Siamo in presenza di una didattica a distanza del tutto particolare la cui portata forse ci sfugge. Ci troviamo in un contesto che definirei di didattica a distanza totale . La scuola sta entrando nelle famiglie, nelle case, con l’intento di trovarvi uno spazio significativo di tempo e di luogo.
È una situazione del tutto inedita.La didattica , dunque , si può dire sale in cattedra Non solo si fa finalmente trasparente ai genitori, molto più che con i registri elettronici. Con la didattica a distanza totale le cose cambiano e trasparente finisce per essere l’attività didattica: le famiglie possono ora vedere, attraverso il lavoro e il materiale che entra nelle case, come la scuola e i docenti sanno lavorare e valutare. È come se in qualche modo l’aula, definita una scatola nera ( black box ), si fosse improvvisamente aperta. La scatola nera che viene aperta dal dramma epocale. La scuola si specchia nelle case e nelle famiglie e viceversa. Gli insegnanti si rendono conto dei ritmi familiari, dei modi di affiancare gli alunni, delle difficoltà non solo dei propri studenti, ma magari dei genitori a capire le istruzioni, ad usare le varie piattaforme. Nella distanza , paradossalmente, i confini vengono abbattuti inaugurando nuove forme di partecipazione anche dei genitori e per ragioni oggettive ciò è più chiaro nella scuola di base dall’infanzia alla secondaria. Insomma uno sconvolgimento significativo che forse potrà dirci molte cose sul futuro della nostra scuola. I genitori si trovano spesso in condizioni di dover aiutare i propri figli nel lavoro scolastico, allo stesso modo dei fratelli più grandi nei confronti dei fratelli minori. I genitori e i fratelli (ma anche altri parenti in famiglia) stanno potenziando informalmente una funzione di insegnante.
Cosa vuol dire tutto ciò? Che rilevanza può avere in futuro?
E tuttavia potrebbero esserci delle situazioni più povere culturalmente dove questo non avviene. Di sicuro ora la scuola è sparsa sul territorio, fino a coincidere con le case dei nostri alunni. Nella comunità si fa più evidente la povertà educativa : i servizi sociali e sanitari e i vari apporti esterni pubblici, compreso quello della scuola, si affievoliscono e non poche famiglie rischiano l’isolamento.Non solo ma il bisogno di relazione si fa più stringente a causa dell’esperienza della perdita. La perdita della relazione fisica con i compagni e gli insegnanti, la perdita di tanti momenti esterni di svago, sport, arte, viaggi, fino alla perdita - drammatica - dei propri cari, dei nonni, dei parenti a causa dell'infezione. Come conoscere meglio questa situazione? Come coniugare didattica e relazione in un contesto di perdita? Come riuscire a limitare le difficoltà di alunni e famiglie in situazione di povertà educativa?Occorre trovare canali e modalità di "contatto umano" capace di veicolare affetto, motivazione e slancio, senza i quali gli alunni ne uscirebbero impoveriti. Parliamo di sistema delle responsabilità . Dobbiamo valorizzare questo approccio anche nella situazione come l’attuale. In questi giorni si tratta di coinvolgere i bambini e i ragazzi nella vita familiare, come lo sono in quella scolastica, impegnandoli in piccole faccende come apparecchiare, sparecchiare, tenere in ordine la propria stanza, contribuire alle pulizie domestiche.
Si potrebbe stabilire una sorta di planning della giornata, definendo per scritto e/o su un pannello insieme ai genitori, gli orari e gli impegni. La responsabilità ovviamente riguarda anche l’esecuzione dei compiti da svolgersi in autonomia, usufruendo dell’eventuale affiancamento. Queste incombenze una volta scritte diventano oggetto di un resoconto settimanale che potrebbe anche essere motivo di discussione con gli insegnanti.
La concentrazione e il silenzio sono oggi beni preziosi. Sappiamo come le nostre giornate in condizioni di normalità sono strapiene di stimoli e opportunità che ci disorientano invitandoci ad essere superficiali. I nostri bambini e i nostri ragazzi sono coinvolti in questo chiasso esistenziale che li rende irrequieti e agitati. Sono sollecitati a passare velocemente da un’attività ad un’altra senza soluzione di continuità.E forse questa situazione può ripresentarsi anche al chiuso delle mura domestiche. Allora perché non trovare nella giornata uno spazio di silenzio e di concentrazione in questo momento difficile? Possiamo aiutare le famiglie a riscoprire ritmi lenti e la bellezza, nel dramma, di climi silenziosi. Ma questo dovrà ricordarci di un impegno da riportare a scuola, nelle condizioni di normalità dove troppo spesso il chiasso, la voce alta, la confusione, sia durante le lezioni, che nei momenti di pausa fanno da padroni, impedendo la collaborazione tra gli alunni e minando l’efficacia dell’apprendimento.
Ci sono alcuni strumenti didattici che oggi sono di grande valore. Pensiamo alla metodica delle Istruzioni per l’uso: IKEA con i suoi foglietti con illustrazioni numerate ci ha fatto diventare costruttori di sedie, panche, armadi, lampadari. Qual è il segreto? Essere chiari,semplici essenziali, procedurali. Solo ad un primo impatto sembra facile la loro costruzione. La semplicità richiama la sintesi e la sintesi, a sua volta, implica un grande lavoro per togliere, tagliare, fino ad arrivare al nucleo essenziale di quello che vogliamo che venga eseguito. Se i nostri alunni sono abituati a leggere e decodificare istruzioni, sarà molto più semplice il lavoro a distanza, che potrà avvalersi a livello basico di un documento ben scritto da inviare. Le istruzioni per l’uso, sappiamo possono essere corredate da video e immagini che illustrano il procedimento di lavoro. il video è la rappresentazione attiva , l’immagine quella iconica , lo scritto quella simbolica , il tutto in una versione digitale.
Con l’indicazione prima di cominciare di reperire il materiale da lavoro (gli strumenti e gli ingredienti). Le istruzioni per l’uso sono collegate al paradigma dell’artigiano: istruzioni chiare, figura dell’oggetto da realizzare, video per illustrare la procedura, immagini in sequenza, eventuale sostegno a distanza di un operatore che affianca. Il tutto volto a far sì che un soggetto diventi un costruttore autonomo. Il modellamento nella formazione a distanza funziona in questa maniera, si appoggia a modelli oggettuali (figure, immagini, video, descrizioni). Con ciò non voglio dire certamente mettere in ombra la forza del modellamento in presenza di gran lunga rimane la più potente. Ma il punto è che il paradigma dell’artigiano non risulta applicato nelle nostre scuole dove si preferisce la tradizionale spiegazione.. Proviamo allora a utilizzarlo nella distanza per poi svilupparlo a scuola una volta tornati alla normalità.La distanza può far riscoprire un modo nuovo di stare in famiglia e, nello stesso tempo, può aiutarci a valorizzare ancor di più il sistema delle responsabilità nella scuola tornata alla normalità. Si può far scuola anche a casa!Imparare, è un concentrato di esperienza, una grande avventura, che può essere vissuta come se fosse un viaggio, un libro da scrivere insieme, uno spettacolo teatrale, un orto da coltivare, un sogno da colorare”.
DIDATTICA A DISTANZA...SI “MA CON IL BUON SENSO”
ALFANO LILIANA, siciliana d'origine bresciana d'adozione, attualmente docente di scuola primaria. Laureata in psicologia dello sviluppo e dell'educazione presso l'Università degli Studi di Palermo, consegue il titolo di psicologa con iscrizione nella sezione A dell’albo professionale dell’ordine della Lombardia n.03/12798. Frequenta diversi corsi di perfezionamento in:”Percorsi e metodiche di intervento educativo nell’ospedalizzazione del minore”, in “Strategie e metodi di intervento sulla disabilità in ambito didattico”. Consegue diversi attestati sull’Autismo e programma T.E.A.C.C.H. e sui disturbi specifici di apprendimento. Mediatrice interculturale, ha assunto l’incarico di referente nella commissione stranieri e altri incarichi nella propria scuola (referente progetto Piedibus); da circa 2 anni ricopre il ruolo di componente RSU. Nel proprio curriculum vanta molteplici esperienze formative indette dal MIUR e corsi di formazione sui disturbi specifici dell’apprendimento. A questi si aggiungono le esperienze formative indette dall’istituto di appartenenza.