In questo tempo e spazio sospeso come andremo a ristrutturare la scuola che verrà?
Questo è l’interrogativo che la scuola italiana, in questo momento di emergenza per la rapida diffusione del coronavirus, si pone a causa della chiusura delle istituzioni scolastiche. Nonostante l'opportunità offerta a tante scuole di ricercare soluzioni atte ad assicurare il diritto allo studio, la convinzione sempre più diffusa è che nulla tornerà come prima. Da due mesi circa si sperimentano forme di insegnamento in e-learning, attraverso modalità di comunicazione multimediale che prevedono l’impiego di piattaforme informatiche in grado di garantire l’offerta formativa mediante la didattica a distanza. Lo smart-working ha rappresentato l’organizzazione cardine per poter raggiungere l’obiettivo e assicurare una comunicazione costante con gli alunni. Proprio perché nulla sarà come prima, l’emergenza COVID-19 ha aperto un nuovo fronte di discussione e dibattito nel quale le componenti democratiche della scuola dovranno intervenire a tutti i livelli. Non fa eccezione la contrattazione sindacale che dovrà essere riletta e riformata alla luce della pandemia. In prospettiva, il CCNL dei dipendenti della scuola, dovrà recepire questi cambiamenti modellando nuove opportunità e tutele. Sarà necessario attuare le strategie più efficaci per meglio soddisfare le esigenze degli alunni non ignorando quelle dei docenti.
L’evento di portata mondiale ha segnato profondamente gli operatori della scuola i quali, dopo il primo momento di sbandamento, hanno metabolizzato nuove strategie finalizzate al miglioramento del rapporto Scuola-Docenti-Alunni.Si dovrà ripartire proprio ascoltando la voce dei lavoratori che hanno messo in campo tutte le energie, dispiegato la loro professionalità e la loro etica per la sopravvivenza della rete sociale e culturale che l’educazione incarna. Il focal point sarà la formazione del personale in modo che possa acquisire le maggiori competenze necessarie per un servizio qualificato.Per traghettare verso un’idea più consapevole e più ricca la scuola deve riorganizzarsi avviando un progetto formativo che rappresenti un tentativo di fornire un supporto agli insegnanti che vogliono mettersi in gioco, dopo questo momento particolare di emergenza, rendendo proficua la voglia e il bisogno di cambiamento che l’emergenza ha generato. Una scuola in cui l’elemento cardine non sta tanto nell’insegnante o nell’insegnamento quanto nello studente e nell’apprendimento. Il focus sarà l’innovazione metodologica: si dovranno analizzare i modelli pedagogici per supportare il cambiamento che la nuova didattica, aperta anche all’utilizzo del digitale, richiederà. Vivere in anticipo la consapevolezza che il modello scuola subirà una notevole trasformazione, sia sotto l’aspetto didattico che organizzativo, sarà fondamentale per essere pronti alla sfida. Questo potrebbe anche, sotto certi aspetti, rivelarsi un bene: abbiamo la possibilità di approfittare del momento di isolamento forzato per imparare dagli errori fatti ed elaborare piani migliorativi per il futuro.
Cogliere questa opportunità non solo “in teoria”, ma soprattutto “in pratica” ci permetterà di lavorare adesso, non a settembre, istituzioni nazionali e locali, sindacati dei lavoratori e associazioni, chiunque sia disponibile a fornire un contributo, per ricostruire la scuola del futuro.I momenti di transizione, come l’attuale, hanno una importanza vitale e sono quelli in cui diventa fondamentale preparare le sagge ed efficaci strategie che diamo alla scuola il valore centrale che essa merita; poniamo finalmente in atto modulazioni a lungo termine e non toppe a colori” che favoriscono disagi e problemi. La didattica non può essere scissa dalla logistica perché diventerà fondamentale allargare gli spazi per il distanziamento sociale e renderli più sicuri ed adeguati al fine di proporre un apprendimento sereno e migliorare le necessità fisiche ed igieniche. Ovviamente le scelte organizzative di ciascuna scuola, nel rispetto di norme vincolanti sul tutto il territorio nazionale, dovranno poi tenere conto della specificità dell’ordine di scuola, delle strutture degli edifici, della collocazione della scuola nel territorio, delle condizioni della mobilità degli alunni, delle risorse professionali disponibili, di eventuali esigenze specifiche dei genitori.
Sicuramente comunque il tempo scuola non sarà più lo stesso e gli ambienti di apprendimento dovranno essere ripensati.Nella scuola che verrà i DPI (mascherine, guanti e sanificanti) e i protocolli di sicurezza (controllo della temperatura, disinfezione e sanificazione) saranno fondamentali, come già evidenziato dall’ OMS, per evitare di esporre a rischi sia il personale scolastico che il personale socio-sanitario. Gli Istituti dovranno attrezzarsi in primis adeguando tutte le norme di sicurezza e attivando corsi di formazione non solo per i docenti ma anche per i genitori per far capir loro come gestire l’emergenza Covid19.Modi e tempi del ritorno a scuola dovranno tenere conto di tutte le condizioni: da quella sanitaria del Paese e dall’esperienza che Dirigenti, docenti, alunni e famiglie hanno maturato in questi mesi di full emergency. L’esperienza dell’isolamento, la paura del contagio, le relazioni a distanza attraverso tutte le forme di comunicazione che la tecnologia ha consentito hanno segnato le menti e le sensibilità di tutti e di questo bisognerà tenere conto anche nelle relazioni educative, nella rivisitazione dei saperi, nella gestione delle relazioni sociali dentro la scuola, fra adulti, ragazzi e fra pari.
Quando la scuola riaprirà dovremo già essere pronti a scattare per questo la formazione dei docenti va messa in campo da subito, anche per recuperare il tempo perduto. Non può valere il principio della doppia velocità dove ci saranno scuole altamente tecnologiche con docenti formati e preparati a fronteggiare l’emergenza e scuole poco preparate che avranno enormi difficoltà nel pianificare tempi e spazi.Settembre 2020 sarà l’ennesima prova per l’autonomia scolastica, almeno di quel che ne rimane. I docenti avranno bisogno di essere supportati con indicazioni chiare e unitarie da parte del Ministero, che siano poche e senza ambiguità. Una sfida importante e una vera scuola di autonomia, questo, in ultima analisi, è l’orizzonte che si profila davanti ai nostri occhi e nel quale sono già ampiamente coinvolti, insegnanti, dirigenti, personale scolastico, genitori e, ovviamente, alunni.Si avrà la necessità di attivare nuovi paradigmi educativi ripensando allo spazio-lezione travalicando i confini fisici delle aule, consapevoli che le aree esterne saranno la chiave, non solo ludica o sportiva, su cui ricostruire il progetto futuro dell’insegnamento.
Più che mai attuali le ‘aule all’aperto’, auspicate da Frabboni, più di venti anni fa, dove “la scuola del ciuffo d’erba e la scuola del mattone” possono rappresentare il setting idoneo per esperienze di apprendimento complete e coinvolgenti, in cui la sensorialità diventa il canale privilegiato per la costruzione del pensiero riflessivo e delle competenze. "Non devo riprodurre con la tecnologia quello che era già debole nella scuola in presenza - cioè un ingozzamento delle informazioni e delle prestazioni - devo invece stabilire un nuovo accordo educativo: 'Tu sei importante per me, la scuola viene a te in questo tempo, la scuola non è un edificio, ma una comunità umana fluida in cui ci si nutre gli uni con gli altri della reciproca inclusione'. (Prof.ssa Daniela Lucangeli). Questo sarà il pensiero principe per una rinascita che cerca con passione strade per raggiungere la propria meta cercando soluzioni creative. E’ il pensiero proattivo e prosociale che comprende la quotidianità attraverso le lenti di ciò che ognuno può fare, per se stesso e per gli altri, mettendo in azione e a disposizione i propri talenti.
Rosanna Gangi, docente, Ha lavorato presso gli Enti Locali, Lavora presso il MIUR dal 1993. Laurea In Scienze della Comunicazione presso l’Università di Messina, Laurea Specialistica in scienze pedagogiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, Master in Legislazione scolastica e management della negoziazione, docente specializzata per alunni disabili, specializzazione biennale per soggetti con disturbi dell’apprendimento. Docente tutoe coordinatore presso Università di Enna. Ha conseguito diversi Master di I e II livello tra cui “ La Dirigenza scolastica nella scuola dell’autonomia”. Ha operato dal 1996 all’interno delle Istituzioni scolastiche come responsabile di progetti sulla conoscenza del territorio. Con diverse pubblicazioni scolastiche e multimediali. Esperta esterna MIUR PON FSE . Formatore MIUR nel Piano Formazione Docenti. Ha svolto diversi incarichi con gli enti pubblici tra cui Esperto esterno Nucleo di Valutazione. Elaborazione e coordinamento del progetto “Vivere Priolo” dal 2003 al 2007. Ha svolto diverse Funzioni strumentali dal Coordinamento del PTOF alla Valutazione , sostegno agli alunni, Fondi strutturali Europei e Indire e Invalsi. Referente di Plesso. Insegna al II Istituto Comprensivo “A. Manzoni ” di Priolo Gargallo dal 1998. Ha curato e scritto la pubblicazione “Priolo tra bellezza e cultura” anno 2012.