Dal RAV ( il rapporto di autovalutazione) al PdM (piano di miglioramento) : dalla progettualità di un istituto ai risultati restituiti agli  stakeholders

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L’introduzione del Sistema Nazionale di Valutazione (DPR 28 marzo 2013 n. 80) e l’approvazione della Legge 107/15 hanno posto alle scuole la necessità di dotarsi di un progetto triennale (Piano dell’offerta formativa triennale), già del resto presente nello scenario della vita programmatica della scuola, denominato semplicemente POF, che rappresentava  una pianificazione annuale e non si poneva traguardi in prospettiva temporale. 

 Il PTOF  ha come  punto di partenza il RAV (Rapporto di Autovalutazione che rende conto delle risorse disponibili, dei risultati che la scuola ha ottenuto e degli obiettivi di miglioramento). Il modello di valutazione introdotto in Italia nel 2013 prende in considerazione i processi chiave della scuola rilevando, mediante un sistema articolato di misurazioni, le informazioni che permettono di tenere sotto controllo il servizio erogato (processi educativi e organizzativi e il contesto di riferimento) e i risultati raggiunti in relazione agli obiettivi che l’istituto scolastico si è dato.

 Infine la condivisione del modello di valutazione (fra tutte le scuole del sistema), con le rilevazioni INVALSI permette di misurare la performance di ogni istituto scolastico nella sua evoluzione temporale (valutazione diacronica) e nel confronto strutturato con altre scuole per evitare l’autoreferenzialità (valutazione sincronica). 

Il SNV pone al centro del processo il Rapporto di AutoValutazione (RAV) predisposto da un team interno che prende in considerazione gli esiti scolastici (successo formativo, competenze di base, equità degli esiti e risultati a distanza), il contesto e le risorse della scuola, i processi relativi alle pratiche educative (scelte curricolari, progettazione della didattica e valutazione, sviluppo delle relazioni fra pari, inclusione, integrazione e differenziazione continuità e orientamento) e l’ambiente organizzativo (specificità della scuola, direzione; controllo strategico, gestione delle risorse strutturali e finanziarie e sviluppo professionale). 

Il fulcro del valutare non rappresenta più le articolazioni e le diverse classificazioni delle prestazioni all’interno di ogni istituzione scolastica; esso è anche il riconoscimento delle criticità, che si evidenziano, e la messa in opera di eventuali Piani di miglioramento (PdM).

Il MIUR ha, attraverso la nota n. 7904/2015, dato precise indicazioni per quanto concerne non solo la chiusura e pubblicazione del Rapporto di autovalutazione (RAV) ma anche per quanto riguarda l’orientamento per la stesura del Piano di miglioramento (PdM).

Le istituzioni scolastiche, come recita la nota n. 5983/2015, hanno la possibilità di rivedere e di riconsiderare tutte le parti del proprio Rapporto di autovalutazione, redatto in formato elettronico. Solo in seguito tale Rapporto di autovalutazione (RAV) può, in ogni scuola, essere pubblicato nella sezione del portale “Scuola in chiaro”, destinata alla valutazione.

 Per ognuna di queste aree di analisi il SNV ha proposto alcuni strumenti di indagine (questionario scuola, questionari rivolti a studenti, docenti e genitori), ma le scuole possono integrare questi strumenti al fine di raccogliere informazioni in merito agli indicatori presenti nel RAV. 

In quest’ultimo infatti troviamo un sistema articolato di indicatori che hanno consentito ad ogni istituto di darsi una valutazione per ognuno degli elementi citati tali da permettere di individuare gli obiettivi di miglioramento per il successivo triennio.

 Nel RAV i principali processi della scuola (didattici e organizzativi) sono stati suddivisi in aree al fine di effettuare una lettura ed una interpretazione dei dati raccolti, in funzione dei relativi benchmark per territorio e tipologia di istituto. 

La lettura sinottica degli indicatori consente ai DS in collaborazione del team preposto di individuare i punti di forza e debolezza e, a partire da questa analisi, vengono scelti alcuni obiettivi di miglioramento. Questi costituiscono il punto di partenza per definire un piano di miglioramento coerente con il PTOF, al termine del quale si dovranno verificare i risultati raggiunti in relazione agli obiettivi prefissati, per riprogettare il triennio successivo. 

Questa lunga premessa serve a stabilire chi sono gli attori, che cosa è necessario osservare e monitorare, come e con quali strumenti organizzativi la scuola intende realizzare il processo ed infine i quali sono i risultati o meglio in cosa consiste la  rendicontazione nei confronti del territorio e degli stakeholders.

 Nella mia scuola ricopro da anni il ruolo di referente per l’INVALSI, da sempre interpreto i dati restituiti, alcuni di questi spesso in dissonanza con quanto le scuole certificano; quindi con il team preposto alla strutturazione del RAV abbiamo lavorato molto in questi anni al fine di mettere in campo strategie funzionali a ridurre il divario tra gli esiti invalsi e gli esiti scolastici, ma non solo, tutto questo si è tradotto in tantissime azioni  di processo che hanno rappresentato mille opportunità per i nostri alunni.

Le istituzioni scolastiche, quindi sulla scorta della lettura dei dati in possesso compilano il Piano di miglioramento (PDM); questo deve essere congruente con gli obiettivi di miglioramento già presenti nel Rapporto di autovalutazione (RAV). Bisogna considerare che nella nuova versione (comma 3 dell’art. 3 del DPR n. 275/1999 – Regolamento sull’autonomia scolastica -) il Piano di miglioramento (PdM) rientra nel Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF – Legge n.107/2015). Il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF), giacché rappresenta il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa, deve essere integrato, come prevede il comma 14 (art. 1 della legge n. 107/2015) con il Piano di miglioramento dell’istituzione scolastica, previsto dal D.P.R. 28 marzo 2013, n. 80.

In tale prospettiva è importante specificare, nel PTOF, sia le priorità, i traguardi di lungo periodo e gli obiettivi di processo già indicati nella parte 5 del Rapporto di autovalutazione (RAV) sia le azioni che sottintendono al raggiungimento dei traguardi previsti. 

La nota ministeriale n. 7904/2015   dà le disposizioni indicative per la predisposizione del PdM (Piano di miglioramento), sia concernente, in particolare, i nessi tra obiettivi del processo e i traguardi di miglioramento sia per quanto riguarda la pianificazione delle azioni, la valutazione periodica dello stato di avanzamento del PdM (Piano di miglioramento) e la documentazione del nucleo di valutazione. All’interno del Sistema Nazionale di Valutazione, il miglioramento si configura come un percorso mirato all’individuazione di una linea strategica, di un processo di problem solving e di pianificazione che le scuole mettono in atto sulla base di priorità e traguardi individuati nella sezione 5 del RAV.

 A favore delle scuole per i processi di miglioramento, l’Indire ha realizzato, per la progettazione, il monitoraggio e la valutazione, un apposito ambiente online, disponibile al link miglioramento.indire.it.

In tale spazio le istituzioni scolastiche possono essere supportate per la compilazione del Piano di miglioramento (PdM).

Le istituzioni scolastiche, per il processo di miglioramento, hanno la possibilità di farsi supportare da un consulente per il Piano di miglioramento (PdM). Le scuole interessate possono accedere all’elenco degli esperti e visionare i curricula al fine di invitarlo nella progettazione. 

Il Piano di miglioramento (PdM) pianificato, nella fase sia di formulazione sia di attuazione, dal dirigente scolastico, responsabile della gestione del processo, e dal nucleo interno di valutazione (unità di autovalutazione). 

Coinvolge tutta la comunità scolastica che informate del progetto sono i veri artefici del miglioramento poiché investire sulla consapevolezza delle risorse professionali  interne rappresenta il modo migliore per stimolare: spirito critico , senso di appartenenza ad un progetto ed ad una comunità pensante  che si adopererà tutta in funzione dell’utenza in toto liberandosi della veste di individualismo rivolta solo ed esclusivamente alla cura di un piccolo orticello che non si presta oramai ad una scuola che è unicum e che risponde ad un aumentato numero di stakolders e che ha uno strumento unico per realizzare tutto ciò : L’AUTONOMIA. 

 Ecco che pian piano tutto questo impianto imponente che sulla carta risponde pienamente ad un sistema organizzativo perfetto tipico dei paesi europei, ai quali modelli la scuola italiana mira, mette in luce le criticità incontrate nel primo ciclo di vita del SNV. 

Questo è il vero cuore della questione ed un vero elemento di criticità soprattutto in quelle scuole con un largo turnover, ma soprattutto un largo numero  di docenti precari che spesso arrivano  ad anno inoltrato viste le lungaggini burocratiche in merito allo scorrimento delle graduatorie che richiama l’attenzione su un altro aspetto di non poca attenzione ovvero tutto l’apparato amministrativo delle nostre scuole , spesso insufficiente  o impreparato a gestire tutta la mole di attività previste. 

Non a caso il modello del Piano di miglioramento (PdM), proposto da Indire prevede azioni di miglioramento che si situano su due livelli. Il primo livello è quello delle pratiche educative e didattiche e il secondo delle pratiche gestionali e organizzative.

Il modello si fonda su 4 sezioni:

  1. Scegliere gli obiettivi del processo più validi alla luce delle priorità indicate nella sezione del RAV (Rapporto di autovalutazione).
  2. Stabilire le azioni più adeguate a pervenire agli obiettivi scelti.
  3. Pianificare e progettare gli obiettivi di processo individuati.
  4. Valutare, condividere e divulgare i risultati alla luce del lavoro svolto dal Nucleo di Valutazione.

Su tale modello viene congegnata una utility per avere la possibilità di compilare online il Piano di miglioramento (PdM); essa è predisposta, in modo articolato, nelle diverse sezioni. 

La scuola ha assunto, oggi, una rilevanza vitale per la formazione del cittadino, avendo assunto la funzione di dover far acquisire a tutti le conoscenze indispensabili e le competenze adeguate a comprendere la realtà e a governarne gli sviluppi.

 Il processo di autonomia nelle diverse istituzioni e nelle pubbliche amministrazioni ha messo in crisi il modello organizzativo-apparato La scuola assomiglia molto ad un’organizzazione complessa, un modello di rete, nel quale si costituiscono nodi e connessioni. 

I primi sono i tipi di attori coinvolti e le seconde rappresentano i momenti di scambi relazionali tra i singoli attori. L’organizzazione della rete lascia, pertanto, molta libertà di scelta agli attori coinvolti, anzi più la rete si espande verso il globale, maggiormente la scelta degli obiettivi è speculare; al contrario, più si circoscrive alla realtà locale e maggiormente la progettazione o la pianificazione diventa pratica. 

Interessante aspetto del SNV è che i risultati possono avere delle ricadute che possono ripercuotersi perfino sulla valutazione dei dirigenti scolastici, giacché bisogna, tra gli indicatori, tener conto, come recita il comma 93 della legge n. 107/2015, “del contributo del dirigente al perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico previsti nel rapporto di autovalutazione”. 

Tutto l’impianto del SNV prevede vari momenti di verifica infatti, la nota precisa, che il sistema informativo realizzerà in automatico verifiche e controlli per evidenziare possibili incongruenze del RAV (Rapporto di autovalutazione).

Infine nella rendicontazione la scuola analizza attentamente dati di partenza obiettivi e traguardi alla luce di tutto quanto è stato messo in campo in termini di capitale umano e non, vengono rendicontati puntualmente tutte le azioni realizzate per ogni singolo obiettivo, la nostra scuola si è data come obiettivi:

-Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content Language integrated learning, 

-Potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche, 

-Sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale, all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione e ai legami con il mondo del lavoro, 

-Incremento dell'alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione, 

-Definizione di un sistema di orientamento; in merito a questi abbiamo messo in campo una grande mole di attività specifiche e alla fine già del primo biennio abbiamo registrato risultati significativi rispetto alle priorità ed ai traguardi che ci eravamo prefissi,  frutto di un grande lavoro di quadra e della lungimiranza del dirigente bravo nell’individuare  le risorse professionali da coinvolgere in ogni attività; questi poi  volta per volta hanno scelto, proposto e portato a compimento progetti importanti: dal Progetto Erasmus, ai PON linguistici o sulle competenze di base , fino alla realizzazione delle classi senza zaino e la realizzazione di un laboratorio importantissimo per il territorio e per il settore Agro-alimentare- Olegreen tech-, un grande traguardo per la nostra comunità intera e per il territorio, al quale ogni anno restituiamo nuovi tecnici da investire nel settore turistico  e agro-alimentare, risultato non da poco per un territorio a vocazione e tradizione agroalimentare e che è orami candidata a inserirsi a pieno titolo tra le mete turistiche sostenibili vista la sua ubicazione nel PNAM ( Parco Ata Murgia ) e considerati i suoi tesori storico architettonici  a cominciare dal Castel Del Monte, emblema della cultura federiciana. 

https://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola/istituti/BAIS04300T/iiss-r-lotti-umberto-i/

Prof.ssa M. Serrone, referente INVALSI, docente appartenente al nucleo di Valutazione per l’ISS Lotti Umberto I – Andria.

Serrone Maria, docente di scienze integrate presso Lotti Umberto I di Andria, ho conseguito la maturità classica e quella magistrale, sono laureata in Biologia, ho maturato alcune esperienze presso il policlinico di Bari come ricercatrice; sono stata consulente come esperta per un ente di formazione che eroga corsi per ottici ed optometristi per diversi anni. Ho iniziato la carriera scolastica nella scuola superiore di primo grado, ho svolto il primo anno di ruolo nella scuola materna, esperienza veramente unica e formatrice. infine sono entrata in ruolo nella scuola superiore nel 2008. Nel 2009 sono arrivata all’istituto Lotti e mi hanno affidato il ruolo di coordinatrice del dipartimento scientifico. Negli anni ho continuato a svolgere il compito di coordinatore, ho assunto il ruolo di funzione strumentale area 1 per diversi anni, ora seguo i lavori del PTOF, sono referente per Invalsi e curo la parte riferita agli esiti nel RAV. Collaboro alla stesura del PDM insieme ad altri colleghi. Dopo la mia prima esperienza digitale con la formazione a tutor Didatech a Napoli, ho iniziato ad avvicinarmi alla didattica digitale, da diversi anni faccio parte del team digitale, ho maturato la mia esperienza come docente in classi digitali e ho svolto il ruolo di esperto anche in PON che trattavano questo tema. Nello staff di dirigenza ho il compito di coinvolgere i colleghi all’uso della didattica digitale, attraverso azioni di diverso tipo tra cui condivisione di buone pratiche e la pubblicazione di una news letter mensile con suggerimenti a tema.
PS. Nel tempo libero sono una speleologa e cerco di coinvolgere quanti fossero interessati al mondo speleologico.

 

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