L’emergenza causata dal Covid-19 ha richiesto, e continua a richiedere, una progettazione attenta dei vari settori della vita in vista di una ripartenza e di un ritorno alla normalità.
Alla scuola è stata prestata particolare attenzione rispetto alla sua organizzazione ed alla didattica per non perdere quanto già è stato fatto nonché per esaltare l’autonomia scolastica, fornendo alle scuole degli spazi per il coordinamento e il coinvolgimento delle diverse parti.
In quest’ottica è stato definito il “Piano scuola 2020-2021- Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione” in vista di una ripresa delle lezioni, su tutto il territorio nazionale, in presenza da settembre 2020 e di un benessere degli studenti e lavoratori della scuola.
Il “Piano Scuola 2020-21” vede membri di un territorio cooperare insieme per rafforzare l’alleanza scuola-famiglia-comunità educante territoriale, ha individuato nell’ente locale il soggetto cui spetta il compito di promuovere e coordinare i lavori tra le parti e proporre un regolamento per la sottoscrizione dei “Patti educativi di comunità”.
I “Patti” promuovono “beni comuni urbani” connessi a tradizioni territoriali, sono stati introdotti dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca lo scorso giugno, sono rivolti a sottoscrivere accordi tra Scuole-Enti Locali-Istituzioni Pubbliche/Private-Realtà del Terzo Settore-Associazioni-Cittadini; cercano di prevenire e combattere povertà educativa, dispersione scolastica e fallimento educativo di bambini-ragazzi attraverso la cooperazione solidale valorizzando le esperienze e risorse del territorio.
Fonti normative che si riferiscono ad essi sono il Regolamento 8 marzo 1999, n. 275 recante “Norme in materia di Autonomia delle istituzioni scolastiche” DPR 275/1999 e la legge 107/2015 che indica fra gli obiettivi formativi prioritari la "valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l'interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo settore e le imprese". Il Rapporto del 13 luglio 2020 del Comitato di esperti presieduto dal Ministro Bianchi, istituito nell'aprile del 2020 dalla Ministra Azzolina, che si propone di rilanciare l'alleanza educativa col territorio e promuovere “patti educativi di comunità” nell'ottica di una autonomia solidaristica con riferimento ai principi costituzionali di solidarietà (articolo 2) e sussidiarietà orizzontale (articolo 118). L'articolo 32 del D.L. 104/2020 che prevede l'assegnazione di specifici fondi agli Uffici Scolastici per il sostegno finanziario alla stipula dei patti di comunità.
Il Piano Scuola 2020-2021 del Ministero ha una duplice finalità, da un lato favorire la messa a disposizione di strutture o spazi (parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei) al fine di potervi svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali; in seconda istanza sostenere le autonomie scolastiche nella costruzione delle collaborazioni con i diversi attori territoriali che possono concorrere all'arricchimento dell'offerta educativa.
L’alleanza educativa, civile e sociale tra scuola e comunità educante territoriale conduce alla Cura del Bene Comune sfruttando l’interesse verso l’insegnamento dell’Educazione Civica obbligatorio in tutti i cicli scolastici: la legge 20 agosto 2019, n.92 e il successivo D.M. 22 giugno 2020, n.35 hanno introdotto nel sistema di istruzione italiano l’insegnamento trasversale dell’educazione civica traghettando l’interesse verso tematiche comunitarie, quali la Costituzione italiana e dell’Unione Europea, principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona.
L’approccio pedagogico che si presta al raggiungimento di obiettivi di educazione civica sfruttando i patti educativi di comunità è il Service Learning, che unisce “Service” ovvero il servizio e “Learning” apprendimento; come il volontariato condivide sensibilità e attenzione verso tematiche sociali, ma a differenza di esso, è interessato anche a ricadute sull’apprendimento.
Il Service Learning si configura come strategia attiva che mette lo studente al centro del proprio apprendimento e allo stesso tempo di rispondere a reali esigenze della comunità, con le sue azioni solidali. Come anche afferma Italo Fiorin, esso contribuisce ad un cambiamento sociale partendo da situazioni di criticità e indirizzandosi verso il miglioramento della comunità e di sé, ma anche ad un apprendimento significativo legato al proprio vissuto, interdisciplinare e orientato alle competenze.
La collaborazione scuola-territorio indirizza gli studenti alla comprensione della cittadinanza attiva ma allo stesso tempo permette di costruire comunità educanti funzionali alla formazione completa dei cittadini.
Il cittadino del mondo “glocale” (globale inserito nel suo ambiente locale), grazie ai patti educativi di comunità, sarà supportato dal contributo di esperienze extrascolastiche progettate con altre istituzioni ed enti del Terzo Settore e realizzate a partire dalla costituzione di reti, anche di durata pluriennale.
Come recitava un saggio proverbio africano “per fare un uomo, necessita un villaggio”.
Ferramosca Mavi è docente dal 2001, facilitatore culturale e sostenitrice del ruolo dell’insegnante nella formazione per un futuro migliore. Laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Lecce e DEC -Dirigenza e Coordinamento dei Servizi Scolastici, Formativi e Sanitari- presso l’Università degli Studi di Tor Vergata Roma. Specializzata nel Sostegno Didattico presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Conseguito Corsi di Perfezionamento e Master Post Laurea. Funzione Strumentale “Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane”, referente per la valutazione nei progetti P.O.N. Autore “Clima e benessere nelle organizzazioni. Per una scuola di qualità” Pluriversum Edizioni, dicembre 2020.