FAD: un’ulteriore opportunità

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La Formazione a distanza (FAD), a onor del vero, nasce alla metà dell’Ottocento per ‘raggiungere’ gli studenti che non potevano raggiungere le sedi scolastiche e che, grazie ai corsi per corrispondenza, tramite materiali cartacei, potevano alfabetizzarsi in un rapporto discente/docente ‘formale’. 

Questa prima generazione della FAD fu soppiantata da una seconda generazione data dall’avvento delle tecnologie audiovisive agli inizi del XX secolo che interessò parecchio i giovani: i mezzi di comunicazione di massa permisero di diffondere e divulgare la Cultura; si trattava, comunque, di una modalità individuale di’autoapprendimento’ passivo. La Terza generazione, grazie alle tecnologie informatiche, suggella l’apprendimento come processo complesso e dinamico che prevede il ruolo attivo e dà grande importanza all’apprendimento collaborativo e cooperativo.Tale evoluzione, chiaramente, ha accompagnato l’evoluzione dei paradigmi educativi e delle teorie della conoscenza, in particolare l’e-learning si basa sull’interazione fra tutti i partecipanti al medesimo progetto educativo che è l’elemento centrale connotandosi come paradigma costruttivista. L’apprendimento, allora, è il prodotto della costruzione attiva da parte del soggetto che interagisce all’interno di una determinata situazione concreta in collaborazione e in comunione con gli altri soggetti, a loro volta agenti, qualificando, pertanto, l’esperienza che diventa significativa proprio perché, situata specificatamente, stimola il soggetto agente a perseguire il proprio interesse.  

Apprendere è negoziazione di chi apprende con l’ambiente circostante perché lo sforzo in termini di energie, tempo e investimento psicofisico non si riveli vano traducendosi in futile dispendio del sé. Da sottolineare la naturale predisposizione dei nativi digitali alle TIC, ancora non abbastanza valorizzate in campo educativo-didattico, spesso ritenuti solo validi dispositivi compensativi o dispensativi, relegandoli “in panchina”; pronti all’uso solo in caso di necessità. Ciò significa sacrificare una preziosa opportunità che quotidianamente potrebbe costituire prezioso strumento nel processo di insegnamento-apprendimento laddove il docente deve porsi come guida esperta manifestandosi come facilitatore che promuove situazioni di costruzione delle conoscenze in cui chi conosce è protagonista e fautore delle proprio sapere nel medesimo momento in cui lo costruisce arricchendo il proprio bagaglio non in termini quantitativi ma qualitativi per il semplice motivo che il nuovo amplia le conoscenze ‘a ventaglio’.

La “Ristrutturazione cognitiva”valorizza le pre-conoscenze e la loro ristrutturazione progressiva che ‘dimostrano’ al soggetto che apprende di avere appreso alimentando l’auto-stima e incentivandolo a fare di più ma è necessario che il soggetto apprenda facendo. Il Modello “Apprendere facendo”(learning by doing) si espleta, proprio, formulando ipotesi per le quali è necessario sperimentare per advenire alla loro dimostrazione: in pratica, il metodo scientifico che ha permesso all’Umanità di evolversi proiettandosi sempre più e costantemente verso nuovi orizzonti. Naturalmente, tutti i processi di apprendimento coinvolgono olisticamente il soggetto che, chiamato in prima persona ad interagire, si rende perfettamente conto di ciò che fa, delle scelte operative a cui ricorre per giungere alla ‘tesi’ dell’ipotesi per la quale si era messo in moto favorendo la consapevolezza metacognitiva.    

La FAD è una grande opportunità in quanto vera e propria metodologia didattica inclusiva che a partire dalla teoria computazionale che permette di proiettarsi in termini di possibilità e di limiti, attua l’integrazione dei Modelli pedagogici in un sistema misto che costituisce il background teorico più fruibile dai soggetti in evoluzione in termini di efficienza e di efficacia e non può e non deve essere penalizzata in quanto normata dalla Legislazione vigente. Ciascuna Istituzione Scolastica Autonoma ha capacità organizzativa e didattica per garantire interventi personalizzati tali da far sperimentare esperienze significative atte a garantire il successo formativo di tutti e di ciascuno. La Riforma della P.A. e la Legislazione scolastica dell’ultimo ventennio hanno focalizzato l’Autonomia come Agito responsabile nei confronti dell’utenza che, in quanto tale, attua tutte le forme di organizzazione educativo-didattica al fine di rimuovere ogni ostacolo che impedisce il pieno sviluppo della persona umana. Rosaria Frandina  

Rosaria Frandina, Abilitazione alla Vigilanza nelle Scuole Elementari, Laurea in Lettere (tesi: Fragilità maschile e femminile in Capuana), Master II livello "La dirigenza scolastica nella società contemporanea". Ha ricoperto incarichi di Fiduciaria di Plesso, Referente Continuità, Funzione Obiettivo e Strumentale extrascuola, Tutor Neoimmessi (3), Referente "Legalità, Ambiente, Bullismo", Esperto Progetto Pon ( competenze di base italiano) "Libertà di pensiero e parola...rispettando le regole", Membro CdC (tutt'ora), Referente "Curriculo Locale" per l'attuazione della L. R. n. 9/2011 (quest'anno).Insegno dall'anno scolastico 1982/83 con spirito di servizio, consapevole che ogni emozione, parola o gesto possono arricchire o depauperare l'azione educativa                                                                                                                 

 

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