Era il lontano 1990, quando entrai, per la prima volta, in una scuola secondaria di primo grado a sperimentazione informatica, alla periferia di Milano.
Era il lontano 1990, quando entrai, per la prima volta, in una scuola secondaria di primo grado a sperimentazione informatica, alla periferia di Milano.
Non so se a qualcuno di Voi accade ciò che sta succedendo a me in questo periodo: non parlo di fatti concreti, ma di percezioni (oserei definirle quasi aptiche), sensazioni, impressioni, sfuggenti, eppure quasi palpabili, dettate da una nuova temperie, dall’intuizione che stiamo vivendo in un momento di grandi trasformazioni, culturali, sociali, generazionali.
La competenza digitale consiste nel saper usare con dimestichezza e in modo critico le tecnologie della società dell’informazione
Il focus di questa mia riflessione ,su una tematica che ha largamente contaminato il mondo della scuola italiana si incentra e si può tradurre in: la tecnologia innovativa sta alla didattica come la didattica inclusiva sta alla tecnologia.
Quando nel 2017 il movimento di Avanguardie Educative lanciò la sua quinta idea innovativa, il Debate, noi curiosi frequentatori e simpatizzanti del movimento vi riconoscemmo qualcosa di familiare, che richiamava idealmente la comunicazione verbale, il confronto e per i più fortunati, le Controversiae e Suasoriae di ciceroniana memoria.
In un mondo dominato dalla Tecnica, che consuma il «tempo per guadagnare spazio», il Sabato (edito da Garzanti, 2013) di Abraham Joshua Heschel rappresenta la rivincita del tempo sullo spazio. Il sabato è in primo luogo una meditazione offerta a tutti i lettori sull’importanza di riscoprire il tempo come cuore dell’esistenza. Il tempo, per dirla con la grandissima scrittrice Marguerite Yourcenar, è un grande costruttore.
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