Organismi nazionali ed internazionali (ONU) in linea con i principi guida di tutti gli Stati membri, sono nati per realizzare la cooperazione in diversi settori (economico, sociale, culturale, umanitario) per mantenere la pace, la sicurezza e per promuovere il rispetto dei diritti dell’uomo, delle libertà basilari e della diffusione di una impellente educazione adeguata allo sviluppo della collettività.
Particolari strategie e programmi sono stati approvati per sensibilizzare gli uomini ad un modello di vita più sano e sostenibile nei riguardi dell’ambiente e della diversità mediante l’acquisizione e la messa in atto di comportamenti improntati ad una cittadinanza attiva e digitale consapevole non solo di diritti, doveri e regole di convivenza, ma anche delle sfide del presente e dell’immediato futuro.
Il punto di rottura, è pervenuto con l’adozione nel 2015 -da parte dell’ONU- dell’Agenda 2030, che ha fornito un quadro di riferimento strategico condiviso sui temi presi in esame e al cui fondamento vi è una visione integrata delle varie dimensioni dello sviluppo.
Le azioni individuate mirano ad incentivare lo sviluppo sostenibile, favorire lo scambio di pratiche virtuose e diffondere esperienze significative tra le diverse aree territoriali, con l’intento pure di contenere e/o evitare fenomeni incresciosi (si pensi ai flussi migratori, alle guerre per la religione, alle violenze sulle donne...).
L'Agenda 2030 rappresenta, dunque, il quadro di riferimento globale per l'impegno nazionale e internazionale. Basata sulla convergenza di interessi comunitari, è rivolta alla realizzazione di obiettivi, con la volontà di erigere ponti e stabilire intese per tentare la risoluzione dei problemi planetari (povertà estrema, cambiamenti climatici, difficoltà sanitarie, degrado ambientale…) e di gestire le cause che li producono.
Gli obiettivi dell’Agenda 2030 sono entrati in vigore dal 01 gennaio 2016 per giungere a scadenza nel 2030. Essenzialmente fondati su cinque P: People, Planet, Prosperity, Peace, Partnership, essi assumono carattere universale concentrandosi su molti aspetti dello sviluppo sostenibile (ambientale, sociale ed economico), quale presupposto per sradicare la povertà in tutte le sue forme.
L’Agenda contiene quattro parti, tocca molti ambiti tra loro interconnessi, necessari per assicurare il benessere dell’umanità e del pianeta: lotta alla fame, eliminazione delle disuguaglianze, tutela delle risorse naturali, sviluppo urbano, agricoltura, modelli di consumo...
Il documento si pone traguardi, determina impegni sullo sviluppo sostenibile, individua 17 obiettivi (SDGs - Sustainable Development Goals) che dovranno essere realizzati entro 2030: una data di scadenza che l’Agenda si è data in concomitanza con il termine del ciclo di istruzione obbligatorio dei nostri alunni. Tuttavia, sarebbe un errore considerare tale scadenza, come a lungo termine!
La promessa del 2015 è solo l’inizio per individuare e applicare soluzioni concrete, per avviare studi capaci di documentare in modo sistematico e continuo le azioni che gli enti e le istituzioni metteranno in campo e di ascoltare testimonianze, contributi dei nostri ragazzi, futuri cittadini lavoratori.
Questi ultimi rappresentano il capitale umano, le uniche risorse che, narrando esperienze, aspirazioni, pregiudizi, talenti e delusioni, favoriscono l’elaborazione di progettazioni congruenti all’ identità territoriale, al destino del nostro intero paese nel pieno rispetto delle diversità.
Una ghiotta opportunità per accogliere punti di vista divergenti, per operare un concreto confronto su azioni proponibili per tendere alla prosperità sociale anche in considerazione che il mondo del lavoro, interagisce in modo capillare e diversificato con il settore dell’istruzione-formazione.
Di fronte ai repentini e continui cambiamenti che avvengono nelle società, nell’organizzazione della vita quotidiana ed anche negli ambienti lavorativi, è necessario porre attenzione al ruolo della scuola, espressione di una psicopedagogia capace di costruire sistemi educativo-formativi valorizzando elementi che vanno dal successo formativo di ogni singolo, alla qualità elevata delle strategie e metodologie didattiche messe in atto.
Da ciò ne consegue l’attuale paradigma di riferimento, il senso attribuito alla partecipazione responsabile ed attiva e il raggiungimento di competenze del XXI sec. che l’individuo deve possedere affinché si prepari alle richieste emergenti, alle nuove professioni, alle continue evoluzioni comunicativo-relazionali.
"Non abbiamo un piano B perché non esiste un pianeta B."
Ban Ki-Moon, segretario generale delle Nazioni Unite (dal 2007 al 2016)
Lidia Nazzaro Laurea in Pedagogia, PhD in “Diritto, Educazione, Sviluppo, abilitazione insegnamento scuole superiori II grado (classe A036). A seguito di vincita di concorsi, docente scuola infanzia, scuola primaria e tutor tirocinio SFP. Vincitrice di grant per visite di studio LLP/Erasmus+. Esperta per la diffusione della cultura scientifica, ambasciatrice Scientix.eu, tutor d’aula, formatrice e reviewer. Si occupa pure di studi sociali, dinamiche sul Gioco pubblico e pratiche di filosofia dialogica. Ha conseguito numerosi master e perfezionamenti in vari ambiti e svolge incarichi in associazioni di volontariato.