Il merito in merito a… (piccolo glossario senza merito)

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Benessere, generalmente associato alla ricchezza, alla crescita, dello sviluppo umano ma non può essere interpretato semplicemente come PIL e come affermazione di bisogni individuali a discapito della collettività e del legame solidaristico, sostenibile ed umanitario che ne deriva.

Il PIL non può segnalare le condizioni di uno stato di benessere psico-fisico, di soddisfazione, di felicità e di equilibrio del singolo e della comunità.

Diritti: quelli, che insieme ai doveri, i giovani dovrebbero imparare per esercitare una cittadinanza partecipata, degna e consapevole e per non trovarsi spiazzati nei prossimi anni. La nostra vita, la nostra formazione, le nostre azioni sono interdipendenti, si interconnettono e si rimodulano nel tempo e nello spazio.

Disuguaglianza, appare scontato il riferimento al reddito e alla prosperità economica mentre si sottovalutano altre forme di disparità che sono collegate ad aspetti della vita molto variabili: malattie, assenza d’istruzione, divario digitale, esclusione sociale, disoccupazione, discriminazione.

Documentazione: la maggior parte di atti ministeriali nazionali ed europei, elaborati negli anni recenti (Linee guida, Indicazioni, Orientamenti, Raccomandazioni…), non si pronunciano esaustivamente per definire il merito, le sue caratteristiche, le funzioni, le ricadute…ma si ravvisa una scarsa attenzione a fornire, esplicitare, formalmente, come interpretare il merito nel mondo della scuola sia esso riferito al personale docente, agli alunni, alla organizzazione tout-court.

Edilizia: finché non avremo scuole  in edifici sicuri, spaziosi, luminosi e lontano dai rumori, i ragazzi e i docenti dei ghetti delle città piccole e grandi in Italia, meriti ne avranno tantissimi , forse più di altri.

Equità e Giustizia: in merito al merito cui è intitolato il nuovo Ministero, esaltando le capacità dei migliori (studenti o docenti?) intrinsecamente emargina ed esclude coloro che fanno più fatica, col rischio di amplificare le ataviche disparità fra le scuole italiane, considerando l’edilizia, gli spazi, e passando per le competenze di docenti reclutati con metri differenti, spesso formattati, più che formati, specialmente dopo la DaD.

Inclusione: un sogno di chi pensa davvero che la scuola sia un diritto/dovere per tutti. 

Se consideriamo i livelli di partenza e il contesto socio- culturale di provenienza di certi alunni, oppure il loro stato di salute fisica: esistono non solo i meritevoli, ma anche gli eroi!

Se pensiamo al contesto in cui certi insegnanti sono stati preparati, hanno studiato e alla motivazione che li spinge a insegnare ,allora si parla di danno oppure di genialità allo stato puro. Costoro non solo sono meritevoli per studio, competenze, conoscenze, ma anche per la creatività e l’empatia messa in campo plastificando le competenze in loro possesso con le strategie adeguate al contesto di situazione in cui operano.

Merito = Tutto e Niente!

Ragionevolmente lo si associa a competenza, condivisione, costanza, generosità, impegno,  motivazione, ricerca, scienza, servizio, sforzo, talento, umiltà. Raggiungimento di obiettivi.

Meritocrazia: Il merito inteso come declinazione della meritocrazia viene spesso collegato all’ ambito socio-politico e quindi rischia di affondare le sue domande nelle trattazioni economiche o semplicemente negli studi che riguardano le statistiche, il rendimento, la performance di una determinata realtà.

Progressi: dipendono dai blocchi di partenza, da quanto oggettivamente osservabili, da quanto contano nel perseguimento degli obiettivi e dagli obiettivi stessi. Delicatezza, occorre delicatezza nella osservazione e pazienza, tanta pazienza.

Raccomandazione U.E. 2018: tutte le discipline hanno una loro dignità ed una funzione orientativa così come ogni essere umano possiede un “capitale” da poter condividere e plasmare per i suoi bisogni. Occorre trovare forti raccordi e correlazioni tra i diversi ordini di scuola, strategie collaborative, approcci innovativi, rispettando la ricchezza dei principi epistemologici di ogni singola disciplina, e nel contempo, intrecciando la cultura umanistica con quella scientifica.

Realizzazione: tutti uguali o tutti diversi nel merito? Una persona valutata ottimamente per il suo operato o per il suo modo di essere all’ interno di un contesto, può raggiungere la sua realizzazione intesa come “ben-essere”, gratificazione indirizzati pure ad un ulteriore miglioramento da infondere pure nell’ altro? 

Riconoscimento: item doloroso sia per uno Stato che si dice democratico, sventolando una Costituzione bellissima, sia per un sistema valutativo nella Istituzione scolastica che ancora offre vivace discussione nonostante la vetustà. Dono atteso come un dono di compleanno che solitamente appaga chi lo riceve e scatena competizioni in chi vorrebbe riceverlo. Stimolante meta da raggiungere sia dagli studenti, che dai docenti. Strumento liquefatto, talvolta evaporato nel tempo, che mai slega il legame chimico della retribuzione (revisione del CCNNLL?) considerata un diritto sacrosanto.

Traguardo e/o premio: “quale e come” raggiungerlo individualmente e/o collettivamente? Questa condizione non proprio chiara, naturalmente, ha generato non poche frustrazioni, demotivazioni e perplessità specialmente in coloro che intravedevano nel merito l’assenso, “la diretta e ovvia discendenza” di una forma di premialià, e/o di valorizzazione della persona. 

Valori, i modi di essere e fare, sono importanti per il successo economico, per il miglioramento e variano da regione a regione. Il contrasto fra i valori è più problematico e complesso di quanto una lettura semplicistica fa supporre.

Valorizzazione: Nel nostro paese è molto faticoso individuare criteri, misure e qualità per riconoscere il merito e il de-merito. In realtà è come muoversi in un ginepraio dal momento che non è soltanto nella scuola che tale questione resta ancora irrisolta. 

 D = Dulcis in fundo?

Costituzione: l’articolo 3 della Costituzione ci ricorda che è dovere della Repubblica scardinare ed eliminare tutti gli ostacoli che possano impedire il pieno sviluppo della persona umana; il che, se è vero, com'è vero che non menziona il merito, almeno idealmente comanda di eliminare ciò che non consente a chi è in difficoltà di avere le stesse possibilità di favorire il pieno sviluppo delle proprie consapevolezze, i propri talenti, le proprie vocazioni al pari di tutti gli altri.  Offrire le pari opportunità è dovere di uno Stato democratico ed evoluto. Favorire i talenti, promuovere la motivazione, offrire consapevolezze, tramite l’immenso patrimonio culturale, la varietà antropologica, la ricchezza etnica, la favolosa storia, la diversificazione degli insegnamenti, i parametri di valutazione sono davvero utili ed equi, così come oggi li ritroviamo declinati a Scuola?

Cara Costituzione, siamo sicuri di garantire ai giovani la partecipazione ai processi organizzativi e alle decisioni politiche lungo l’orizzonte sociale?

A noi sembra che a questo punto il merito non c’entri proprio niente.

Maria Sasso e Lidia Nazzaro

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