Bullismo / Cyberbullismo e il  rinnovo della “cassetta degli attrezzi” con l’autonomia scolastica. 

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Bullismo e Cyberbullismo negli ultimi venti anni sono stati attenzionati con un focus che ha visto il passaggio della scuola italiana dall’integrazione al processo di inclusività nell’ambito dell’autonomia scolastica. Repentinamente si è passati dal concetto del “bullismo che è sempre esistito”, quasi fisiologico (per alcuni quasi una normalità sotto forma di scherzo), a quello di bullismo agito, intenzionale  che con l’utilizzo del cellulare e dei social network si è ampliato nel fenomeno del cyberbullismo. 

 

Il passo del “bullo” Franti nel libro Cuore di E. De Amicis1(nella nota) ci porta alla riflessività.

Erano tempi in cui quel tipo di comportamenti venivano puniti e non rieducati. 

La scuola dell’autonomia, invece, matura appieno l’atto dell’azione educativa e mai punitiva “ per garantire il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo”, come recita l’ articolo 1, Decreto Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275.

Oggi conosciamo il profilo del bullo2 e del cyberbullo, sappiamo quali sono i bisogni e i segnali precoci, abbiamo contezza degli indicatori circa i due fenomeni tra loro correlati, consapevolezza di quanto sia importante per la prevenzione educare alle emozioni e veicolare in modo positivo il fascino del rischio degli adolescenti per far sì che dall’eteronimia confluisca nell’autonomia  al fine di completare le esigenze dello sviluppo legate all’individuazione.3

 

Orientiamo il preadolescente e l’adolescente verso il rischio con finalità positive e quindi spingendolo  a sollecitare alcune abilità e competenze di base come la prontezza nelle reazioni e nell’apprendimento; la capacità di adattare l’esperienza passata alla situazione attuale; l’abilità di cogliere l’essenza in una situazione complessa; la capacità di risolvere problemi nuovi. 4

Mettiamo in atto pian piano le dieci «competenze di vita» (life skills) proposte nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)  ritenute essenziali al benessere a alla salute psicosociale dei bambini e degli adolescenti: Problem solving, Decision making, Senso critico, Creatività, Autocoscienza: conoscere se stessi, Gestione delle emozioni, Gestione dello stress,

Comunicazione efficace, Empatia, Competenze nelle relazioni interpersonali.5

I fenomeni di bullismo e cyberbullismo, alla luce di studi e ricerche longitudinali6, già evidenziati in molta letteratura, si traducono in un più generale comportamento antisociale, caratterizzato dalla mancanza di rispetto per le regole e norme societarie. Viene spesso evidenziato che chi rimane a lungo nel ruolo di prepotente corre più rischi di altri di entrare in quella escalation di violenza che va da piccoli episodi di furti, criminalità, vandalismo, fino a incorrere in atti illeciti gravissimi.

Come i bulli anche i cyberbulli e le vittime sono affette da diversi tipi di disturbi: insicurezza,

solitudine, depressione, ansia, bassa autostima ed eccessiva passività nelle relazioni

interpersonali, che portano a un sempre maggior isolamento sociale. Le vittime mettono in atto condotte auto-aggressive, fino a casi estremi di suicidio.

L’uso continuo e a volte compulsivo dello smartfhone, il bisogno di controllare i WhatsApp trasforma l’attesa in una messaggistica istantanea e a temere di essere emarginati dalla comunità virtuale; tant’è che sempre più frequentemente gli adolescenti stanno adottando un’abitudine definita “vamping”. Di notte, più che dormire, vogliono socializzare sul web.

Viene da sé che l’intervento pedagogico individuale è inefficace. Un intervento

preventivo o rieducativo deve essere rivolto a tutti gli alunni e non direttamente ai

bulli / cyberbulli e alle loro vittime, perché il bullo o cyberbullo  non è motivato al cambiamento e le sue azioni non sono percepite da lui come un problema.

La realtà vissuta negli ultimi anni ha portato la scuola, gli educatori e gli esperti ad attivarsi per la prevenzione e la rieducazione . Nella maggior parte delle esperienze, condotte nei vari paesi, è stata riconosciuta (ed è riconosciuta) la necessità di usare un approccio ecologico e sistemico,7 attraverso la messa in atto di progetti che coinvolgano l’intera scuola e iniziative di comunità, volte a potenziare l’attenzione attraverso training, video, incontri formativi- informativi.

In Norvegia, grazie all’attività pionieristica di Olweus (1993) e ai progetti di Galloway e Roland (2004), si è riusciti a stimolare l’attenzione sul bullismo, tanto da indurre il governo di quel paese a promuovere diverse campagne di prevenzione, fino ad arrivare a “Tolleranza zero”,con lo scopo di portare all’estinzione il fenomeno, attraverso una campagna di sensibilizzazione. 

A seguire, con il progetto di Sheffield, in Inghilterra, in tutte le scuole viene sancita l’obbligatorietà di uno statuto e di una politica antibullismo  supportata da training formativi per i docenti (Smith, Pepler e Rigby, 2004). Altri progetti di ricerca si sono sviluppati, poi, quasi contemporaneamente in molti paesi, tra cui Giappone, Olanda, Spagna, Stati Uniti.8

 

In Italia il primo interesse al fenomeno del bullismo risale agli inizi degli anni Ottanta, quando fu tradotto il libro di Olweus con il titolo L’aggressività nella scuola (Bulzoni, 1983), a cura di G.V. Caprara, ma solo a metà degli anni Novanta vennero condotte le prime ricerche a cura di Fonzi A. (1997), con il lavoro dal titolo “Il bullismo in Italia”.

Importante è stata la direttiva MIUR n.16 del 5 febbraio 2007 recante “Linee di indirizzo generali e azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo” e la direttiva MPI n. 30 del 15 marzo 2007 , “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di ‘telefoni cellulari’ e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti”.

La direttiva successiva del MPI n. 104 del 30 novembre 2007,  “Linee di indirizzo e chiarimenti interpretativi ed applicativi in ordine alla normativa vigente…”, seguita dalla direttiva MIUR n.1455/06 MIUR, Aprile 2015, o  “per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyber-bullismo”, hanno portato ad una più ampia sensibilizzazione. 

La Legge 107/2015 ha riconosciuto, in capo alle amministrazioni scolastiche, una vasta autonomia nelle scelte che concernono gli insegnamenti, le attività curricolari ed extracurricolari, le finalità educative e organizzative, predisponendo un’analitica definizione del “Piano Triennale dell’Offerta Formativa” e tra le finalità primarie che si è proposto di realizzare, emerge quello di assicurare la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione.

Attualmente, al fine di  monitorare situazioni a rischio, individuare modalità che permettano di prevenire, affrontare e contrastare il fenomeno del bullismo e cyber-bullismo, che  devono essere conosciuti e combattuti in tutte le forme, secondo un processo altamente educativo,  possiamo far riferimento ad un referente scolastico, con il supporto del team e del Dirigente scolastico in risposta all’articolo 4, comma 2, della Legge n. 71 del 29 maggio 2017.

La Legge n. 71/17 «Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo9» si propone di tutelare la dignità dei minori coinvolgendo varie soggettività: titolari dei trattamenti dei dati personali, gestori di piattaforme internet e social network,vari Ministeri,Garante per l’infanzia e l’adolescenza,Garante per la protezione dei dati personali. Rappresenta un rilevante passo avanti per il nostro Paese.

Nell’aggiornamento delle LINEE DI ORIENTAMENTO per la prevenzione e il contrasto del cyber bullismo (MIUR, Ottobre 2017) viene ribadito che “ La Legge 107 del 2015  ha introdotto, tra gli obiettivi formativi prioritari, lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, finalizzate anche a un utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media, e declinato dal Piano Nazionale Scuola Digitale”.10

E sempre nelle LINEE DI ORIENTAMENTO  2017 si specifica che “Per promuovere strategie finalizzate a rendere Internet un luogo più sicuro per gli utenti più giovani, favorendone un uso positivo e consapevole, il MIUR ha avviato l’iniziativa “Generazioni Connesse”, sostenuta dalla Commissione Europea, con lo scopo di fornire alle istituzioni scolastiche una serie di strumenti didattici, di immediato utilizzo”11

A coronamento della Legge 107 del 2015 e della Legge 71/17, arriva la Legge 92/19 sull’inserimento dell’educazione civica, che ha, tra gli obiettivi fondamentali dell’offerta formativa, l’esigenza dell’educazione alla cittadinanza digitale. Naturalmente tenendo sempre ben presente il D.P.R. 249/98 e 235/2007 recante lo “Statuto delle studentesse e degli studenti”, e l’inclusione degli alunni con BES (CM n. 8 del 6 marzo 2013;D.Lgs. 66/2017 e 96/2019), fondamentali per evitare il disagio e l’abbandono.

La “cassetta degli attrezzi” con l’autonomia scolastica si è rinnovata e urge la necessità                                                                          

di andare incontro alle particolari esigenze che ogni alunno può manifestare, “anche limitatamente a un periodo circoscritto e in assenza di una diagnosi clinica” .La normativa dà ai docenti competenza per individuare tali tipologie di BES e responsabilità “ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi”12

Note bibliografiche

1Franti nel libro Cuore “È malvagio… Quando uno piange, egli ride… Provoca tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s’inferocisce e tira

a far male. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ruba quando può, nega con una faccia invetriata, è sempre in lite con qualcheduno… si porta degli spilloni per punzecchiare i vicini, si strappa i bottoni della giacchetta, e ne stappa agli altri, e li gioca, e ha cartella, quaderni, libri, tutto sgualcito, stracciato, sporco, la riga dentellata, la penna mangiata, le unghie rose, i vestiti pieni di frittelle e di strappi che si fa nelle risse… Egli odia la scuola, odia i compagni, odia il maestro. Il maestro finge di non vedere le sue birbonate, ed egli fa peggio… Fu sospeso dalla scuola per tre giorni, e tornò più tristo e più insolente di prima …”  tratto da  E. De Amicis, Cuore, Franti cacciato dalla scuola, p. 68, decima edizione Ed. Paoline,

Roma, 1983.

2 Tracciamo in modo schematico un profilo del «bullo»:

– un debole – «un primitivo delle relazioni umane»– un ragazzo che non ha imparato a dialogare con gli altri

– colui che ha difficoltà ad ascoltare il proprio interlocutore, di capire le sue ragioni e di sentire le sue emozioni

– spesso un ragazzo che va male a scuola . Tratto da  “ Prevenzione e valutazione pedagogica del bullismo”, Giorgina Di Ioia, Trento, Erickson live (2011), /Oppure  https://www.ericksonlive.it/members/giorginadiioia/libri/

3Scriveva Carl Gustav Jung: “… Prima di potersi proporre come scopo l’individuazione, occorre raggiungere la meta educativa dell’adattamento al minimo di norme collettive, necessario per l’esistenza. ”  Da:  ‘Tipi psicologici’, 1920. 

È quel processo psichico unico e irripetibile di ogni individuo che consiste nell’avvicinamento dell’Io con il Sé, ossia  una crescente integrazione e unificazione dei complessi che formano la personalità; «L ‘individuazione non ha altro scopo che di liberare il Sé, per un lato, dai falsi involucri della “Persona” , dall’altro lato, dal potere suggestivo delle immagini dell’inconscio.» (C.G.Jung) https://www.jungitalia.it/2013/06/03/diventare-se-stessi-il-processo-di-individuazione-in-psicologia-2/#Che_cos8217e_l8217individuazione

4Giorgina Di Ioia(2011), Prevenzione e valutazione pedagogica del bullismo, Trento, Erickson live  

5DEA Scuola (2017), Life Skills: le 10 competenze che migliorano la vita degli studenti, 2 aprile, https://blog.deascuola.it/articoli/soft-skills-competenze

6 Olweus Dan(1993), Fonzi, A., (1997), Menesini E.( 2000),Maggi, M., Buccoliero, E. (2006), Di Ioia G. (2011), Willard (2004), Belsey (2005),Slonje e Smith (2008)

7 P. Crispiani, PedagogiaClinica, p. 105, 106, 221 Ed. junior, Azzano San Paolo (BG), 2001

8Menesini E. (2007), Sensibilizzazione e prevenzione, «Psicologia contemporanea», Giunti.  

9La definizione di cyberbullismo è contenuta nel comma I dell’art. 1 della Legge 71/2017, che così recita: “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

10https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Linee+Guida+Bullismo+-+2017.pdf/4df7c320-e98f-4417-9c31-9100fd63e2be?version=1.0 (pag.4)

11 Ibidem (pag.5)

      12  CM  (MIUR) n. 8 del 6 marzo 2013, p. 2

Giorgina Di Ioia, Pedagogista clinico, già Giudice onorario minorile presso la Corte d’Appello del Tribunale di Campobasso, già formatore  in qualità di docente supervisore SSIS e tutor coordinatore TFA per le abilitazioni dei docenti della scuola secondaria di secondo grado (presso L’Università del Molise), per i neoassunti in ruolo e corsi in varie scuole. Docente presso il Liceo Artistico “G. Manzù” - I.I.S “M. Pagano” CB - (Liceo Classico, Artistico e Scientifico). Specialista certificata presso INDEX-IPR International Professional Registers dell’Istituto Itard.

Autrice di numerosi articoli, ha collaborato dal 2003 al 2011, al “Giornale di Pedagogia”, edizioni junior; dal 2016 e ancora oggi alla redazione nazionale del “ Diogene’s Journal”, Periodico Scientifico-Professionale on-line dell’Istituto Itard; dal 2019 collabora al Network di Professionisti per Soluzioni Integrate, “ConsulenzeIntegrate2.0”(https://consulenzeintegrate.wordpress.com).

Ha pubblicato ”Il caso del bullo con disturbi di apprendimento”, nel volume “Il Pedagogista. Ambiti professionali e competenze”, a cura di Marco Paolo Dellabianca, edizioni junior, 2009; Il giudice onorario minorile: ruolo, funzioni, processi”, nel volume “Pedagogia giuridica”, edizioni junior, 2010, a cura di Piero Crispiani. Ha collaborato al volume “Reti contro la dispersione scolastica”, I cantieri del possibile, a cura di Marco Rossi Doria e Silvia Tabarelli, Erickson, 2016 

E’ autrice per Erickson del lavoro “Prevenzione e valutazione Pedagogica del Bullismo”, Erickson live, 2011.

   

 

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