Un esempio di “Patto educativo di comunità”: la didattica museale

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Negli ultimi anni si è sviluppato un lungo cammino di riforme, grazie al quale lo Stato ha proceduto ad ammodernare la pubblica amministrazione, compresa la scuola, mentre questa ha preso consapevolezza dei propri diritti e doveri nei confronti dei cittadini.

Ne è scaturito un quadro normativo piuttosto ampio, che si è definito sempre meglio, al cui interno, sono stati riconosciuti l’offerta di servizi adeguati alle esigenze espresse dall’utenza e la coscienza che l’unica dimensione effettivamente valida è quella “glocale”, nella quale si ottempera alle richieste dell’inarrestabile globalizzazione con la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del luogo di appartenenza.  Alla luce della complessità sempre più elevate che offre il contesto internazionale a livello sociale, economico e politico, l’offerta formativa non può prescindere dunque dal collocare l’identità di ogni istituto nella dimensione della comunità locale.

Sono nati così i “Patti educativi di comunità”, che hanno segnato un ulteriore passo in avanti verso un modello educativo delle persone e dei cittadini orientato alla cooperazione fra scuola e altre agenzie educative locali. 

Con queste finalità, il “Piano scuola 2020-2021” individua nei “Patti educativi di comunità” gli strumenti operativi che possano vedere Scuole, Enti Locali, Istituzioni pubbliche e private, le realtà operative nel terzo settore, le associazioni e anche i singoli cittadini, ad operare “sinergicamente”, sottoscrivendo specifici accordi per creare una vera alleanza educativa.

È un’occasione di pluralità messa al servizio della Scuola, non solo per rispondere ai bisogni emergenziali del momento, ma anche per contrastare la povertà educativa e l’abbandono scolastico.

I “Patti educativi di comunità”, già sperimentati con successo in molte realtà territoriali, possono diventare uno degli strumenti chiave in tale direzione per costruire la Scuola del futuro.

Il Piano Scuola 2020-2021 del Ministero indica, tra le finalità, di questi accordi, favorire la messa a disposizione di altre strutture o spazi, come parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei, per svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali.

La didattica museale agevolata dai Patti Educativi di Comunità 

Per didattica museale si intende l’insieme delle metodologie e degli strumenti utilizzati dalle istituzioni museali e da quelle scolastiche per rendere accessibili ad un vasto pubblico collezioni, raccolte, mostre e in generale ogni tipo di esposizione culturale, per cui, tramite un Patto di comunità, può essere un proficuo incontro tra scuola e museo, tanto più che quasi tutte le città, cittadine e paesi hanno un loro piccolo o grande museo. 

Due sono le dimensioni della didattica museale:

  • quella che si fa a scuola, preparando gli alunni non solo culturalmente alla visita al museo, ma anche all’abitudine ad osservare, alla lettura attiva del territorio, ad un atteggiamento creativo, alla fruizione dell’arte in tutte le sue forme…
  • quella che si fa al museo, o nell’apposita sezione didattica, o attraverso altri percorsi e strumenti, quali visite guidate, laboratori…

Il museo oggi è una realtà dinamica, che ha una doppia responsabilità, quella di preservare l’integrità degli oggetti come elementi del nostro patrimonio culturale e quella di contribuire alla crescita della società, attraverso la missione educativa. I musei, infatti, rappresentano meglio i luoghi, al di fuori della scuola, dove è possibile fare didattica a livello istituzionale.

Oggi, la collaborazione tra scuola e musei, basata sulla fruizione da parte degli studenti di oggetti appartenenti al patrimonio culturale territoriale, è agevolata dai “laboratori”, presenti continuativamente o in certe occasioni nei musei stessi. Il laboratorio nel museo è un luogo di creatività e conoscenza, di sperimentazione, scoperta e autoapprendimento attraverso il gioco: è il luogo privilegiato del fare per capire, dove si fa ginnastica mentale e si costruisce il sapere, oltre ad essere uno spazio dove sviluppare la capacità di osservare con gli occhi e con le mani per imparare a guardare la realtà con tutti i sensi, stimolare la creatività e il pensiero progettuale creativo fin dall’infanzia: “fare per capire”. 

Se si vuole fare didattica museale a scuola, è facile ideare delle Uda già nella scuola dell’infanzia che avvicini i piccoli agli artisti di cui poi vedranno personalmente le opere nei musei, l’aula diventa così una sorta di laboratorio, dove i bambini sono stimolati a promuovere l’esplorazione, la sperimentazione e l’utilizzo creativo di tecniche e materiali diversi, oltre ad osservare e rielaborare in modo personale opere d’arte di un autore famoso.

Scuola

Museo

Obiettivo prioritario: educare e formare

Fine educativo a fianco di raccolta, conservazione, ricerca e esposizione

Obbligatoria 

Pubblico libero

Utenza divisa in gruppi fissi omogenei per età

Gruppi misti e temporanei

Si basa sulla parola e sul libro

Si basa sugli oggetti esposti

Bisogna stare seduti

Bisogna camminare

Senso dell’udito maggiormente sviluppato: informazioni fornite oralmente

Senso della vista: presenza di molti oggetti e mezzi visivi

 Un esempio di Unità di Apprendimento

Si ipotizza di realizzare la seguente Unità di Apprendimento in una cittadina dove è presente un Museo Paleontologico: “Preistoria in vetrina”. Esso raccoglie e conserva fossili e reperti animali e vegetali risalenti a epoche remotissime, e vi si trovano anche numerosi manufatti etruschi e romani di varie epoche, tutti recuperati nel territorio.

Nei locali del museo c’è posto anche per un laboratorio, dove si organizzano anche programmi didattici rivolti ai bambini delle scuole primarie e, nel mese di luglio, sono previsti alcuni corsi finalizzati allo sviluppo della manualità e alla conoscenza dei materiali.

Inoltre il museo, attraverso un “Patto educativo di comunità” con le scuole primarie della zona, organizza un incontro/gioco per i bambini di otto/nove anni dal titolo “Il mestiere del primitivo”, durante il quale si fa vedere, e poi realizzare dai bambini, come si accendeva il fuoco o come si costruiva una freccia.

Previo accordo col Museo, si effettueranno più visite, in modo che gli alunni prendano dimestichezza con l’ambiente, con i suoi fossili e con la sala-laboratorio. Così gli alunni potranno “vivere” nell’ambiente, rendendosi conto delle sue trasformazioni geologiche, della “realtà” della preistoria, tramite reperti trovati in loco, del lavoro degli archeologi, e infine potranno “raccontare” il tutto attraverso disegni e/o testi scritti in classe.

Tale unità avrebbe come obiettivi:

  • potenziare la capacità di ascolto degli alunni;
  • usare appropriatamente le fonti;
  • riconoscere nel museo paleontologico le tracce del passato, presenti sul territorio, e utilizzarle per produrre conoscenze sul passato remoto;
  • ;nel laboratorio del Museo, e poi nell’aula, saper dare vita in forma ludica a semplici esperienze relative al passato, confrontandole alla tecnologia di oggi;
  • “raccontare” l’esperienza fatta.

Sarebbero sviluppate anche alcune Competenze chiave, come: comunicazione nella madrelingua, competenze di base in scienza e tecnologi, imparare ad imparare…

La verifica può essere svolta in itinere, attraverso osservazioni sistematiche sulle competenze acquisite e soprattutto sul coinvolgimento e l’interesse degli alunni, mentre, al termine dell’Unità, può essere svolta una verifica e valutazione del risultato e della produzione pratica degli alunni, tramite schede di comprensione, per verifica anche se il Patto di comunità è risultato vantaggioso.

Bonaccini Silvia, classe 1972, laureata in Scienze della Formazione Primaria e Dirigente e Coordinatore dei servizi socio- educativi e scolastici, in servizio presso l'Istituto Comprensivo Venturino Venturi di Loro Ciuffenna (Ar), come docente di Scuola Primaria,  ha svolto numerosi corsi di aggiornamento e laboratori propedeutici a diverse attività del settore scolastico. Nella sua carriera scolastica ha svolto il ruolo di capo sede, funzione strumentale della valutazione per molti anni, redatto il PON che ha fatto risultare vincitore il suo Istituto ed è tutt'ora membro del Comitato di Valutazione.

 

M.A.GI.C. - Education Training

Tel.0832.521887 - Cell. 368.581458
Via Arturo Caprioli N°8 - 73100 Lecce
P.I.05034810753 - Email luigimartano51@gmail.com

© M.A.GI.C. Education Training di Luigi Martano All Rights Reserved.Design By Promowe.it

Search