla nostra   pratica non per fare una semplice ricerca empirica, ma anche un’attività di tipo filosofico, nella quale abbiamo chiarito a noi stessi quali siano gli obiettivi del processo di insegnamento  (come è stato sottolineato da John Dewey e prima da Aristotele che parlava già di “Filosofia Pratica”). La società della conoscenza richiede una rifondazione dell’umanesimo che non può alimentare saperi separati ed esclusivi, bensì deve investire sul potenziale conoscitivo di tutti, per realizzare competizioni solidaristiche e cooperazioni nella diversità.«Cambiare non significa gettare via tutto e sostituirlo con tutt’altro. Ci si può evolvere cominciando col riorganizzare in maniera diversa ciò che esiste già nella propria testa» (G. De Vecchi).

Angela Lotito docente di ambito linguistico nella scuola primaria.  Ha conseguito il Magistero in Scienze Religiose, la laurea in Filosofia con 110 e il Master di II livello in “Management dei Sistemi Qualità e di Accreditamento nelle Istituzioni Scolastiche ed Universitarie” presso la facoltà di Economia “Dipartimento di Management” a Torino. Interessata alla didattica metacognitiva, Formatrice del metodo “Bright Start” di Carl Haywood e della Valutazione Dinamica di C. Lidz, ha realizzato per molti anni attività di ricerca-azione  su alcuni strumenti di C. Haywood e sulla Valutazione Dinamica di C. Lidz. Membro del direttivo dell’Associazione Niccolò Tommaseo e promotrice per molti anni dell’attività sperimentale sul tema “Il Bilancio Sociale nelle scuole”.  Ha ricoperto per 3 anni il ruolo di “Membro esterno USR Piemonte” nel Comitato di Valutazione dei docenti; da molti anni “Funzione Strumentale area Valutazione e Nucleo Interno di Valutazione” e   “Referente Tutor Tirocinanti”  convenzione con l’U.S.C.O.T. università di Torino presso I.C. Piero Gobetti  a Rivoli (To); Tutor neoassunti in ruolo; Osservatore Invalsi;  incarico triennale  come Esperto A –NEV (INVALSI-SNV). Appassionata alla musica e ai libri “La musica e la lettura sono, come l’amore, un modo di essere”.      

 

                                                                                                                        

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