20 anni di autonomia: cosa è cambiato nella scuola

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La Legge 59/1997, detta anche Legge Bassanini, dà inizio alla trasformazione del sistema di istruzione, fino a quel momento, centralizzato a livello nazionale. Da questo momento, i singoli istituti, acquistano autonomia gestionale, acquisendo la facoltà di articolare l’attività didattica, grazie all’introduzione di una certa flessibilità oraria. Il DPR 275/1999, poi, trasforma la figura del Preside, in quella di Dirigente Scolastico. 

 

Poco dopo, nel giugno del 2000, il Ministro De Mauro, istituisce una Commissione Ministeriale, che ha l’obiettivo di compilare il Curriculum della Scuola Riformata. Nel marzo 2001, vengono pubblicati gli “Indirizzi per l’attuazione del Curricolo della scuola di base” ed, in dicembre, quelli per la scuola secondaria. Si passa, quindi, dalla scuola tradizionale alla scuola dell’autonomia, in cui cambia completamente la visione prospettica.

In altre parole, si passa da una realtà di scuola, incentrata sul Programma, ad una scuola che focalizza la sua attenzione sul Curricolo. Ma questo che cosa significa? Significa che, al centro del progetto educativo, non ci sono più i contenuti da apprendere ma il soggetto che apprende, considerato nella visione globale, con il suo vissuto personale ed con il suo contesto di appartenenza. E qual è l’obiettivo di questo sconvolgimento radicale del punto di vista?

E’ il successo formativo di ciascuno, che deve essere raggiunto con l’acquisizione delle competenze, che si identificano nell’utilizzo al meglio dei contenuti appresi. Il Programma, infatti, rappresenta una serie di contenuti, mentre, il Curricolo include anche una attenzione alla metodologia che diventa il punto di forza per il coinvolgimento emotivo dei discenti. Un cambiamento così radicale, ovviamente, non può che realizzarsi gradualmente, infatti, il sistema scolastico è perennemente in evoluzione.

In questo particolare momento di difficoltà, la capacità dei docenti di rendere flessibili le diverse modalità di insegnamento, ha permesso alla scuola di non fermarsi e di non trovarsi inadeguata, in una situazione di emergenza. Docenti, di tutti i gradi di istruzione si sono impegnati nella ricerca di metodologie alternative che avessero la capacità di coinvolgere gli studenti, anche in un’esperienza di didattica a distanza.

Proprio in questo periodo, a mio parere, l’autonomia scolastica ha potuto dimostrare le proprie potenzialità, spesso rimaste in ombra, assopite dalla quotidianità. Mai come in questo momento, al centro del processo educativo, sono stati considerati gli studenti e, non nel loro insieme ma, ciascuno con la propria realtà complessa che lo rende unico e diverso dagli altri. Tutto ciò è stato reso possibile anche dalla formazione in servizio, che ha consentito ai docenti di andare di pari passo con l’evoluzione socio-culturale del Paese.

La scuola, proprio in nome dell’autonomia di cui è stata dotata, non deve ma, soprattutto, non può, restare estranea alla rivoluzione tecnologica che si sta verificando, non può ignorare che gli studenti sono nativi digitali. La scuola, per funzionare nel modo giusto, deve dimostrarsi una istituzione flessibile, proprio in nome del principio fondamentale dell’autonomia: la centralità dello studente, con le proprie esigenze ed il proprio vissuto.

Solo in quest’ottica, la scuola, può rimanere un organismo vivo e può consolidare la stima di chi la frequenta.

Emanuela Rosina nasce a Milano, nel 1961, si laurea in Lettere Moderna all’Università degli Studi di Milano. In seguito consegue i seguenti Master “Didattica della Lingua italiane”, “Storia del Novecento”, presso l’Università di Tor Vergata a Roma, “Esperto in didattica assistita dalle nuove tecnologie”. “Tecnologie della Didattica” e “Digital strytelling” al Politecnico di Milano. Ha diversi tipi di esperienza di insegnamento: negli anni si trova ad insegnare: religione, sostegno e lettere alla scuola secondaria di primo grado. Attualmente è Docente di Ruolo di Letteratura e Storia all’ITAG “Italo Calvino” di Noverasco di Opera, in provincia di Milano. E’ appassionata di Filosofia Antica

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