Formazione a Distanza: una sfida che si può e si deve vincere

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In un mondo in continuo cambiamento, anche le forme di divulgazione e di apprendimento cambiano e si evolvono.

La comunicazione è un tratto distintivo dell’uomo in ogni ambito di vita e di lavoro. Comunicare significa “trasmettere ad altri” il proprio sapere, la propria esperienza, le proprie idee. Ciò avviene fin dai tempi antichi quando l’uomo ha sentito fortemente l’esigenza di uno scambio comunicativo con i propri simili ed ha inventato forme di linguaggio che ha via via perfezionato per giungere all’epoca attuale in cui la comunicazione si avvale di mezzi tecnici ed informatici sempre più precisi ed immediati che supportano la trasmissione sia orale che scritta.La formazione implica un processo attivo in cui l’individuo, attraverso lo studio o l’esperienza, compie un percorso personale che inizia a scuola e continua poi per tutta la vita. La formazione e la comunicazione rappresentano il “vivaio” in cui l’essere umano nasce, cresce e si matura attraverso una progressiva acquisizione dei saperi.Così nella società attuale, il bisogno di formazione è sempre più sentito, intendendo per formazione quell’insieme di attività produttive che sono finalizzate a preparare una persona a svolgere un’attività, una professione o, molto più semplicemente, a vivere. La società contemporanea, frutto del progresso in campo scientifico ereditato da generazioni di studiosi e ricercatori, ha a disposizione mezzi evoluti e sempre più efficaci di comunicazione. 

Un esempio è la Formazione che può svolgersi anche a Distanza in cui il processo di insegnamento avviene attraverso le nuove tecnologie digitali della comunicazione superando la distanza fisica tra docenti e discenti (Distance Learning On-line o On-demand). La rete, in tal senso, acquista una nuova prospettiva, non solo come strumento per la trasmissione di materiali didattici, ma anche come “luogo” in cui dar vita a processi di insegnamento ed apprendimento in cui cambiano e si evolvono sia la figura dell’allievo che quella dell’insegnante.Si tratta di un’esigenza sentita da tempo, ma che è emersa in modo prorompente in un periodo di grave emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo e che ha condotto alla chiusura delle scuole dell’intero Paese.Oggigiorno si parla di Terza Generazione della Fad (Formazione a Distanza): la prima generazione, risalente al 1850, avveniva “per corrispondenza” in concomitanza con i primi sistemi postali e di trasporto; successivamente, nel 1950-60, con lo sviluppo della radio e televisione (si ricordi che la RAI nel 1960 mandò in onda un programma sull’insegnamento della lingua italiana).

La seconda generazione della Fad, oltre ad essere collegata alla diffusione della televisione, ha visto l’avvento del personal computer. Ciò consentiva l’uso integrato di materiale cartaceo accanto a trasmissioni televisive, floppy disk e cd-rom (altrimenti detta fase off-line).La terza generazione della Fad è quella attuale, in cui l’acquisizione dei concetti, da processo passivo, ha assunto carattere dinamico ed è contraddistinta da una certa complessità, aprendo la strada a nuove modalità di apprendimento che vengono denominate e-learning. In tale processo il docente assume il ruolo di tutor come organizzatore di contenuti, metodi ed attività, mentre il discente mette in atto una nuova modalità di apprendimento che non esclude aspetti collaborativi e cooperativi, ma è anche flessibile, personalizzabile e, soprattutto, facilmente accessibile, dando ad entrambi i fruitori l’opportunità di giocare un ruolo attivo nell’attuale società della comunicazione.Appare chiaro come i soggetti “in gioco” debbano necessariamente favorire la presenza delle moderne tecnologie, ormai indispensabili nella società attuale e necessarie allo sviluppo del processo di apprendimento che accompagna la persona sia in ambito scolastico che, successivamente, nel proprio percorso di vita.

Tuttavia, cambiando gli scenari tradizionali legati al processo di insegnamento-apprendimento, si fanno strada, di pari passo, nuove problematiche associate all’uso delle nuove tecnologie e dei social e nuovi orizzonti connessi alla ricerca di adeguate modalità di integrazione di conoscenze teoriche ed operative che contribuiscano a favorire la crescita dello sviluppo cognitivo, culturale ed educativo dei soggetti interessati.Ciò implica un mutamento dei modelli di riferimento anche da parte degli insegnanti che dovrebbero, pur con l’impiego di mezzi tecnologici, rendere il ragazzo che apprende un soggetto attivo in grado di saper arricchire il proprio bagaglio culturale attraverso un metodo di studio efficace senza peraltro lasciarsi travolgere dal mezzo stesso, ma essendo sempre un protagonista attivo, futuro membro di una società complessa ed in continua evoluzione.Per compiere tale processo è quindi necessario soppesare attentamente i limiti ed i vantaggi dati dall’attuazione della Formazione a Distanza.I limiti si possono individuare nella mancanza, se così si può definire, nell’aula virtuale, degli aspetti empatici ed affettivi che, soprattutto nella scuola primaria, sarebbero fondamentali costituendo uno stimolo alla motivazione ed allo sviluppo dell’autonomia e dell’autostima. Di fatto cambiano forma, rispetto all’apprendimento in presenza, la creatività e la dimensione sociale. 

Nella fascia degli studenti più giovani diventa peraltro fondamentale il supporto a casa di una figura adulta per favorire la gestione e l’organizzazione del lavoro. Per quanto riguarda i docenti, in tutti gli ambiti scolastici, assumono una nuova valenza gli aspetti legati alla valutazione.I vantaggi di tale modalità di insegnamento-apprendimento possono essere individuati nella maggiore accessibilità dei contenuti e nella loro rapida disponibilità. Ad esempio può essere privilegiato il rapporto docente-discente studiando percorsi idonei nel caso di allievi in difficoltà, attraverso attività di recupero, come pure nel caso di allievi normodotati o plusdotati, stimolando processi creativi e di problem-solving. Un ulteriore vantaggio è dato dalla possibilità di fruizione personalizzata da parte del docente, ma anche dell’allievo, sia in riferimento ai luoghi sia in relazione ai tempi di lavoro.Ciò implica per il docente l’uso del supporto informatico non solo come mezzo, ma come frutto di una progettazione che tenga conto degli stili cognitivi (Sternberg) e delle intelligenze multiple (Gardner) sapendo abilmente far interagire entrambi gli aspetti.

Particolari modalità di attuazione, attraverso processi fortemente individualizzati, vanno effettuate nella progettazione di attività rivolte a soggetti con handicap o con disturbi dell’apprendimento.Tuttavia ancor oggi il dibattito sulla Formazione a Distanza tramite le tecnologie digitali presenta, accanto ai sostenitori entusiasti, caratteri di perplessità e diffidenza nella popolazione in genere. Va sottolineato però che, a parte i casi di estrema necessità come i fatti che si stanno verificando nel periodo attuale, la Formazione a Distanza non esclude l’insegnamento tradizionale; anzi si possono attuare modalità di proficua integrazione, che possono dar luogo a modelli di insegnamento interessanti ed innovativi.Molte scuole, allo stato attuale, non sono adeguatamente attrezzate e va dato sempre maggiore sviluppo alla formazione dei docenti, rendendoli in grado di sperimentare tali mezzi e saperli in seguito adeguatamente padroneggiare adeguandoli al proprio metodo di insegnamento ed al proprio bagaglio professionale e culturale. In tal senso non è possibile improvvisare, ma le conoscenze vanno “costruite” per gradi con il supporto di esperti del settore.

La Formazione a Distanza costituisce un tema di grande attualità anche per il fatto che conduce alla “nascita” di nuovi soggetti e di nuove figure tecniche accanto all’insegnante, che diventa protagonista di un ripensamento della propria professionalità e del modo di realizzarla. Il docente deve perciò giungere a saper padroneggiare il mezzo informatico, sapendolo integrare con gli attuali metodi di insegnamento-apprendimento. Dev’essere in grado di diffondere una vera e propria cultura dell’e-learning, tipico di una scuola che sia “smart” nel senso più ampio del termine, ossia inclusiva, attenta al proprio ruolo educativo, flessibile ed al passo con i progressi della società.Soltanto così si potranno educare giovani aperti e flessibili, capaci di imparare da ogni cosa sapendo allargare i propri orizzonti, in grado di vivere nel nuovo mondo “digitale” con consapevolezza, responsabilità individuale e creatività. In realtà tutta la società contemporanea deve saper rispondere all’esigenza di “digitale” che ha radici talmente profonde nella storia dell’umanità da farle risalire nientemeno che dalle proprie stesse origini.

Francesca Zanini (04/09/72), veronese, insegnante di ruolo nella scuola primaria, laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Verona. Abilitata al ruolo di Giornalista Pubblicista presso l’Ordine dei Giornalisti del Veneto dopo aver svolto praticantato presso una rivista mensile specializzandosi in narrativa contemporanea con recensioni su scrittori esordienti. Nella scuola ha ricoperto diversi incarichi, fra i quali Tutor di docenti neoimmessi in ruolo e Curricolo, per cui ha svolto la mansione di Funzione Strumentale. Recentemente ha acquisito l’idoneità all’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria frequentando il corso triennale di formazione linguistica autorizzato dal Ministero. Fra gli interessi principali, oltre alla narrativa, vi sono l’arte, la filosofia e la gastronomia.

 

  

 

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