SOCIAL AND EMOTIONAL LEARNING. LE COMPETENZE SOCIO-EMOTIVE IN UNA DIDATTICA INCLUSIVA.

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Oggi viviamo in una società molto complessa, caratterizzata dalla globalizzazione, dal rapido cambiamento dei valori di riferimento, dall’eterogeneità e dalle contraddizioni dei modelli culturali tali da disorientare gli individui.

Contesto in cui entrano in gioco emozioni, sentimenti, stati d’animo di ognuno che condizionano e determinano lo svolgimento delle singole personalità.Proprio le emozioni sono alla base del comportamento individuale e sociale e dello stesso apprendimento.Infatti, grazie a numerosi studi, è stato dimostrato quanto sia importante l’aspetto emotivo e affettivo nella comunicazione, nell’interazione sociale, nell’apprendimento scolastico, perché si è finalmente capito che l’essere umano è una totalità di razionalità ed emotività, e che in quest’ottica deve essere educato e deve imparare ad imparare.Pertanto, la scuola di oggi è chiamata a rispondere a nuove sfide e realtà che muovono sempre più verso un’ottica inclusiva.Infatti, si prospetta un’ampia diversità tra gli alunni sia rispetto alle modalità di apprendimento, alle difficoltà certificate e non, alla presenza di disabilità più o meno grave, che rispetto alla lingua, alla cultura e alla religiosità.Questo comporta una nuova necessità di adattamento e modifica del tradizionale modo di fare lezione ed educare, basato ancora troppo spesso su lezioni frontali, distanza tra alunni e docenti non solo fisica ma anche emotiva e relazionale. Il cambiamento parte dalla necessità di permettere al singolo studente di apprendere, muoversi e inserirsi nel contesto scolastico e mettere a frutto le proprie abilità, indipendentemente dal livello delle stesse, nel rispetto dei suoi tempi e peculiarità.

Quindi, ogni docente deve essere in grado di programmare in modo inclusivo, adottando una didattica creativa, flessibile e il più possibile vicina alla realtà. Questo comporta il superamento di ogni rigidità metodologica e l’apertura a una relazione dialogica/affettiva, che garantisca la comprensione del bisogno e l’attuazione di risposte funzionali.Determinante risulta lavorare sulle emozioni perché la conoscenza e la gestione dei vissuti emotivi sono importanti per l’equilibrio e il benessere psicofisico. Ogni volta che l’individuo prende coscienza del proprio stato interiore, conosce meglio se stesso poiché ha l’opportunità di entrare in contatto con la parte più intima di sé. Inoltre, la riflessione sugli stati d’animo propri e altrui permette di incrementare la capacità empatica, che implica l'assunzione della prospettiva emotiva dell'altro, cioè la capacità di condividere le sue stesse emozioni. Se il docente le mette in luce, pianificando un intervento mirato, può farle diventare una leva per una didattica che tenga presenti contemporaneamente e in maniera equilibrata gli aspetti razionale, emozionale e cognitivo.Promuovere l’apprendimento socio emotivo o SEL (Social and Emotional Learning) significa consentire ai discenti d’imparare a gestire le proprie emozioni, non solo in termini di autocontrollo, ma anche di consapevolezza di sé, di capacità di porsi degli obiettivi e di relazionarsi con gli altri in modo positivoL’apprendimento è un processo che per essere funzionale ha bisogno di impegno e motivazione, è fortemente influenzato da come “ci si sente“ durante la formazione, e tutto ciò dipende molto dalla qualità delle relazioni con se stessi e con il mondo circostante

Gli strumenti indispensabili per gestire la propria vita, per collaborare e rapportarsi positivamente con gli altri sono le competenze sociali ed emotive.Il termine apprendimento socio-emotivo è stato introdotto prima volta dal Fetzer Institute nel 1994 per riunire in un'unica definizione una varietà di programmi d'intervento veicolati dalle scuole per la promozione del benessere psicologico e per sviluppare relazioni positive tra gli studenti nell'intero ciclo di vita. In seguito fu fondato il gruppo di ricerca Collaborative for Academic, Social and Emotional Learning (CASEL), al fine di promuovere, coordinare e dare fondamento scientifico a livello internazionale a tali programmi d'intervento. Infatti, i vantaggi dell’educazione socio emotiva e di una scuola che offre un contesto attento alle dinamiche affettive in gioco, sono tanti qualimiglioramento della percezione di benessere degli studenti;miglioramento della loro motivazione ad apprendere e dei risultati scolastici;miglioramento della capacità di attenzione, delle capacità mnestiche, della capacità di risoluzione dei problemi, della presa di decisioni;prevenzione della dispersione scolastica e dei comportamenti a rischio;sviluppo di competenze richiestissime in ogni ambito della vita (società, lavoro, ecc.).

All’apprendimento di contenuti didattici si dovrebbero associare la conoscenza della cooperazione, della lealtà, il rispetto per gli altri, la capacità di risolvere i conflitti (o di stare all’interno del conflitto senza attuare comportamenti aggressivi e/o manifestazioni di rabbia), la capacità di riconoscere/valutare gli stati emotivi loro e quelli degli adulti, al fine di gestire meglio il proprio comportamento e le relazioni interpersonali. Gardner è colui che ha permesso per primo di allargare il concetto di intelligenza umana, proponendo la teoria delle intelligenze multiple.Egli ha esaminato gli aspetti interpersonali e intrapersonali, che sono profondamente legati alla dimensione sociale e affettiva della vita di ogni essere umano.
Tuttavia, sono stati Salovey e Mayer (1990) a dare spazio all’Intelligenza Emotiva e solo qualche anno più tardi pubblicata da Daniel Goleman (1995).
Goleman propone l’IE basata sull’esistenza di cinque aspetti:gestione dei nostri sentimenti; capacità di comprendere le proprie emozioni;capacità di riconoscere le emozioni negli altri;
auto-motivazione; capacità di strutturare relazioni positive.


Questa innovazione del concetto di intelligenza, sicuramente in contrasto con le precedenti definizioni ove razionalità e sentimenti devono rimanere separati, è confermata anche da recentissimi studi neuropsicologici.Damasco ed altri (2003) infatti hanno dimostrato che il pensiero e le emozioni operano in connessione tra loro, formandoci come persone nella nostra totalità.Se si vuole una società migliore, attenta in tutte le sfaccettature verso i suoi membri, bisogna fare in modo che tutti imparino a gestire con successo se stessi e gli altri, migliorando la capacità di conoscersi e prendere buone decisioni.Dunque, riconoscere le proprie emozioni, individuare e coltivare le proprie potenzialità, comprendere i pensieri e i sentimenti altrui, apprezzare le differenze tra le persone, impegnarsi per il conseguimento di obiettivi prosociali, favorire una comunicazione efficace, negoziare sui conflitti, stabilire relazioni sane basate sulla cooperazione, prendere decisioni responsabili e infine valutare soluzioni etiche alle difficoltà in modo da promuovere il proprio e il benessere degli altri, costituisconoelementi fondamentali per avvantaggiare l’apprendimento e per favorire la formazione integrale dell’individuo. In conclusione condivido che, grazie al SEL, s’incentiva fortemente l’attivazione dei processi cognitivi e metacognitivi e l’apprendimento diventa autentico.

Mariarita Schiavone
nata ad Aversa (CE) il 30/01/1968 ed ivi residente, in possesso di: diploma di maturità conseguito presso il Liceo scientifico E. Fermi di Aversa, diploma conseguito presso istituto magistrale Iommelli di Aversa, diploma polivalente per l’insegnamento agli handicappati nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria presso istituto S. Caterina di Capua, laurea in giurisprudenza presso l’università degli studi “Federico II” di Napoli, abilitazione all’insegnamento in Diritto ed economia per le scuole superiori, master di II livello per la funzione dirigenziale nelle istituzioni scolastiche, corso di perfezionamento sulla funzione ispettiva e direttiva nelle scuole. Vincitrice dei concorsi per titoli ed esami su posto comune per la scuola primaria e per la scuola dell’infanzia nel 1990, insegnante nella scuola primaria prima nella provincia di Caserta, poi in quella di Napoli, oggi è infine titolare al 38° c.d. “Quarati” di Napoli. Attualmente in assegnazione provvisoria presso I.C. Parente di Aversa.

 

 

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