Patti educativi di comunità…una visione collettiva?

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Con il Piano Scuola 2020/2021 sono apparsi i Patti educativi di comunità proposti come strategia territoriale, in linea con le direttive europee, per contrastare la povertà educativa attraverso le alleanze tra scuole, organizzazioni del terzo settore, istituzioni,   famiglie e  amministrazioni. 

 Davanti alle sfide multifattoriali della società di oggi la scuola da sola non ce la fa, ha bisogno del supporto dell’intera comunità.

E’ quindi, questa, un’occasione di pluralità per rispondere ai bisogni emergenziali del momento, per agire verticalmente anche sull’ abbandono scolastico, sulla carenza delle competenze digitali nelle scuole attraverso l’attuazione dei principi e dei valori costituzionali, di solidarietà, di partecipazione democratica, di comunanza di interessi e di sussidiarietà orizzontale.

La scuola pubblica deve essere concepita come un’officina e un cantiere sociale, aperta al territorio e propensa a contaminarsi con esso, attraverso una coprogettazione che parta dal basso, stimolando il coinvolgimento attivo delle famiglie e dei minori.

Solo così i Patti possono connettere le diversità, creare confronti e progettare ponti su cui poter costruire il futuro dei nostri giovani.

E’ anche vero però che una comunità educante non si regge sulla carta e ha bisogno dei suoi tempi di realizzazione, ma sappiamo che c’è un potenziale strategico che  non deve essere ostacolato e che potrà accompagnare la Scuola nel suo salto di qualità dove, oltre che servizio pubblico, possa diventare  anche un bene comune.

Il contesto pandemico ha dato una spinta a velocizzare questa nuova visione di fare scuola e sono stati messi a disposizione, in orario curricolare, nuovi ambienti di apprendimento come musei, fattorie, biblioteche, cinema, vissuti in un clima aperto e di curiosità verso qualsiasi diversità e non dimenticando di mettere sempre al centro la persona. 

I Patti educativi di comunità possono, di sicuro, rispondere a varie opportunità così elencate:

  • creano nuove opportunità ampliando lo spettro delle offerte formative, per una didattica attiva e collaborative che valorizzi al meglio le attitudini degli studenti accogliendo anche le loro fragilità;
  • sono strumenti guida per un nuovo modello educativo che va verso lo scenario del learning hub, cioè un ambiente di apprendimento integrato tra scuola e territorio;
  • intervengono sulla povertà educativa, soprattutto contro la dispersione scolastica consentendo a tutti gli studenti di andare a scuola;
  • permettono “risposte specifiche per necessità specifiche” attraverso la collaborazione di un territorio solidale;
  • spingono all’ uso di buone partiche così da renderle disponibili ad altre realtà.

E’ importante dire che connessi ai Patti di comunità sono anche nati, in relazione alla vision che è alla base del progetto, servizi di inclusione lavorativa, centri di servizi di welfare, centri di doposcuola, di assistenza alle famiglie e supporto psicologico.

E’importante sollecitare la comunità a prendersi cura della propria Scuola, a riconoscerla come un bene proprio e a diventare parte attiva della sua costruzione cosi che nessuno possa sentirsi schiavo nella nicchia in cui è nato ma tutti possano avere la speranza di realizzarsi in contesti su misura.

Anche lo spazio urbano diventa luogo educativo per gli studenti, ponendo attenzione al trasporto pubblico ecosostenibile per un maggior legame con il territorio, agli edifici scolastici che vengono riqualificati per renderli più rispondenti alle nuove esigenze della didattica dove ogni spazio, e non solo l’aula, potrà essere utilizzato per finalità didattiche differenziate.

Per la realizzazione di tutto ciò non basta solo l’offerta ma bisogna anche arrivare a ciascuno, e oltre alla disponibilità finanziaria e alle iniziative territoriali serve la fiducia collettiva che spesso parte proprio dai ragazzi. 

Dobbiamo pensare a delineare un futuro diverso per il nostro Paese iniziando ad agire non in modo individuale ma come comunità per compiere quel passo che da tempo la nostra Scuola sta attendendo.

Rosalia Rossi (10/07/1965) napoletana, docente di Storia e filosofia. Laureata in Pedagogia con 110 e lode consegue Master Europeo di II livello in Mediazione e gestione dei conflitti. Interessata alle dinamiche sociali e relazionali, si forma come Counselor, Mediatrice familiare ed esperta in PNL Basic Practitioner. Esperta in criminologia clinica. Ha assunto incarico di collaborazione e tutor con l' Università degli studi di Napoli "Suor Orsola Benincasa"; ha partecipato al forum mondiale della Mediazione al Centre de Congres La Regent a Cras Montana con stages in Spagna e Svizzera sulle tematiche della mediazione  del conflitto nei Paesi Europei. Relatrice a corsi di formazione per adulti su " Comunicazione e conflitto". Ha ricoperto per quattro anni il ruolo di collaboratore vicario, componente Consiglio D 'Istituto e del Nucleo Interno di Valutazione. Ha ricevuto encomio dal Dirigente Scolastico per l'eccellente lavoro di collaborazione svolto presso il proprio Istituto.

 

 

   

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