“Le navi spinte da forti venti
non procedono più spedite,
naufragano”. (V.O. Saia)
Il Governo della XIX legislatura, guidato per la prima volta nella storia dell'Italia repubblicana da una donna, l'On. Giorgia Meloni, visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione e l'art.11 della Legge 59/97, ha variato le denominazioni di alcuni ministeri e dei relativi ministri, apportando modifiche all'art.2 del D.Lgs 300/99, attraverso il DL 173/2022 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.264 del 11/11/2022.
In particolare, l'art.6 modifica gli articoli 49 e 50 del D.Lgs 300/99 trasformando il "Ministero dell'Istruzione" in "Ministero dell'Istruzione e del Merito" e facendo assumere al relativo Ministro l'appellativo di "Ministro dell’Istruzione e del Merito". Inoltre, modifica i periodi "valutazione dell'efficienza dell'erogazione dei servizi" in "promozione del merito e valutazione dell'efficienza nell'erogazione dei servizi" e "supporto alla realizzazione di esperienze formative finalizzate all'incremento di opportunità" in "supporto alla realizzazione di esperienze formative finalizzate alla valorizzazione del merito".
Fin da subito, l'appellativo merito ha suscitato varie perplessità che hanno animato molte discussioni non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra la vasta platea di opinionisti e giornalisti, che ne hanno evidenziato sia i possibili aspetti negativi sia quelli positivi.
In ogni caso, la nuova denominazione ha posto degli interrogativi a cui è difficile dare delle risposte esaustive. In particolare: chi espliciterà i criteri della "promozione del merito"? chi valuterà le competenze ed elaborerà le rubriche valutative da utilizzare? chi formerà e valuterà i valutatori? gli alunni e tutto il personale dell'Amministrazione scolastica con quale logica verranno ordinati, meritocratica o meritoria, e quali paradigmi verranno agiti?
È compito dello Stato fissare i criteri, le regole e le rubriche valutative.
Il compito di "valutare il merito" e/o di "promuovere il merito", secondo l'assunto dell'art.6 del DL 173/2022, non può essere affidato ai Dirigenti tecnici e ai Dirigenti scolastici attualmente in servizio, ma ad un Organismo indipendente da istituire. I NEV presieduti dai Dirigenti Tecnici, ad oggi, hanno valutato 1.013 scuole su 8.029 (dati INVALSI).
Per prima cosa, lo Stato dovrà porre in essere delle politiche per attirare le migliori menti italiane, aumentando considerevolmente gli stipendi del capitale professionale e sociale della scuola, mettendole al servizio per il bene della Nazione. Anche la formazione continua e il turnover del personale docente e dirigente contribuiranno ad innalzare la qualità dell'offerta formativa e a rafforzare il ruolo sociale della scuola (esperienza finlandese).
Al Presidente del Consiglio, in quanto capo dell'Esecutivo, spetterà enucleare il significato politico del termine merito, secondo le prospettive della pedagogia, dell'etica, della morale e della sociologia e stabilirne il rapporto con i concetti di meritocrazia e di meritorietà.
Il primo concetto rimanda ad egoismi, selezioni, antagonismi, graduatorie, soprusi, regole scritte da coloro che esercitano il "potere del merito" per rafforzare la loro posizione.
Il secondo si rifà, invece, al "criterio del merito" come principio di organizzazione sociale basato sui talenti, sull'impegno sociale a garanzia dell'inclusione e della democrazia.
Al Governo spetterà soprattutto individuare cosa valutare, stilandone le regole.
È bene ricordare che, per l'attribuzione del merito, attualmente mancano sia la normativa di riferimento sia il personale formato a svolgere tale ufficio.
Merito e antropologie
Appare evidente che le varie antropologie di riferimento, presenti nel nostro Paese, hanno bisogno di parametri valutativi "assoluti" che tengono conto del miglioramento personale in relazione ai propri livelli di partenza.
Lo studente africano, bengalese o appartenente ai paesi "in via di sviluppo", compie uno sforzo maggiore per arrivare ai livelli di partenza dei pari grado del paese di accoglienza perché deve acquisire le competenze di base (i neo apprendimenti utili ad "imparare ad imparare") da cui partire per gareggiare nella "lotteria" del merito.
È noto a tutti che la medesima abilità e il medesimo sforzo sono valutati diversamente a seconda del prevalente ethos pubblico. (S. Zamagni, Meritocrazia Enciclopedia Treccani)
Una nuova mission per la scuola: formare il capitale umano 4.0
Quale sarà la mission e la vision del Ministero dell'Istruzione e del Merito affinché la scuola assuma di nuovo il ruolo guida della società indirizzandola verso la promozione della pace, il progresso, il benessere, l'inclusione e la cooperazione con le altre Nazioni europee e del Mondo?
Innanzitutto, per aumentare la qualità del servizio offerto dalle nostre istituzioni scolastiche, utile a migliorare le competenze di ogni studente, bisognerà innovare tutto l'ordinamento scolastico.
I percorsi di studio e di formazione dovranno creare il capitale umano 4.0: l'operaio generico, quello specializzato, il tecnico, il laureato nei settori strategici, l' "homo faber" in grado di controllare il proprio destino e il proprio ambiente, utilizzando ecologicamente tutte le risorse a sua disposizione, per rilanciare l'Italia sull’orizzonte europeo e planetario.
Occorreranno a tale scopo figure nuove (tutor e mentore) utili alla crescita morale e culturale dello studente. Sarà necessario anche un "nuovo patto di corresponsabilità" tra famiglia e scuola per superare lo "stato di abbandono culturale" che affligge tanti giovani e per favorirne il successo nel medio e lungo periodo.
Sicuramente, destinando risorse specifiche per aumentare la qualità delle attività della scuola, attraverso i patti educativi di comunità e le politiche di sostegno alle famiglie povere e meno abbienti, si potrà mitigare il divario sociale, culturale ed economico attuale.
Si fa notare che, le società emotivamente più consapevoli indagano sul livello delle competenze possedute dalle varie popolazioni straniere presenti nel loro Paese, in modo da indirizzarle nei settori strategici della produzione industriale, per rafforzare la loro economia.
Inoltre, essendo consapevoli delle loro speranze, dei loro sogni, delle esigenze e delle aspettative che nutrono, investendo adeguate risorse, li trasformano proficuamente in opportunità utili alla crescita sostenibile, equa, costruttiva e duratura dei loro Paesi di origine.
Quindi, le Policies del Governo dovranno essere curvate e instradate per rafforzare il ruolo sociale della scuola, per favorire l'inclusione e la collaborazione delle antropologie attualmente presenti nel nostro Paese e per contrastare la povertà educativa.
In ultimo, avrei attribuito al Ministero dell’Istruzione e al suo Ministro gli appellativi "dell'inclusione e dell'innovazione". I due termini avrebbero sottolineato, rinnovato e dato più forza alla mission e alla vision della scuola, sancita in Costituzione dagli art. 3 e art. 34: "È compito della Repubblica rimuove gli ostacoli, …, per il pieno sviluppo della persona umana" e "la scuola è aperta a tutti. ... I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi".
Tale azione sarebbe stata utile a costruire un futuro migliore e aperto a tutti.
Vincenzino O. Saia