PISA, acronimo di Programme for International Student Assessment, è un’indagine internazionale promossa dall’OCSE, con cadenza triennale, per rilevare le competenze degli studenti di 15 anni in Lettura,
Matematica e Scienze. Alla rilevazione PISA 2018 hanno partecipato 79 paesi di cui 37 paesi OCSE, tra cui l’Italia (hanno partecipato alla prova PISA 11.785 studenti quindicenni italiani, divisi in 550 scuole totali).
I punteggi registrati dagli studenti italiani in Lettura e in Scienze , sono inferiori alla media OCSE e confermano il divario Nord-Sud: gli studenti delle aree del Nord ottengono i risultati migliori (Nord Ovest 498 e Nord Est 501), mentre i loro coetanei delle aree del Sud sono quelli che presentano le maggiori difficoltà (Sud 453 e Sud Isole 439). Quelli raggiunti invece in Matematica evidenziano un punteggio medio in linea con la media dei paesi OCSE.
Viene da chiedersi : come mai questi risultati? Quali sono le cause istituzionali e sociali a determinare tale esiti? L’analisi dell’influenza dei fattori socio-culturali sull’apprendimento scolastico e le prestazioni degli studenti rappresenta un argomento essenziale di indagine in cui le competenze pedagogiche, sociologiche e antropologiche si sovrappongono e interagiscono.Nel leggere i dati in oggetto, si comprende come il sistema scolastico italiano attraversi un periodo di crisi e di inadeguatezza, soprattutto per quanto concerne la questione dell’equità e ciò che da essa deriva. Mi riferisco in particolare non solo all’abbandono e alla dispersione scolastica ma ai problemi di apprendimento (l’analisi dei risultati ottenuti dimostra come l’Italia sia chiaramente indietro rispetto alla media europea) degli studenti italiani. Problemi di apprendimento che sono tangibili dai dati consegnati all’Italia, dall’Europa.
I risultati Ocse-Pisa hanno messo in evidenza come nel contesto italiano vi sia una correlazione significativa fra il grado di scolarità dei genitori e dei figli, suggerendo l’importanza dell’aspetto economico per l’interpretazione di tale dati. Ci si riferisce soprattutto alle maggiori possibilità che una condizione economica favorevole può offrire ai giovani studenti in termini di stimolazione culturale extra-scolastica, di maggiore attenzione da parte dei genitori ai risultati scolastici conseguiti dai figli e di modelli di ruolo da seguire (tendenza che mette in luce come siano gli studenti delle regioni economicamente più avanzate ad ottenere i risultati migliori).Oltre all’influenza del ruolo familiare è di notevole importanza tenere in considerazione l’influenza che il contesto socio-culturale in cui crescono, vivono e interagiscono i giovani studenti può esercitare sulle loro prestazioni scolastiche. Infatti, l’identificazione delle condizioni di diversità fra studenti è stata ampiamente affrontata nella ricerca pedagogica come strumento efficace per l’indagine degli effetti dell’ambiente sociale sull’apprendimento scolastico.
Ricerca pedagogica che focalizza l’attenzione soprattutto sull’influenza del background personale e dell’ambiente familiare, sull’apprendimento di questi importanti aspetti del sapere biologico e antropologico. L’ambiente familiare è uno dei principali fattori coinvolti nel determinare le differenze interpersonali nei livelli di apprendimento scolastico. Genitori maggiormente istruiti possono infatti seguire in maniera più efficace i progressi dei propri figli.Inoltre, in Italia e in altri contesti socio-culturali è stata individuata una positiva correlazione fra livello di scolarità genitoriale e reddito familiare. Ciò influenza ancora di più l’efficacia dell’apprendimento scolastico, grazie alla maggiore disponibilità di risorse per l’apprendimento che famiglie a reddito alto possono destinare per favorire la preparazione scolastica dei propri figli rispetto a famiglie a basso reddito. L’influenza dell’istruzione dei genitori sull’apprendimento scolastico dei loro figli può avvenire sia direttamente, cioè seguendo in modo più costante e concreto la loro attività scolastica, sia indirettamente, soprattutto secondo dinamiche di imitazione. Il background familiare è quindi decisivo nell’apprendimento scolastico dei giovani studenti e, di conseguenza, anche per lo sviluppo dei loro interessi culturali.
Ulteriori ostacoli all’apprendimento possono provenire dall’interno del sistema scolastico e possono essere di varia natura. Uno di questi particolarmente presente nel caso delle materie scientifiche, è stato recentemente associato ai cosiddetti “pregiudizi cognitivi”, i quali possono in certi casi essere così determinanti da impedire la piena comprensione dei fondamenti teorici. Da ciò derivano particolari predisposizioni alla riluttanza ad accettare la validità dei concetti alla base delle teorie scientifiche.Pertanto si potrebbe innanzitutto promuovere attività didattiche sulla teoria e sulle basi biologiche dell’evoluzione e della diversità umana. Si tratterebbe di un passaggio estremamente importante perché contribuirebbe a contrastare e a prevenire la diffusione delle ideologie razziste già in una fase decisiva del percorso formativo dei giovani studenti. La diversità umana, quando diviene oggetto di insegnamento scolastico, svela ancora di più la sua natura intrinsecamente interdisciplinare che, come abbiamo visto, attraversa le “scienze” per poi coinvolgere in maniera diretta le scienze sociali e umane. Per questa ragione necessiterebbe del più ampio supporto e della collaborazione degli insegnanti sia di materie scientifiche sia di quelle umanistiche.
Una tale unità d’intenti può rappresentare un valido sostegno per gli studenti italiani che, anche da quanto emerso dalla lettura dei dati Ocse Pisa, incontrano difficoltà non trascurabili nel collegare e, allo stesso tempo, nel distinguere, l’evoluzione biologica e il progresso culturale della specie umana.Inoltre i risultati mostrano impietosamente come il sistema scolastico del nostro Paese sia addirittura complice di un consolidamento e di un ampliamento delle differenze socio-economico-culturali esistenti. Mettere in luce questa continuità ( anche con le precedenti rilevazioni) dimostra ulteriormente quanto siano necessari investimenti in campo educativo, in particolare indirizzati a favorire gli studenti più svantaggiati, se si vogliono ridurre quanto più possibile gli effetti delle caratteristiche sociali e culturali sulle disuguaglianze nei livelli di apprendimento. Al tempo stesso, sarà importante continuare ad indagare in questo ambito, ampliando la ricerca sia dal punto di vista geografico che socio-economico e nel merito di altri ambiti disciplinari, al fine di ottenere una visione più esaustiva delle dinamiche coinvolte nei processi di interazione fra fattori socio-culturali e apprendimento scolastico.Volendo tentare una generalizzazione di ciò che è emerso dalla suddetta riflessione, la ricerca sull’influenza dei fattori socio-culturali sull’apprendimento scolastico continua a mettere in risalto le difficoltà degli insegnanti nel livellare le differenze fra studenti di diversa estrazione sociale e più in generale della scuola, alle prese con la valorizzazione dei talenti da un lato e con l’attuazione di pratiche inclusive dall’altro.
Elisabetta Patruno Docente laureata in Lettere presso l’Università degli studi di Bari ”Aldo Moro” con una tesi in Sociologia della Letteratura: “Il Realismo dell’Universale”, rivista fascista, politica - culturale sorta negli anni ’30. Ha conseguito Master Universitari biennali su "Innovazione didattica ed inclusione scolastica" e " Strategie didattiche verso la Scuola delle Competenze " presso l’Università degli studi di Benevento “Giustino Fortunato”. Vincitrice di Concorsi nella Scuola Primaria, Secondaria di primo e secondo grado, svolge la professione di insegnante da oltre vent’anni. Formatrice nel campo delle Nuove Metodologie didattiche, della Valutazione degli apprendimenti e delle Istituzioni scolastiche, nonché dell'Inclusione e dei disturbi specifici dell’apprendimento in alunni con DSA e con BES. Numerosi i seminari svolti da esperto sulle tematiche innovative del sistema educativo e di istruzione presso Enti e associazioni del territorio. Amante della lettura e anche della scrittura creativa ha prodotto con i propri alunni numerosi racconti. Ha pubblicato su Artedo - Edizioni Circolo virtuoso i seguenti saggi: ”L’Europa delle Competenze”, “PEDA'- Pedagogia e apprendimento”, ” La sfida della Valutazione”. Scrive su Rivista Scuola Magic- E- School, diretta dal dirigente Luigi Martano.