UNA “DISCIPLINA NON DISCIPLINA”: L’EDUCAZIONE CIVICA 

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Il 24 agosto sono stata invitata come membro del FIS (Festival dell’Innovazione Scolastica) al Meeting di Rimini. 

L’area di interesse del FIS a Rimini è infatti stata proprio l’educazione e l’innovazione nella scuola. Come Dirigente Scolastico dell’ICS “Viale Legnano “di Parabiago (MI) ho condiviso col pubblico, in presenza e a distanza, la tematica dell’educazione civica e le potenzialità di questa “disciplina non disciplina”. 

Ho avuto modo si sottolineare l’importanza dell’approccio trasversale sia tra le discipline che tra gli ordini di scuola, evidenziando l’importanza della continuità della presenza dell’educazione civica sin dall’Infanzia ed esplicitando quanto, grazie alla professionalità e all’esperienza delle/dei docenti, l’approccio sia stato rispettoso delle configurazioni etiche e cognitive dei bambini 

Grazie a una concezione dell’apprendimento basato sul “Project Based Learning”, abbiamo potuto vivere l’educazione civica come acquisizione progressiva di consapevolezza del proprio ruolo sociale, in una logica di “lifelong learning”. 

L'impianto organizzativo della “disciplina non disciplina” di educazione civica è trasversale ai diversi ambiti di apprendimento e caratterizzata da una matrice valoriale forte, nel nostro caso attraverso la verticalità, la trasversalità ovvero una progettualità sistemica che attraversa i diversi ordini di scuola. 

Dimensione altrettanto decisiva la condivisione del “lifedeep learning”, ovvero la capacità di generare un apprendimento attivo e proattivo, in una dimensione etico-formativa. Per questo il DS deve saper “motivare e progettare condividendo” e implementando l’apprendimento dell’educazione civica, ovvero una quota di 33 ore annuale. 

Utilizzo il termine “implementare” non a caso, poiché sappiamo che da sempre la scuola è il setting per eccellenza dell’educazione civica: oltre la famiglia, infatti, essa è la prima occasione di vivere una comunità allargata, di fare un’esperienza di società civile, è il luogo dove si comprende che l’interesse pubblico, comune prevale sui diritti soggettivi. 

I progetti hanno coinvolto un congruo numero di docenti e si è adottata una didattica basata sullo sviluppo ed il potenziamento delle competenze, anche attraverso la realizzazione di compiti di realtà, che ha come conseguenza la valorizzazione delle soft skill acquisite. La centralità degli studenti all’interno della progettualità diffusa è sempre stata incoraggiata e valorizzata anche attraverso la buona pratica di disseminazione dei risultati.

Nel mio intervento ho selezionato un progetto per ogni singolo ordine di scuola. Si noterà come le scelte dei contenuti siano orientate ad ambiti di riferimento in cui la sensibilità degli studenti può essere sollecitata ad ogni età. 

L’ “Albergo del nonno” 

Per quanto concerne il segmento dell’infanzia, esperienza meritevole di interesse è quella del service learning attraverso un progetto dei bambini di 5 anni rivolto agli ospiti “Albergo del Nonno”, una residenza che ospita gli anziani della zona. Esso promuove la coscienza civica rispetto all’importanza dei legami educativi di comunità, favorisce lo scambio intergenerazionale e testimonia sul territorio quel sistema di relazione e cura che non solo le scuole, ma anche altre realtà professionali e istituzionali (con cui gli alunni vengono messi in contatto) sono in grado di costruire. 

L’educazione civica così è vissuta come matrice valoriale in fieri, da sviluppare in collaborazione con altri stakeholder, al fine di creare e consolidare legami educativi di comunità sul territorio. In tempi di pandemia e di misure organizzative differenti il progetto è stato opportunamente rimodulato senza perdere l’orientamento all’empatia e agli aspetti emotivi dell’apprendimento, utilizzando anche strumenti digitali intesi appunto come medium utili alla realizzazione delle finalità. 

Il progetto nasce dalla lettura de “Il segreto di nonno Teodoro”, un racconto che ha permesso di fare esperienza di giochi, canzoni, filastrocche, rappresentazioni grafiche conversazioni su esperienze personali, dando adito ai bambini di maturare riflessioni relative alle tematiche: “chi sono io”, “chi sono gli anziani”, “il ciclo della vita”. 

“Diverso è bello”: la creazione di supereroi anti-bullo 

E’ opinione condivisa dagli studiosi di settore l’opportunità di iniziare quanto prima a fare attività di informazione e prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo a scuola, abbiamo iniziato sin dalla primaria con incontri con esperti nelle classi quarte e quinte e con un progetto legato alla creazione di supereroi. Il progetto si è svolto in diverse fasi, tra loro interconnesse e progressive: 

a) Conoscenza e riflessione sulle regole della “netiquette”: la prima fase ha quindi consentito ai giovani alunni una vera e propria riflessione sulla comunicazione corretta, applicata a quei media cui le nuove generazioni inevitabilmente accedono: proibirne l’uso appare anacronistico, guidarli a un utilizzo consapevole e corretto è invece l’arma migliore. 

b) Gli incontri con esperti di informazione e hanno aiutato gli alunni a comprendere il problema sotto la dimensione del diritto, del rispetto della

persona, dei danni diretti e collaterali, dell’identificazione di comportamenti lesivi della dignità individuale 

c) La parte più entusiasmante e coinvolgente per gli alunni è stata la creazione di un supereroe anti-bullo: essa ha stimolato le competenze ideative e la skill della creatività, centrale nel processo di formazione e troppo spesso ancora non perseguita: tutto ciò è stato vissuto in una dimensione di gamificazione, attraverso la pratica del team working e del learning by doing 

d) Nella medesima direzione si è svolta la redazione di un “decalogo anti bulli”: darsi autonomamente delle regole favorisce il rispetto delle stesse e sarà un viatico importante nel futuro nel rispetto della legge e nella comprensione della sua imprescindibilità in uno Stato democratico 

La “Patente dello Smartphone” 

Da settembre 2021 siamo scuola capofila di una rete di un progetto di rilievo nazionale, portavoce la senatrice Elena Ferrara, firmataria della Legge 71 del 2017 (“Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”): la “Patente dello smartphone”. Grazie a questo progetto il patto di corresponsabilità e l’alleanza scuola famiglia possono consolidarsi e gli studenti, al termine di un percorso qualificato, conseguono un patentino di anti-bullo, che attesta la capacità di un uso consapevole della rete e delle nuove tecnologie nella pratica quotidiana. 

La presentazione si è limitata a poche esperienze significative tramite slides esplicative, che si sono arricchite nel piano dell’offerta formativa del nostro ICS da molteplici altre iniziative, in cui la linea privilegiata individuata e condivisa dal DS si esplica attraverso la fantasia e la creatività delle e degli insegnanti. 

Fugaro Monica Dirigente ICS “Viale Legnano” di Parabiago (MI) Laureata prima  in LINGUE E LETTERATURE STRANIERE nel 1999 , e poi nuovamente in Scienze Politiche nel 2007 presso l' Università Orientale di Napoli . Docente di lingua inglese dal 2000 al 2019 in diversi Istituti (tecnici,professionali,licei ) sia a Napoli che a Milano . La varietà dei contesti ha costituito autentica ricchezza per lo sviluppo professionale. Da Settembre 2019 dirigente scolastico (vincitrice del Concorso del 2017  presso l' Istituto Comprensivo "Viale Legnano di Parabiago " (MILANO) Crede fortemente che il Dirigente abbia tra le tante responsabilità anche quella di "leader dei processi educativi"

 

 

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