Mission della scuola è la cittadinanza fondata su valori costituzionali, come tra i Principi Fondamentali: l’art. 2 “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” e l’art. 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”.
La scuola agisce con uno sguardo alla costituzione e ai suoi ideali cosciente del fatto che la guerra produce solo guasti, distruzioni, ingiustizie, vittime.
Il comma 2 dell’art. 34: “La scuola è aperta a tutti” indica lo spirito dell’accoglienza del sistema scolastico italiano, l’impegno è ad accogliere in modo ospitale i profughi ucraini offrendo loro percorsi di conoscenza della lingua italiana. Il numero degli studenti ucraini nelle nostre scuole ha superato le 16.000 unità secondo una dichiarazione del Ministro Patrizio Bianchi in un’intervista del 22 aprile scorso.
La nota prot. 781 del 14 aprile 2022 fornisce indicazioni operative per la gestione dell’accoglienza dei profughi in età scolare, puntualizza i criteri di validità dell’anno scolastico e suggerisce un piano didattico personalizzato.
Le risorse alle scuole prevedono anche “assistenza psicologica agli studenti e alle famiglie ucraini il cui disagio connesso all’emergenza epidemiologica è stato pesantemente aggravato dagli eventi bellici patiti”.
Sul sito istituzionale ministeriale al link https://www.istruzione.it/emergenza-educativa ucraina/index.html vi è una area dedicata all’“Emergenza educativa ucraina” suddivisa nella sezione dei documenti del Ministero; materiali per l’accoglienza e l’apprendimento; racconti; notizie.
L’accoglienza dei ragazzi ucraini non dovrebbe essere solo a livello emotivo, dal punto di vista didattico e metodologico sarebbero funzionali docenti esperti in italiano L2 per costruire un approccio efficace con le risorse professionali a disposizione.
Accanto all’apprendimento della lingua italiana, ci sarebbe bisogno di coordinamento fra le lezioni che si tengono in patria da remoto, dove ciò accade, e quelle che si svolgono in presenza nelle scuole italiane. Sarebbe necessario garantire figure di mediatori linguistici e
culturali preparati e disponibili, utile potrebbe essere un’assegnazione più capillare di questi profili professionali nell’organico dell’autonomia.
Le condizioni di questi studenti sono varie, pertanto le necessità sono davvero tante e diverse tra loro, ci sono gruppi di famiglie stabili, minori accompagnati da parenti più o meno prossimi, minori che vivevano già in comunità e che si sono ricostituite poi in Italia, minori non accompagnati.
L’accoglienza e la relativa inclusione scolastica degli alunni ucraini è una sfida pedagogica e organizzativa del tutto nuova che interpella le comunità professionali nella loro dimensione di ricerca e innovazione didattica che sicuramente continuerà ad impegnare la scuola italiana nei prossimi mesi.
Ferramosca Mavi è docente dal 2001, facilitatore culturale e sostenitrice del ruolo dell’insegnante nella formazione per un futuro migliore. Laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Lecce e DEC -Dirigenza e Coordinamento dei Servizi Scolastici, Formativi e Sanitari- presso l’Università degli Studi di Tor Vergata Roma. Specializzata nel Sostegno Didattico presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Conseguito Corsi di Perfezionamento e Master Post Laurea. Funzione Strumentale “Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane”, referente per la valutazione nei progetti P.O.N.
Autore “Clima e benessere nelle organizzazioni. Per una scuola di qualità” Pluriversum Edizioni, dicembre 2020.