Che la compartecipazione di soggetti pubblici e privati al progetto educativo dei cittadini arrivasse a un riconoscimento miliare nella storia del Ministero dell’Istruzione, con la finalità di promuovere e rafforzare l’alleanza educativa, civile e sociale tra la Scuola e le Comunità educanti del Territorio era già chiaro in alcune realtà ancor prima che la ministeriale immaginazione decretasse l’istituzione dei Patti educativi di Comunità.
La personale fantasia, potrebbe ipotizzare un sottotitolo di tale istituzione: “Una Scuola per il Territorio” oppure “Un Territorio per la Scuola”.
Considerato che la Comunità educante per essere tale deve essere radicata in un Territorio circoscritto in cui sia possibile promuovere l’appartenenza identitaria e lo spirito di comunità, intrecciandoli all’apprendimento formale, informale e non formale e alla cura dei beni comuni; ed essendo la Scuola bene di una Comunità e principale referente del mandato che dalla Costituzione le è stato assegnato, il M.I. con la istituzione dei Patti educativi di Comunità ha indicato un ulteriore passo verso un modello educativo delle persone e dei cittadini declinato alla cooperazione. Ecco dunque, che il Piano Scuola 2020/”21 ha creato il framework in cui trovano habitat ideale le attività stipulate in accordo tra le scuole e gli altri soggetti pubblici e privati al fine di dare concretezza a progetti didattici e pedagogici connotati da peculiarità specifiche e legati alle opportunità territoriali.
Pertanto, pur mancando la sfera di cristallo e i prevedibili tarocchi, nell’anno 1994, nell’imminenza delle elezioni comunali, in seno a un ragionamento congiunto fra possibili candidati e cittadini comuni, considerando i bisogni di una scuola che si avviava al XXI secolo e voleva chiudersi alle spalle il XX con il suo vecchiume e certe dilaganti distorsioni educativo- comportamentali (il rampantismo e lo “yuppismo” della Milano da bere negazionista di ogni tipo di carenza e/o fallimento a qualcuno non piaceva e per fortuna ne aveva diritto!), ne nacque la riflessione sull’importanza di educare cittadini consapevoli solidi nell’accettazione di sé, del prossimo e del senso di vivere in un contesto sia umano, che ambientale. Quello stesso anno quindi, la nuova Giunta Comunale a San Vito al Tagliamento istituì ex novo l’Assessorato alle Politiche Giovanili, a oggi ormai solidamente radicato. Da lì, a dare operatività immediata al Servizio Politiche Giovanili fu tutt’uno; un attimo dopo il Servizio fu accolto nell’Istituzione Scolastica.
A scuola si presentò con un Progetto le cui finalità risiedono nella promozione del benessere psicosociale e la prevenzione del disagio dei giovani attraverso azioni che hanno l’obiettivo di sviluppare nei ragazzi le life skills promosse dall’OMS.
Il progetto, che da allora è parte edìle del PTOF, fu battezzato “FABER: giovani artefici”.
A partire dalle classi quinte della Scuola Primaria e in continuità con la Scuola Secondaria di Primo Grado l’attenzione viene focalizzata su una serie di abilità cognitive, emozionali e socio-relazionali di base con azioni e ricadute sia sul piano individuale che sul piano sociale.
La ricerc-azione viene indirizzata verso dieci direzioni: la consapevolezza di sé, la gestione delle emozioni e dello stress, la risoluzione di problemi, l’assunzione di decisioni responsabili, lo sviluppo del pensiero critico, la promozione del pensiero creativo, lo sviluppo e il significato dell’empatia, la comunicazione e le relazioni efficaci.
Ai più grandi (terza media, per intenderci) viene proposto un laboratorio sull’affettività e la sessualità in collaborazione con il personale sanitario del Consultorio (ASFO), lavorando in sinergia con i genitori e gli insegnanti per creare la necessaria alleanza educativa di senso.
Energia pregna di affetto e passione nei soggetti operanti ne sono il motore. La neo-eletta Assessore alle politiche giovanili e all’Istruzione visibilmente emozionata all’apertura dei lavori ha aperto il suo cuore ai ricordi degli anni recenti in cui si trovava ancora fra i banchi come nostra alunna fruire del Servizio e ora gode della nostra fiducia nel nuovo incarico di tale responsabilità. A dire il vero anche gli attori del Servizio stesso sono stati nostri allievi, lo stesso sindaco.
Hanno tutti una età compresa fra i 35 e i 45 anni. Ciò dimostra che sin dal “94 chi aveva creduto di educare e formare dei cittadini responsabili ci aveva visto lungo, giacché ora quei giovanissimi cittadini sono diventati adulti responsabili della “cosa civica” in un Territorio ancora e sempre in fermento col mutare dei venti. Instancabilmente, infatti, ogni anno vengono eletti i rappresentanti delle alunne e degli alunni in seno al Consiglio Comunale dei Ragazzi, grazie a una campagna elettorale esattamente come quella degli adulti. Vengono scelti rappresentanti con delle idee programmatiche, tradotte successivamente in istanze da avanzare in Consiglio. Vitale è stato il contributo dato ad alcuni arredi urbani, con particolare attenzione all’infanzia, come la realizzazione di parchi-gioco; oppure le attenzioni al mondo animale con l’area di sgambatura per i cani con punti di resa igienica non solo in quell’area stessa, ma anche in giro per la cittadina e altre cose importantissime che qui, per ridurre la noia del lettore evitiamo di menzionare. Alta è anche l’attenzione all’inclusione attraverso lo Sport: nel 2012 , infatti, la spinta energica di un illuminato ed appassionato maestro (bello ancora definirlo così, come a lui piace!) della Nostra Famiglia, affiliata alla stessa reggenza dell’Istituto Comprensivo, con l’aiuto di altri docenti specializzati nel sostegno e in discipline sportive ha dato i natali all’AROBALENO, tra le prime riconosciute in seguito successivamente dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico).
Tralasciando la macchina organizzativa, la sintesi è l’affiliazione alla FIT alla FISDIR e alla FISPIC . In sostanza dal 2015 i nostri ragazzi partecipano a tornei nazionali e raggiungono davvero di frequente il podio. In questa settimana abbiamo eletto il 1° e il 2° posto nei singolari di tennis e il 1° posto nella sezione promozionale.
Ancora una esperienza sul nostro Territorio in Friuli Occidentale? Correva l’anno 2010 e il Tribunale di Trieste nominò il primo, e a quel che risulta ancora unico tutore di sostegno, con incarico di cura e tutela per la comunità Rom (una famiglia di circa 20 persone) giunta in paese. Il dottor G.C.d a undici anni è l’unico efficacissimo mediatore fra la comunità, il Territorio e la Scuola, nel rispetto della loro lingua, la loro cultura, le loro tradizioni. Non è certo un luogo comune riconoscere che il pilastro di riferimento è la Carta dei Diritti dell’Uomo, partendo dunque dal riconoscimento dei diritti di base come quello a una casa. Di fatto non vivono in carrozzoni e neppure in aree apposite come in altre numerose città d’Italia: il Comune ha concesso delle abitazioni in cui vive ogni singolo nucleo familiare. Agli uomini è stato assicurato il lavoro; ai bambini l’istruzione ompleta e alcuni dei giovani ormai adulti hanno persino frequentato un triennio professionale, vincendo così l’atavica lotta contro il tradizionale analfabetismo. Una tappa importante da raggiungere sarà la completa istruzione delle donne adulte. Esse hanno imparato a scrivere alcune parole in Italiano e a leggere a livelli minimi. Certo molto resta da fare, ma i risultati raggiunti sono grandi e insperati rispetto ai livelli di partenza. L’inserimento sociale è buono al punto che uno di essi, coltivando l’hobby della fotografia, al momento espone una mostra di ritratti fotografici che è passata dall’ospitalità di un privato all’invito personale del Sindaco a esporre nei locali del prestigioso palazzo municipale. Tutte le didascalie sono state scritte con l’aiuto di una delle figlie del signor B.: la sua secondogenita che frequenta la terza media.
Un grande lavoro è stato svolto per diversi lustri con la Biblioteca comunale che moltissimi progetti ha svolto con la scuola, a partire dal dono del tesseramento e di un libro per ciascun nuovo nato che fosse cittadino autoctono o migrante, fino alle proposte di “Nati per leggere”, il teatro e la lettura, percorsi e rappresentazioni del libro vivente, nell’ambito della manifestazione “Un libro lungo un giorno”, in cui ciascuno studente volontario rappresentava un libro e, in un allestimento live in piazza o in altro luogo suggestivo della cittadina, si esponeva pronto a ricevere studenti curiosi di conoscerne il contenuto…”Mamma lingua “ è stao un altro lavoro di ampi orizzonti e grande accoglienza finalizzata all’inclusione di chi non parla italiano come prima lingua, in collaborazione con le mamme volontarie dei ragazzi che frequentano le nostre scuole…”I libri sulla pelle” e molto molto ancora.
Attualmente la direttrice, anima-attrice responsabile di tutto ciò è appena andata in meritata quiescenza, in attesa di un nuovo sostituto, la comunità scolastica ne sente già la mancanza. I ragazzi hanno a disposizione una prestigiosa e vasta biblioteca a essi dedicata da zero anni in su. In questo periodo sanno dove andare a continuare le letture e trascorrere i freddi pomeriggi d’inverno dopo la scuola, non solo per studiare, ma anche per incontrarsi. Un punto di incontro e aggregazione di cui si può essere certamente orgogliosi e soddisfatti, a buon vanto.
I Patti di Comunità? Da tempo li abbiamo tradotti in fatti: adesso abbiamo la cornice.
“Nualtris o fašin besòi!”
Maria Sasso nata e cresciuta in Puglia, adottata per la vita in Friuli. Laureata con lode e proposta di pubblicazione della tesi in lingue e letterature straniere. Ho svolto attività come traduttrice e interprete nel settore privato prima di entrare nella Scuola Statale. Abilitata all'insegnamento di inglese e di tedesco nella Scuola Secondaria di primo e di secondo grado. Ho conseguito il diploma di specializzazione biennale polivalente per il sostegno. Sono mediatrice del Metodo Feuerstein. Insegno nella scuola pubblica da 34 anni. Sono di ruolo dal "92. Sono stata tutor di docenti di lingua durante il loro anno di prova. Referente di tutte le attività didattiche della lingua inglese per il gruppo docenti di lingue. Referente di tutte le attività e i progetti legati al Metodo Feuerstein. Ho al mio attivo una esperienza di Erasmus KA + a Helsinki . Attualmente per scelta ho chiesto il passaggio su posto di sostegno e sono molto felice di aver concretizzato (pur sbattendo contro i mulini a vento) progetti di inclusione a 360°. Sono donatrice di voce per l'associazione Polaris- Amici del Libro Parlato.