Quel memorabile 5 marzo, data che contrassegna, nelle nostre menti e nei nostri animi, l’inizio di un periodo che mai nessuno si sarebbe mai immaginato che potesse accadere nella realta’ o meglio forse si poteva immaginare nella nostra fantasia o leggendo la storia di un libro o di un romanzo o addirittura,guardando un film,lontanamente pensando che un giorno tutto questo si sarebbe potuto tramutare in realta’.
Invece uno strano destino che accomuna tutto il genere umano e che gia’da qualche tempo ha inflitto la nostra Italia, come fosse un fiume in piena, ha invaso tutte le nostre regioni,le nostre citta’,i luoghi in cui abitualmente abitiamo, dove lavoriamo e svolgiamo le attivita’ quotidiane.Un destino che ha come protagonista “Coronavirus”che dapprima si e’manifestato piuttosto a macchia, come si suol dire, di leopardo,fino ad arrivare a dilagare per tutto il,nostro Paese .Quindi,allarmismo,pianti, grida di dolore, sofferenza ovunque,fino ad arrivare all’arresto totale,chiusura delle aziende,delle imprese,delle fabbriche,delle attivita’ commerciali e delle scuole,considerate quelle grandi comunita’ in cui maggiormente si sarebbe potuto insediare questo mostro di cui non si conosce esattamente l’origine,ma che ha avuto la traculenza di colpire l’uomo con tutto cio’che ne consegue.Assistiamo,dunque,ad un caos generale,in cui la scuola,gli studenti,docenti,dirigenti e tutto il personale scolastico,e’ stato travolto irrimediabilmente ,perche’non c’era altra soluzione che ritirarsi nelle proprie abitazioni,trovando insieme ai vertici le modalita’per poter in qualche modo ravvivare un sistema grande come la scuola che come tutte le altre Istituzioni,subiva e si rendeva vittima di qusto malessere improvviso.
A questo punto, i docenti si sono dovuti reinventare con un modo diverso di lavorare e cioe’prestare un servizio,mettere a disposizione la propria professionalita’,ma stando nei propri domicili,e’ qui che nasce la DAD,acronimo di didattica a distanza,per alcuni non e’ stata una novita’,perche’gia’ sapevano di cosa si parlava,ma per molti che non avevano mai sperimentato questa nuova didattica lo e’ stato.Cimentarsi in questa nuova impresa non e’ stato cosi’facile sia per i docenti che per gli studenti,ma come si suol dire’ Bisogna fare di necessita’ virtu’,a seguito di questo repentino collasso , verificatosi dapprima in alcuni Stati e poi nel mondo intero,dovevamo adeguarci,ma non arrenderci.Dal momento che la nuova tecnologia aveva ormai cominciato a prendere campo nella scuola,vedi il Piano Nazionale Scuola Digitale, punto cardine della legge 107/2005,e’ cosi’ che e’ stato messo a frutto quanto previsto dalla recente normativa.Quasi fatidico,direi,una nuova didattica,in previsione di un momento drammatico che ci avrebbe colto inaspettatamente,impreparati a dover adoperarci per azionare una nuova macchina di lavoro,fino a questo momento poco usata.Allora sottolineo quanto sia stato ammirevole vedere un plotone di docenti che hanno messo a disposizione tutte le loro conoscenze per non bloccare completamente quanto con devozione e passione e’ stato avviato durante questo anno scolastico.
Era prevedibile che ad un certo momento tradizione ed innovazione si sarebbero sposati,coniugarli insieme non e’sempre facile,ma l’unico strumento che attualmente consente il docente di collegarsi al proprio alunno in modo diverso,anche se distante,ma metaforicamente ravvicinato,perche’al di la’ dello schermo,si ritrova una voce rassicurante che non abbandona gli studenti a questo triste momento.In qualche modo si presenta un contatto se pur virtuale,ma tangibile attraverso un volto che e’il volto di un docente che interloquisce con il proprio studente,trasmettendogli fiducia nei confronti della scuola che comunque continua ad esistere e a non abbandonare i propri alunni.Gli stessi disorientati di fronte ad un mondo che si arresta e che fa sentire loro quasi persi. impreparati a fare scuola diversamente da come abituati.Per loro la nuova didattica rappresenta l’ unico canale trasmissivo,unico mezzo per comunicare con noi docenti che con coscienza non abbiamo mai abbandonato le nostre postazioni.
Mai come in questo momento,piu’ che il senso di responsabilità.prevale quella componente umana insita in ognuno di noi,messi alla prova quotidianamente e con tutte le difficoltà del caso,ma compatti ce l’ abbiamo fatta, con a disposizione l’unica “arma”la DAD.Cosi’si suol definire la didattica innovativa che ha rivoluzionato quel modello classico e tradizionale di trasmettere i saperi, pur consapevoli che niente si puo’sostituire al docente in classe,visto dal vivo e che comunica con i propri allievi,servendosi delle forme piu’svariate di comunicazione. Ma ora,agli alunni probabilmente interessa sapere che al di la’di uno schermo glaciale e statico c’e’ qualcuno che e’ pronto a sostenerli con tutti i mezzi a sua disposizione.In qualche modo le distanze possano ridursi non soltanto fisicamente,ma emotivamente e cognitivamente.Possa un domani la DAD costituire un metodo innovativo e capace di supportare gli apprendimenti degli studenti,senza pero’ che con questo si tralasci la tradizione.
Spinelli Elena, docente di lettere,storia e geografia, presso il Liceo artistico U.Brunelleschi di Montemurlo (PO).Laureata in Pedagogia con 110/110 e lode presso l' ex facoltà di Magistero di Bari.Nata a Manduria(TA) il 28/11/1972 e trasferita i Toscana per motivi di lavoro.Abilitata in tutti gli ordini di scuola,entrata in ruolo dapprima nella scuola primaria,poi medie e infine alle superiori. Ho ricoperto diversi incarichi tra cui quello di funzione strumentale INVALSI.