September Morning: DaD e rientro a scuola in sicurezza ….!!!!

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Si contano i giorni alla fine di questo anno scolastico, siamo oramai in dirittura d’arrivo. I docenti, quasi senza soluzione di continuità hanno continuato a svolgere la loro prestazione professionale in condizioni di contingenza a causa dell’improvvisa emergenza COVID-19.

Questi ultimi, oltre a dedicare le ore alla didattica a distanza si sono, auto -formati e anche sobbarcati l’onere del contatto telefonico costante con le famiglie degli alunni poco presenti per avere contezza delle motivazioni e cercando di trovare le soluzioni più disparate per evitare il perdurare delle criticità.Tutti adesso attendono con ansia i primi giorni di giugno (Presidi, docenti, studenti e famiglie) per porre fine alla bagarre scatenata  dalla DAD e dalle video conferenze e dagli impegni scolastici a distanza il tutto generato dall’aver all’improvviso trasformato l’immensa mole di attività che la vita scolastica rappresenta in attività a distanza, mentre forse era necessario riorganizzare il tempo scuola  in modo diverso sapendo benissimo che molte di queste attività necessitano di confronto diretto ed interpersonale.  Tutti quanti noi all’improvviso ci siamo ritrovati a lavorare intensamente e a tutte le ore, rovescio della medaglia è che a tutti, comprese le famiglie, ora è chiaro quale mole di lavoro è gestito da docenti e personale ATA sotto la guida dei dirigenti. Non abbiamo ancora riposto i remi in barca, dobbiamo valutare quali esiti hanno raggiunto gli alunni e portare a conclusioni gli esami di stato del primo e secondo circolo, infatti solo  da poco è stato emanato  il regolamento che disciplina gli esami di stato del secondo ciclo di istruzione: sarà in presenza  e non ci saranno gli scritti. Accontentati gli alunni che volevano un esame in presenza, si lamentano quelli che ritengono non ci siano le condizioni di sicurezza senza dimenticare di dover sostituire alcuni commissari e forse  ci sarà mancanza di Presidenti. 

Insomma ogni situazione sembra scontentare qualcun altro, l’anno scolastico  si avvia alla chiusura  con rincorrersi continuo di regolamenti, normative note e circolari, nel frattempo  leggiamo sui giornali …“Lezioni ‘miste’ a settembre? E’ una ipotesi di difficile attuazione, per poterle permettere bisognerebbe dotare di banda larga le oltre 42mila scuole presenti sul territorio nazionale e non credo ci sia il tempo necessario. Inoltre, le lezioni in presenza e quelle a distanza richiedono approcci e impostazioni diversi. Per questo, se la situazione epidemiologica non cambierà drasticamente, sarà necessario andare avanti con la didattica a distanza anche per l’avvio del prossimo anno scolastico-.In questo momento storico legato al Covid-19 è necessario fare chiarezza su questi primi mesi della  DAD, della possibilità della sua permanenza come forma unica o mista di didattica al rientro a Settembre.   La DAD nasce come  uno strumento a supporto della didattica e si avvale della tecnologia digitale; già presente da anni nel panorama scolastico nord europeo, soprattutto in quelle nazioni che da prima hanno dato grande impulso alla didattica digitale attraverso potenziamento della rete, formazione dei docenti, sviluppo di  libri digitali, progettazione di piattaforme utili alla condivisione e utilizzo di device di ultima generazione a scuola e a casa  come corredo ordinario(  e non facoltativo o volontario o casuale ) dell’alunno. 

Questa premessa doverosa chiarisce tre aspetti fondamentali: 1) la DAD si basa sulla didattica digitale, il docente ne deve essere padrone e fondamentali sono le attività da assegnare all’alunno (sono assegnate digitalmente, ma possono essere di tipologia diverse; devono esse calibrate e realizzate su misura del gruppo classe o del gruppo alunni o del singolo alunno in vista degli obiettivi da raggiungere). 2) La DAD richiede tecnologia,  strumenti per assegnare, condividere e seguire a distanza le attività assegnate (non sempre invece la realizzazione dell’attività richiede strumenti digitali),  piattaforme da cui attingere materiali, con cui dialogare e condividere le attività. 3) La DAD richiede un impegno diverso del docente nel seguire gli alunni e l’impegno della famiglia in termini di presenza, accompagnamento (non solo impegno economico nel dotare gli alunni degli strumenti idonei.  Con la DAD la scuola, le attività e le relazioni tra docente e alunni sono state sotto gli occhi dei genitori vigili e ciò ha permesso alle famiglie di capire cosa la scuola faccia per i propri figli e quindi proprio questi ultimi sono entrati a pieno titolo nell’esprimere punti di forza, rappresentati dall’impegno dei docenti,  e criticità e difficoltà riscontrate: dai tempi di erogazione, alla tecnologia utilizzata fino alle attività erogate e alle performance richieste.  

Ovviamente le nostre osservazioni dal cuore del sistema sono altre: nella maggior parte delle scuole prima ancora di valutare quali strumenti tecnologici fossero in possesso dei tanti utenti  sono state scelte da subito le piattaforme: G. suite, Microsoft teams Weschol,  Edmodo, ecc, alcune scuole ne erano già dotate, altre le hanno scelte in itinere in questi mesi, dopo un iniziale momento di osservazione o utilizzo di strumenti non adeguati.  Tutto questo ha generato due grandi problemi: formare docenti ed alunni all’utilizzo di  questi strumenti in corso d’opera  e gestire gli stessi con device di diverso tipo, infatti  solo circa il 30 % delle famiglie dispone di Pc fisso a casa, il resto della popolazione ha comprato dei tablet  in totale autonomia, altri ne hanno ricevuti alcuni in comodato d’uso, ma la stragrande maggioranza degli alunni dispone solo del suo cellulare spesso non adeguato a supportare app utili alla didattica, dotato di connessione dati fornita da gestori diversi, il cui servizio risultava differente, nonostante le estensioni dei giga erogati, problema di non poco conto.  Questa attenta disamine era doverosa per far capire a tutti il nodo fondamentale della questione: ovvero il ritardo con cui la scuola italiana arriva alla didattica digitale, promossa con azioni diverse: ricordiamo Diatech, PNSD, Futura ,  che avevano coinvolto  fin a qualche mese fa  solo comunità di docenti e scuole, di ogni ordine e grado come quelle del Movimento delle Avanguardie, resesi protagoniste di attività svariate e di pregio . 

Tutto questo materiale, a disposizione di tutti, è stato utilissimo in questi mesi per trovare idee suggerimenti e spunti per affrontare una nuova sfida,  ha permesso di fare scuola, seppur con grandi difficoltà , ha permesso ad ogni docente  di mettersi  in gioco; sono nate molte comunità social che giorno per giorno, grazie alla condivisione, ha aiutato i docenti a trovare soluzioni per risolvere al meglio le proprie  problematiche e ha permesso di dare ai nostri alunni gli stimoli più utili. Rovescio della medaglia è che  non tutti gli alunni hanno ricevuto gli stessi input, gli alunni più deboli si sono persi ( stranamente, visto che la DAD nasce come supporto e aiuto a distanza anche quando non si è in presenza ). Molti di questi alunni (BES, DSA )purtroppo  hanno anche dovuto abbandonare per dare supporto a famiglie in difficoltà per Il covid -19 .Alla luce di queste considerazioni emerge chiaramente che LA DAD unico strumento in un momento così critico ci ha permesso di fare scuola, aldilà di quello che saranno i risultati e i tanti altri documenti che andremo a compilare, tra i quali il PIA e che gettano i riflettori su un altro annoso e controverso capitolo della scuola italiana: La valutazione  Infatti aldilà degli slogan: tutti promossi, si dovrà rendicontare quanto non si è riusciti a fare e quali nodi fondanti gli alunni dovranno recuperare nel prossimo anno scolastico. 

A questo punto nasce spontanea la domanda come sarà il rientro?  Gli organi ufficiali in questi giorni si affannano a emanare note e chiarimenti che alcune volte appaiono più confusi degli slogan che li precedono, anche in questo caso forse servirebbe partire da quelle che sono le situazioni e gli spazi oggettivi  che esistono nelle nostre scuole, in molte classi non ci sono gli spazi richiesti per il mitico distanziamento  e si dovrebbe organizzare un regolamento specifico in ogni istituto che tenga conto di spazi e di personale. In ogni scuola è già presente un RSPP (Come stabilito dal D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro), questa figura insieme al dirigente dovrà occuparsi del piano di rientro. Questa figura, nominata dal datore di lavoro, deve possedere capacità e requisiti adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro, per assumersi e dimostrare di avere quelle responsabilità che gli permettono di organizzare e gestire tutto il sistema appartenente alla prevenzione e alla protezione dai rischi; questa figura dovrà formarsi  per occuparsi del piano sicurezza sanitaria  in ogni scuola; questo significa che già prima del rientro a settembre gli RSPP o nuove figure di sistema istituite per distretto devono essere formate ed entrare in campo per vigilare sulla formulazione e sulla relativa adozione di regolamenti medico sanitari ed organizzativi strutturati ed adottati nelle diverse scuole; in seguito si potrà  pensare all’organizzazione del rientro a scuola che sicuramente sarà diverso per i diversi organi di scuola, per es.  il distanziamento e le misure di  sicurezza per la scuola dell’infanzia o per la scuola secondaria di secondo grado non possono realizzarsi nello stesso modo. Al momento il ministero non ha dato informazioni in merito, ma è necessario che lo faccia in tempi brevi per dare l’opportunità agli addetti ai lavori e alle famiglie di recepire i nuovi regolamenti e organizzare al meglio il rientro, la vita e la frequenza scolastica 

Pensare di rimettere in marcia quell’esercito a settembre, senza che vi sia ancora il vaccino non sarà facile, il distanziamento sarà pressoché impossibile da mettere in atto in classe, nei corridoi e nei cortili, soprattutto per i bambini della scuola dell’infanzia e per gli alunni delle scuole del primo ciclo.Diventa sempre più evidente che si dovrà continuare con la DAD e se quest’ultima in questi mesi di emergenza, pur con buona disponibilità e intelligenza, è stata improvvisata con sufficiente o buon successo, a Settembre, nella previsione di una ritardata apertura delle attività in presenza, dovrà diventare uno strumento strutturato e una metodologia di impiego efficiente, facendo tesoro di quanto realizzato fin ora. Non sarà più una soluzione di emergenza da adottare per qualche settimana. Per arrivare a quell’appuntamento occorre potenziare trasmittente e ricevente, cioè formare adeguatamente gli insegnanti e fornire alle famiglie le strumentazioni necessarie (banda larga compresa). Davanti a noi ci sono tre mesi da impiegare proficuamente. Ognuno può e deve farlo, con i mezzi a disposizione.

La DAD– finora ha consentito di recuperare una buona parte dei 75 milioni di ore di lezione  che altrimenti sarebbero andate perse aldilà della variabilità con cui è stata realizzata, una volta rientrati a scuola a settembre, potrà rappresentare un utile arricchimento in ottica integrata della didattica in presenza o una valida sostituzione nei casi in cui comunque non è possibile la presenza fisica (malattia degli studenti, assenza per motivi di forza maggiore, etc.), prevedendo quell’affiancamento continuo a casa che è lo spirito con cui era nata, recuperare quanto si è perso in questi mesi per svariati motivi, non ultimo la difficoltà con cui alcune scuole sono giunte a questo appuntamento imprevisto.Sarebbe opportuno aprire da subito con gli organi competenti una contrattazione sulla materia con la quale vengano definiti modi, tempi, limiti e contenuti di questa prestazione, utile, funzionale e per lungo tempo non decollata proprio perché non disciplinata. Nell’attesa si potrà far tesoro delle molte iniziative formative e tutoriali che in questi mesi si sono attivate sul web e della disponibilità della Carta del docente per la formazione e l’aggiornamento professionale (purtroppo non per il personale con contratto a tempo determinato o del personale delle scuole paritarie , una lacuna di cui una volta di più si sentono gli effetti). Le scuole potranno anche avvalersi degli 85 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’istruzione per il potenziamento della DaD. 

“In sintesi l’obbligatorietà della didattica a distanza come modalità per garantire agli studenti il diritto all’istruzione in tempo di emergenza non è altro che il riconoscimento di un processo avviatosi spontaneamente che rilancia per il futuro non solo il tema della formazione dei docenti nelle competenze informatiche, ma la necessità di sviluppare modelli di insegnamento/apprendimento innovativi e all’altezza della sfida formativa del XXI secolo”. Quanto fatto fin ora se da una parte mette in luce la presenza di un corpo docente che ha comunque accettato la sfida e si è messa in gioco, dall’altra richiama l’attenzione degli organi competenti e della politica del nostro paese ad una rivisitazione degli spazi di lavoro, del tempo scuola e degli strumenti utilizzati, senza dei quali la vita scolastica rischierebbe di implodere.Politici, epidemiologi e scienziati su una valutazione sono tutti d’accordo: la chiusura delle scuole ha evitato un catastrofico contagio.8 milioni e mezzo di alunni, 17 milioni di genitori come accompagnatori, un milione e mezzo di operatori scolastici: quasi la metà degli italiani ogni giorno coinvolti nella giornata scolastica, senza considerare i mezzi di trasporto per andare e tornare, spesso gremiti in ogni posto. Ma la riapertura non può essere solo ed esclusivamente la preoccupazione di distanza tra i banchi, percorsi differenziati, ingressi e uscite scaglionate, misurazione della febbre uso di mascherine, responsabilità dei dirigenti, ma realizzare le migliori condizioni psico fisiche per migliaia di alunni che oggi pagano inconsapevoli per le scelte fatte da noi adulti. 

Serrone Maria, docente di scienze integrate presso Lotti Umberto I di Andria, ho conseguito la maturità classica e quella magistrale, sono laureata in Biologia, ho maturato alcune esperienze presso il policlinico di Bari come ricercatrice; sono stata consulente come esperta per un ente di formazione che eroga corsi per ottici ed optometristi per diversi anni. Ho iniziato la carriera scolastica nella scuola superiore di primo grado, ho svolto il primo anno di ruolo nella scuola materna, esperienza veramente unica e formatrice. infine sono entrata in ruolo nella scuola superiore nel 2008. Nel 2009 sono arrivata all’istituto Lotti e mi hanno affidato il ruolo di coordinatrice del dipartimento scientifico. Negli anni ho continuato a svolgere il compito di coordinatore, ho assunto il ruolo di funzione strumentale area 1 per diversi anni, ora seguo i lavori del PTOF, sono referente per Invalsi e curo la parte riferita agli esiti nel RAV. Collaboro alla stesura del PDM insieme ad altri colleghi. Dopo la mia prima esperienza digitale con la formazione a tutor Didatech a Napoli, ho iniziato ad avvicinarmi alla didattica digitale, da diversi anni faccio parte del team digitale, ho maturato la mia esperienza come docente in classi digitali e ho svolto il ruolo di esperto anche in PON che trattavano questo tema. Nello staff di dirigenza ho il compito di coinvolgere i colleghi all’uso della didattica digitale, attraverso azioni di diverso tipo tra cui condivisione di buone pratiche e la pubblicazione di una news letter mensile con suggerimenti a tema.
PS. Nel tempo libero sono una speleologa e cerco di coinvolgere quanti fossero interessati al mondo speleologico.

 

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