Il PNRR Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza Scuola 4.0 è un programma di interventi del MI, oggi denominato Ministero dell’Istruzione del Merito, per favorire la transizione digitale della Scuola italiana.
Sono stati stanziati 2,1 mld di euro totali, così suddivisi:
-380 mln di euro per l’acquisto di strumenti per la didattica a distanza e integrata e per le STEM;
-1 mld 296 mln per la creazione di 100.000 aule innovative in tutte le scuole;
-424 mln di euro per laboratori destinati alle professioni digitali nelle scuole secondarie di II grado.
Il PNRR Scuola 4.0 è inquadrato nella cornice più ampia delle Azioni per l’Istruzione di “FUTURA. La Scuola per l’Italia di Domani”. Tra il 2022 e il 2024, nelle scuole italiane saranno allestiti ambienti e laboratori innovativi e segreterie digitali.
Tra finanziamento, progettazione e attuazione del PNRR Scuola 4.0, si inserisce la vetrina di “Fiera Didacta Italia 2022”, definita un “appuntamento irrinunciabile, il più importante evento nazionale dedicato al mondo della scuola”, capace di attrarre gli stakeholders del settore: allievi, genitori, docenti, dirigenti scolastici, enti di formazione e ricerca, università, editoria, imprese.
Nelle edizioni precedenti, l’evento organizzato da FirenzeFiera Exhibition Center si era svolto a Firenze; aveva spento le luci in era Covid-19, per riaccenderle tra 20 e 22 ottobre 2022 alla Sicilia Fiera Exhibition Meeting Hub di Misterbianco (CT), una novità per il Meridione macroarea geografica dove è urgente contrastare i divari territoriali.
L’evento è stato strutturato su tre matrici: espositori di hardware, software e arredi innovativi, convegni su tematiche relative a povertà educativa; dispersione scolastica; disparità di genere. I workshop sono stati uno strumento attivo per la riflessione di dirigenti scolastici e docenti, che hanno discusso in gruppi di lavoro su casi di studio reali.
Visitando il grande open-space, ci chiediamo come cambieranno gli ambienti di apprendimento fisico e virtuale. Gli espositori offrono una vasta gamma di idee per “abitare la scuola del futuro”; per progettare la trasformazione dell’edificio scolastico esistente con modelli di “learning landscapes globali”, con arredi riconfigurabili, superfici educanti diffuse, aule sensoriali, spazi non convenzionali e green, non riconducibili all’aula tradizionale, laboratori di ultima generazione.
Pensiamo a un ingresso scolastico con punti di accoglienza informali, dotati di guardaroba, dove il corpo è in piedi davanti a totem che accolgono, interagendo in diverse lingue; poi può sedersi su divanetti con librerie integrate o distendersi su tappeti tra cuscini. Nelle transizioni aula-corridoio (the threshold) si ricavano: angoli individuali per lo sviluppo dell’intelligenza intrapersonale; nicchie per coppie peer-to-peer; aree di ristoro informale per la socializzazione “casual eating areas”.
Va superato il concetto di aula. Gli allievi diventano space transformers, che compongono i mobili modulari a rotelle, disaggregandoli e ricomponendoli in modo flessibile e polivalente, per svolgere attività in piccoli gruppi, circle time, debate, presentazioni multimediali o per lasciare il pavimento libero come altra pista educativa. Possono esserci più digital boards nella stessa aula, con gruppi di lavoro antagonisti o collaborativi.
Altri spazi ospitano aree di esplorazione e ricerca con tavoli touchscreen interattivi; tavoli singoli con dispositivi integrati one-to-one (modello senza zaino) con l’ausilio di sussidi digitali e l’uso della flipped classroom. L’ambiente di apprendimento si amplifica e si estende a tutte le parti dell’edificio, dentro-fuori, centrali e periferiche. È caratterizzato da un proprio linguaggio, che genera bellezza e benessere, secondo il progetto di identità culturale della scuola.
Va considerato che la superficie educante non è solo quella frontale e non è unica, ma dobbiamo pensare a tutte le pareti; al soffitto, al pavimento e non solo a quello dell’aula.
Ci sono tante superfici educanti: ogni superficie è uno spazio di narrazione visiva, immagini, piani tematici, superfici proiettanti o anche tattili, che impattano con l’alunno in movimento per i corridoi, per le scale, nei cortili. È un percorso espositivo che educa, non fisso, ma che si evolve; che può parlare anche di arte, di fisica, di astronomia; che accompagna e si fissa nella mente e nella memoria giorno dopo giorno.
I laboratori, denominati “next generation labs”, sono spazi tecnologici e specializzati con devices innovativi: stampanti 3d e lasercut, strumenti per il coding, droni, bracci robotici, robot e sistemi di intelligenza artificiale, software e hardware per la didattica digitale integrata e per la realtà virtuale.
Altri spazi speciali sono: aule sensoriali; spazi green con orti verticali e serre tecnologiche per lo sviluppo dell’intelligenza naturalistica; luoghi informali con superfici scrivibili; grandi spazi-agorà arredati per lo sviluppo dell’intelligenza interpersonale.
Potremmo dire di aver partecipato a un’anteprima, anche se frammentaria, della “Scuola per l’Italia di Domani”, una sorta di narrazione della scuola ideale attenta all’ambiente, concentrata sulle “nuove competenze per nuovi lavori” (Strategia Europa 2020). Dunque, il PNRR Scuola 4.0 non è solo uno strumento di finanziamento per l’acquisto di strumenti e di arredi, ma sottende un progetto di più largo respiro tra architettura e pedagogia.
Questo progetto richiede anche un’alta formazione dei docenti sul digitale e su modelli didattici innovativi, che promuovano l’esplorazione e la scoperta; la dissolvenza della lezione frontale; il superamento della settorialità delle discipline; metodi a classi aperte; service learning; outdoor education; modelli di governance che prevedono co-progettazione, coinvolgimento degli attori della comunità educante, leadership condivisa con gli allievi per contrastare la dispersione scolastica.
A questo deve corrispondere per ogni istituzione scolastica un proprio progetto di scuola, basato sui bisogni e sulle attitudini reali dei propri allievi e rivolto a un apprendimento attivo e produttivo.
In questo fermento di idee per “abitare” la scuola del futuro, hanno lavorato i partecipanti ai workshop sotto la guida di INDIRE, partner scientifico di Didacta Italia e supporto del Ministero per la documentazione e l’innovazione della ricerca educativa italiana.
Romagnolo Antonella F. S. Accoglienza e Inclusione e Docente di Sostegno presso I.I.S. Guttuso di Milazzo
-Architetto, laureata cum laude presso l’Università degli studi “Mediterranea” di Reggio Calabria
-Dottore di Ricerca in Progettazione Architettonica presso l’Università degli studi di Palermo
-Borsa di studio biennale di post-dottorato di ricerca in Ingegneria civile, strutturale e ambientale presso il Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università degli studi di Messina
-Master di I livello in “Scienze dell’educazione e della formazione all’uso delle immagini nei contesti scolastici” presso Accademia delle belle Arti “Michelangelo” di Agrigento
-Docente Mentor, Corso riconosciuto MIUR presso WEB-House Messina
-Master di II livello in “Dirigere, organizzare e gestire le istituzioni scolastiche e formative” presso l’Università per stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria
-Diploma di Specializzazione biennale “Metodologie psicopedagogiche dell’apprendimento in ambito didattico”, presso l’Università per stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria
-Diploma di Perfezionamento in Criminologia presso DIPASSI – Policlinico universitario di Messina
-Corso di perfezionamento “Teoria e metodo dell’apprendimento collaborativo” presso l’Università per stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria
-Energy manager ed Esperto in gestione dell’energia, titolo conseguito presso ENEA di Bologna-Catania
-Corso di perfezionamento “Teoria e metodo dell’uso delle tecnologie multimediali nella didattica” presso l’Università per stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria
-Autore di saggi in libri e riviste specializzate del settore architettonico
-Autore del libro La Scuola. Sentinella contro il disagio minorile e condotte antisociali.