La domanda che mi pongo pensando alla valutazione è la seguente: che cosa si intende per valutazione degli apprendimenti?
Senz'altro la valutazione non si pone come obiettivo quello di emettere un ‘verdetto’ conclusivo sugli apprendimenti, ma piuttosto di rilevare in tutto il processo di apprendimento (profitto) degli allievi sia gli aspetti positivi e sia gli aspetti che andrebbero rivisti al fine di migliorarli.
Infatti, il ‘giudizio’ valutativo espresso dal docente deve essere da stimolo per l'alunno, perché egli ha bisogno di informazioni circa il suo processo di apprendimento, in modo da poter operare un eventuale cambiamento.
Ma a questo punto, riterrei opportuno operare una distinzione fondamentale tra verifica, misurazione e valutazione, in quanto molto spesso a tali concetti si attribuiscono gli stessi significati in ambito scolastico. Si parla di verifica scolastica quando si fa riferimento ad una serie di prove che un discente deve affrontare quali a titolo esemplificativo le interrogazioni, le prove scritte, questionari, etc.: infatti dette prove sono propedeutiche al docente per ricavare informazioni sullo stato di apprendimento reale dell'alunno; per misurazione si intende l'elaborazione quantitativa delle prove di verifica; mentre per valutazione si intende l'interpretazione dei dati ottenuti con la misurazione.
Ciò detto, l’attenzione si focalizzata sul significato del termine Valutazione: “dal latino valere che nella lingua italiana significa valore con i suoi numerosi derivati: da valore e valorizzazione a valido e validità, fino al participio aggettivale valente, che denota la valentia ossia il talento professionale. A tal proposito, mi interessa evidenziare che tutti i derivati dei lemma valere hanno un significato nettamente positivo e apprezzativo, tanto che non dobbiamo meravigliarci se anche i termini valutare e valutazione nel linguaggio ordinario si alimentano di sensi positivi, poiché il sostantivo 'valore' evoca a sua volta i concetti di qualità, doti, capacità ed efficacia.
La valutazione, ebbene, si distingue nettamente dai concetti di verifica e misurazione (anche se sono figlie della stessa madre), poiché è un processo consistente in una operazione atta ad assegnare un’interpretazione o un senso di valore ad un determinato percorso ed alla graduale costruzione delle conoscenze che è stata realizzata dai discenti. A questo punto si può affermare che la valutazione può essere intesa come un sistema, che assume indubbiamente l'intenzione formativa tanto che il suo obiettivo è pedagogico e morale, in quanto si correla ai bisogni formativi della persona oltre a porsi come condizione per il miglioramento scolastico tenendo altresì conto degli stili cognitivi di ogni discente.
Quindi, nel processo di formazione dell'alunno, la valutazione deve porsi come obiettivo quello di attribuire valore al suo percorso ed ai risultati, garantendo altresì la valorizzazione dei progressi degli apprendimenti e la verifica del raggiungimento delle competenze. Infatti, la stessa valutazione non può considerare solo gli apprendimenti (nozione di sommativo) messi in atto nel corso di un itinerario formativo, ma deve anche tener conto dei cambiamenti intervenuti nel soggetto.
A questo punto, si può parlare di valutazione come formativa, perché è con essa che si suole indicare proprio l'insieme delle procedure che accompagnano la realizzazione e lo svolgimento del progetto formativo permettendo così all’insegnante di ricavare delle informazioni analitiche non solo su COSA e sul QUANTO, ma sul COME si è appreso, sulle difficoltà incontrate, sulle strategie (stili cognitivi) messe in atto dall'alunno. Inoltre, consente all’insegnante di ripensare e rettificare il suo processo di insegnamento e la sua relativa organizzazione didattica in funzione del miglioramento dell’azione formativa.
Fondamentali sono le ultime Linee Guida 2020 del MIUR della scuola primaria in cui sono stati introdotti i giudizi descrittivi proprio per sottolineare la valenza formativa della valutazione in quanto atta a valorizzare i progressi deli apprendimenti negli allievi, tanto che a tal proposito si afferma: “che la valutazione ha funzione formativa in quanto si configura come strumento per attribuire valore alla costruzione di conoscenze realizzata dagli alunni….a garanzia del successo formativo e scolastico”. Sicuramente, la valutazione così intesa restituisce informazioni importanti sia al docente permettendogli eventualmente di modificare il suo metodo d’insegnamento e sia all’alunno che gli consentirebbe di migliorare il proprio processo di apprendimento. A rigore di logica è più opportuno parlare di “valutazione PER gli apprendimenti”, perché così essa si qualifica come sistema che coinvolge sia il discente e sia il docente.
LOREDANA IMPROTA Docente di ruolo nella Scuola Primaria. Laureata in “Scienze della Formazione Primaria” e in “Scienze dell’Educazione. Specializzazione Sostegno. Master universitario di 1° livello in “Esperti in risorse umane e dinamiche psicosociali per il turismo sostenibile”. Diplomi di perfezionamento della didattica nella scuola primaria. Membro dello staff del 1° CD “G. Oberdan” di Andria. Funzione strumentale Area 2: Valutazione e dell’Invalsi, RAV, PDM, RS. Componente del NIV. Coordinatrice d’interclasse e della didattica. Componente esterno del comitato per la valutazione dei Docenti, nomina USR Puglia. Docente formatrice e inserita nella graduatoria dell’Ambito 8 Puglia per la formazione dei docenti. Esperta PON sia come docente dei progetti che come esperta delle attività di analisi qualitativa di processo/monitoraggio e valutazione dei progetti.