Legge n. 92/2019 - Valutazione formativa – attività – evidenza di competenza – rubrica di valutazione.
La Legge n. 92/2019 introduce l’educazione civica come insegnamento obbligatorio e trasversale nel I e nel II ciclo d’istruzione a partire dall’a.s. 2020/2021 prevedendo iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile sin dalla scuola dell’infanzia e ribadisce che essa promuove la “partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri”.
Costituzione, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale costituiscono i tre nuclei fondanti dell’insegnamento che ogni scuola struttura, organizza ed integra nel proprio PTOF.
Dalle Linee Guida per l’insegnamento dell’educazione civica (D.M. 22/6/2020 n. 35) si rilevano le indicazioni per la didattica e la valutazione dell’educazione civica e si evidenzia che sono le competenze chiave di cittadinanza a rappresentare la piattaforma di partenza per costruire i punti fondamentali della “nuova” educazione civica.
La valutazione scolastica riguarda l’apprendimento e il comportamento dei discenti e i docenti procedono alle verifiche intermedie, periodiche e finali, coerentemente con gli obiettivi di apprendimento previsti dal PTOF della scuola, in coerenza con le Indicazioni nazionali e le linee guida specifiche per i diversi livelli.
La valutazione dell’educazione civica di cui sopra è formativa e per competenze e, queste ultime, vanno previste nella progettazione, osservate con strumenti comuni e valutate in modo collegiale, senza incorrere in una valutazione disciplinare e sommativa. Come si evince dalla norma, la proposta di valutazione è fatta dal docente coordinatore dell’insegnamento, in sede di scrutinio, dopo aver acquisito elementi conoscitivi dai docenti del Team o del Consiglio di Classe, durante i percorsi interdisciplinari. Il Collegio dei Docenti delle scuole del primo ciclo, in coerenza con il disposto dell’art. 2 del D. Lgs. 62/2017, dovrà esplicitare a quale livello di apprendimento corrisponde il voto in decimi attribuito agli alunni della scuola secondaria di primo grado anche per l’Educazione Civica. Per gli alunni della scuola primaria il docente coordinatore propone l’attribuzione di un giudizio descrittivo, elaborato tenendo a riferimento i criteri valutativi indicati nel PTOF, che viene riportato nel documento di valutazione. Per il triennio dal 2020 al 2023 la valutazione dell’insegnamento di Educazione Civica farà riferimento agli obiettivi/risultati di apprendimento e alle competenze che il collegio docenti, nella propria autonomia di sperimentazione, avrà individuato e inserito nel curricolo di istituto.
Emerge, così, la grossa difficoltà dei docenti nel come si deve valutare il nuovo insegnamento, situazione di cui ho preso atto sia come insegnante che come coordinatore d’istituto dell’educazione civica. Come chiarito durante la formazione a cui ho partecipato, per valutare le competenze di Educazione Civica, è necessario, innanzitutto, individuare, nelle attività proposte ai discenti, le operazioni da loro attuate, associate a queste attività e che generano comportamenti osservabili cioè le evidenze di competenza.
“L’evidenza (della competenza) è un comportamento osservabile che testimonia uno specifico agire competente; presuppone grappoli di abilità e conoscenze interrelate e mobilitate da atteggiamenti del soggetto che fronteggia situazioni reali. Viene assunta come criterio per osservare e valutare la competenza e il suo manifestarsi può essere declinato, attraverso rubriche, in livelli diversi”. Quindi, proposta un’attività, si definiscono le competenze da sviluppare, s’individuano le evidenze da osservare e, si acquisiscono informazioni, si condividono riflessioni e si propongono soluzioni. Oppure si procede all’inverso cioè dalla raccolta di informazioni al comportamento osservabile.
E’ chiaro che “ciò che gli studenti fanno“ in una determinata situazione didattica, aiuta il docente a capire quello che sarà possibile osservare. I repertori di evidenze, a cui si può fare riferimento, indicano e descrivono comportamenti osservabili associati alle competenze e ai traguardi di competenza dell’educazione civica.
Se si tratta di un repertorio condiviso, esso consente di confrontare le osservazioni sistematiche e le valutazioni svolte in diversi periodi, da docenti diversi, in disparati contesti e funge da raccoglitore su cui fondare un comune linguaggio di valutazione.
Anche la valutazione dell’educazione civica prevede, quindi, la realizzazione di rubriche di descrizione dei livelli di padronanza, non solo del comportamento ma anche di abilità e conoscenze degli argomenti trattati e competenze sviluppate e tiene conto delle novità introdotte dall’Ordinanza Ministeriale 2158 del 4 dicembre 2020, relativa alla “Valutazione scuola primaria – Trasmissione Ordinanza e Linee guida e indicazioni operative”.
La rubrica di valutazione redatta dai docenti è una tabella a doppia entrata di descrizione di comportamenti competenti graduati a diversi livelli, le cui componenti sono rappresentate dall’evidenza (comportamento osservabile) e da descrittori che ne declinano i gradi di sviluppo attraverso frasi espresse con termini positivi ed informativi. Pertanto, il linguaggio delle rubriche deve sempre essere neutro, positivo ed assertivo, in quanto pur indicando i limiti di una prestazione, non li deve far apparire come ostacoli insuperabili. Ai livelli più bassi non vanno usate forme come non, non fa, solo o solo se, aggettivi negativi contenenti giudizi di valore (scarso, inadeguato, ottimo...) o avente un peso (sufficiente/insufficiente; positivo/negativo). Il linguaggio è invece di tipo operazionale e la progressione dei livelli indicata riguarda i seguenti punti: compito; contesto; mobilitazione di conoscenze e abilità; autonomia e responsabilità.
In conclusione, individuare i criteri/evidenze per osservare e valutare e associarli alle attività degli studenti consente ai docenti di realizzare un’azione educativa più efficace ed efficiente in grado di rispondere alla complessa realtà attuale che necessita di cittadini glocali, responsabili, autonomi e resilienti.
Mariarita Schiavone, nata ad Aversa (CE) il 30/01/1968 ed ivi residente, in possesso di: diploma di maturità conseguito presso il Liceo scientifico E. Fermi di Aversa, diploma conseguito presso istituto magistrale Iommelli di Aversa, diploma polivalente per l’insegnamento agli handicappati nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria presso istituto S. Caterina di Capua, laurea in giurisprudenza presso l’università degli studi “Federico II” di Napoli, abilitazione all’insegnamento in Diritto ed economia per le scuole superiori, master di II livello per la funzione dirigenziale nelle istituzioni scolastiche, corso di perfezionamento sulla funzione ispettiva e direttiva nelle scuole. Vincitrice dei concorsi per titoli ed esami su posto comune per la scuola primaria e per la scuola dell’infanzia nel 1990, insegnante nella scuola primaria prima nella provincia di Caserta, poi in quella di Napoli, oggi è infine titolare al 38° c.d. “Quarati” di Napoli. Attualmente in assegnazione provvisoria presso I.C. Parente di Aversa.