Intervista alla dirigente scolastica Mirella Spinelli
Lanciano, 11 dicembre 2021- L’autonomia scolastica ha molte facce e i Patti di comunità sono una delle più interessanti. Proposti dal MIUR, rappresentano un’imperdibile opportunità per dirigenti e istituzioni scolastiche impegnati nell’adozione di iniziative utili al raggiungimento del successo formativo degli studenti.
Di patti di comunità abbiamo parlato con Mirella Spinelli, dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo Mario Bosco di Lanciano. […]
Dirigente, il suo Istituto è stato tra i primi in Abruzzo ad accogliere la proposta del MIUR dei Patti educativi di comunità. Ne è valsa la pena?
Assolutamente sì. Dirigo l’Istituto Comprensivo "Mario Bosco" da sei anni e quando il Ministero dell'istruzione ha introdotto i Patti educativi di comunità abbiamo capito che era l'occasione giusta per permettere al territorio di entrare ancor più e ancora meglio all'interno del progetto formativo della scuola.
Quando ha sottoscritto il Patto educativo di comunità?
Noi abbiamo sottoscritto due Patti: il primo in rete con l’Istituto Comprensivo Don Milani di Lanciano e il secondo, promosso da noi e sottoscritto il 21 aprile 2021, al quale abbiamo invitato associazioni ed enti locali come per esempio, l’associazione culturale del “Mastrogiurato”, prestigiosa istituzione lancianese, patrimonio delle tradizioni della città; il Comune di Lanciano; il Centro di Documentazione e Ricerca Musicale “Francesco Masciangelo; l’ ANFASS e molte altre.
Il patto ha riguardato sia la scuola primaria che la scuola di primo grado?
Sì. L’Istituto Comprensivo "Mario Bosco" comprende la scuola dell'infanzia “Maria Vittoria”, la scuola primaria “Eroi ottobrini” e la secondaria di primo grado “Giuseppe Mazzini”: al progetto hanno partecipato alunni di tutti e tre le scuole in sinergia con le associazioni che hanno fatto parte della rete.
Qual è l'iter da seguire per sottoscrivere un patto educativo di comunità?
Esistono dei bandi ministeriali ai quali la scuola, in rete con il territorio (associazioni, scuole, enti…), deve rispondere. Se, come nel nostro caso, si supera la selezione, si procede all’attuazione del progetto. Quindi, una volta emanato il bando, si elabora un progetto che possa corrispondere alle esigenze dell’Istituto, lo si porta in Collegio docenti e all'approvazione del Consiglio d'istituto. Elaborato, condiviso e approvato, il progetto viene inviato e si aspetta la pubblicazione degli esiti.
Qual è stato lo scopo principale del Patto promosso dal “Mario Bosco”?
Lo scopo principale è stato quello di coinvolgere il territorio all'interno dell'offerta formativa dell’Istituto e far sì che i ragazzi potessero conoscere e vivere pienamente il territorio. L’obiettivo è stato quello di creare un’alleanza educativa, intesa come unità di intenti e di valori, tra tutti i sottoscrittori; per esempio, partecipando alla progettualità delle associazioni e inserendo le loro proposte all'interno della nostra progettualità.
Gli studenti e i loro professori sono stati protagonisti?
Assolutamente sì. Coprotagonisti. In particolare i ragazzi. Gli alunni, infatti, sono stati chiamati a svolgere varie attività (dalla fattoria didattica alle attività musicali; dai laboratori di matematica alla partecipazione al Mastrogiurato, per citarne alcune…) in collaborazione con le associazioni aderenti al Patto. Bellissimo, per esempio, è stato il laboratorio, realizzato in collaborazione con il Museo Diocesano a cui ha partecipato l'archivista Mimmo Del Bello, con il quale i ragazzi hanno scoperto luoghi storici e antropici del territorio di cui ignoravano l’esistenza e il valore.
In che rapporto è il Patto educativo di comunità con il RAV e il PIANO DELL'OFFERTA FORMATIVA del Mario Bosco?
Penso che il Patto di comunità sia una bellissima occasione per migliorare quello che è il rapporto di autovalutazione, perché i ragazzi crescono anche conoscendo il loro territorio e, partendo dal loro territorio, possono diventare cittadini attivi e consapevoli. Il patto di comunità dà alle scuola una buona occasione per migliorare la valutazione sia della scuola che dei ragazzi ed è parte integrante del nostro PTOF.
Difficoltà?
Le rispondo con una parola “Covid-19”.
Però ce l’ha fatta?
Ce l’abbiamo fatta. È stato un lavoro di squadra tra la comunità scolastica e la comunità territoriale. In pratica, gli studenti, a giugno, dopo la chiusura della scuola dovuta al periodo emergenziale, nel rispetto della normativa di sicurezza, sono stati impegnati in presenza, in attività laboratoriali mattutine nelle quale si sono impegnati tanto.
Quindi non vi siete fermati?
Dopo la chiusura della scuola, non ci siamo fermati. Abbiamo voluto riportare i ragazzi in presenza attraverso laboratori di un numero minimo di alunni per rispettare le norme di sicurezza. I ragazzi sono venuti e hanno apprezzato tantissimo la proposta soprattutto perché le attività sono state fatte in maniera laboratoriale.
Pensa che concorrerete nuovamente ai prossimi bandi oppure considera chiusa questa esperienza?
No, assolutamente. Riproporremo la nostra candidatura, collaborando in rete con altre scuole, con associazioni ed enti territoriali. I patti educativi di comunità ai quali abbiamo aderito sono piaciuti molto e per i nostri studenti sono e rimangono un’occasione da non perdere.
Brigida Cristallo, nata a Trani (BT) il 1 novembre del 1968, è diplomata in Pianoforte al Conservatorio di Musica “O. Respighi” di Latina; laureata in Filosofia, con 110 e lode, all’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti; specializzata in Musicoterapia polivalente, con 110 e lode, alla Facoltà di Musicoterapia Polivalente SIM dell’Accademia Musicale Pescarese, L.U.ME.N.A. LIBERA UNIVERSITÀ MEDICINE NATURALI E ARTITERAPIE; consulente di psicoazione; specializzata in PR e Ufficio stampa per le case discografiche, alla ECHOMUSIC di Milano, vincitrice dello stage finale, iscritta all'Ordine dei Giornalisti-pubblicisti dal 2006 al 2010, docente di Lingua e Letteratura Italiana e funzione strumentale per la formazione e l’aggiornamento dei docenti presso l’I.I.S. “Da Vinci-De Giorgio”, di Lanciano (CH); referente alla salute e prevenzione dipendenze (INDIRE). Musicoterapeuta al Centro Sanitario Ambulatoriale di Casoli (Chieti). Come membro dell’Associazione Il Caffè Letterario… e non solo di Lanciano, collabora all'organizzazione dell'anno sociale e presenta gli eventi in qualità di moderatrice. Esperta nel trattamento della balbuzie, dedica il massimo impegno professionale all’attività dell’insegnamento. In qualità di linguista, fonetista ed ex balbuziente, collabora con esperti nel settore della foniatria, della neuropsichiatria infantile, della medicina, della psicologia e della comunicazione, in un’ottica di integrazione, di ricerca e sperimentazione e insegna a non balbettare attraverso il metodo logoritmico da lei stessa elaborata.