Nell'edizione 2019 di Employment Outlook dell'OCSE viene affrontato il ruolo dell'educazione degli adulti, con particolare attenzione ai gruppi più deboli.
I cambiamenti apportati dalle nuove tecnologie e dalla globalizzazione “stanno avendo un profondo impatto sulla nostra vita, sulle nostre culture, sulle nostre società", afferma Angel Gurrìa, segretario dell'OCSE nella prefazione al rapporto Employment Outloook 2019 pubblicato dall'Organizzazione. Questa rivoluzione genera però anche dei rischi, in particolare per il lavoro. Diffusa è la preoccupazione che i cambiamenti tecnologici e la globalizzazione possano distruggere molti posti di lavoro a bassa competenza per mestieri in ascesa nelle attività che richiedono creatività, capacità di risolvere problemi e competenze cognitive. Fra i rischi vi è anche la disuguaglianza e l'emarginazione, molte persone e comunità sono state lasciate indietro dalla globalizzazione ed il digital divide persiste nell'accesso alle nuove tecnologie, con conseguente disuguaglianza per età, genere e condizioni socio-economiche in aggiunta all'elevato rischio che questa condizione amplifichi la precarietà. Il Quadro delle Valutazioni mostra che la popolazione italiana non possiede le competenze di base necessarie per prosperare in un mondo digitale, in società e sul posto di lavoro. I dati diffusi dai Rapporti dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, dovranno servire come stimolo ai governi per promuovere attività atte a garantire l’accesso a tutti i nuovi cambiamenti del mondo del lavoro e della vita quotidiana. L'azione volta a rafforzare l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita è fondamentale per i lavoratori e cittadini per adattarsi ai cambiamenti del mondo del lavoro e della società.
Risulta fondamentale quindi assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti. In tutto il mondo, i paesi concordano sul fatto che l'apprendimento permanente, la formazione e l'istruzione siano fondamentali per far fronte alle problematiche e alle sfide di oggi che coinvolgono società, culture, economia e salute, benessere e sviluppo. «Investire nelle persone, nelle loro competenze e nella loro istruzione sono fondamentali per la crescita e l'occupazione inclusiva - è la chiave per il successo di economie, società e i loro cittadini!» (Angel Gurrìa, Segretario Generale dell'OCSE, EAG 2012, 15). Secondo Qian Tang nella relazione UNESCO del 2011, è necessario aumentare l'accesso all'istruzione, la forte volontà politica e un corrispondente miglioramento della qualità, insieme ad una forza lavoro ben preparata, insegnanti motivati e azioni mirate per raggiungere gruppi emarginati ed esclusi. Una prospettiva di apprendimento, formazione ed istruzione permanente comprende non solo l'istruzione formale ma anche gli ambienti di apprendimento non formali e informali. È necessario infatti un efficace sistema di apprendimento, formazione e istruzione lungo tutto l'arco della vita, che sia innanzitutto flessibile, per consentire agli studenti di entrare ed uscire dal sistema quando necessario e appropriato. Il sistema di apprendimento deve includere una moltitudine di attori, come studenti, famiglie, datori di lavoro e stato. La “governance” nel quadro dell'apprendimento permanente coinvolge quindi più di semplici ministeri dell'istruzione e del lavoro.
L'idea che la conoscenza e le competenze migliorassero i salari, la produttività e la crescita economica è stata riconosciuta dal 17 ° secolo. Numerosi economisti (William Petty 1623-1687, Adam Smith 1723-1790, John Stuart Mill 1806-1873 e Alfred Marshall 1890-1930) sostenevano che gli investimenti umani, come miglioramenti della qualità degli esseri umani stessi fosse simile ad un investimento economico. L’economista moderno Gary Becker (1930-2014) formalizzò quella medesima idea in una teoria del capitale umano, per cui elaborò un modello in cui i costi (diretti e indiretti) venissero confrontati con i benefici, sostenendo che gli investimenti nella formazione personale e per tutta la vita andassero oltre e superano il sistema formale di istruzione e formazione. Negli anni '80, i paesi dell'OCSE concordarono che la partecipazione e la crescita delle società in via di sviluppo fossero correlate a conoscenza, abilità e attitudini dei loro lavoratori. Il capitale umano è pertanto cruciale, per il beneficio sia economico che non economico, di ritorno individuale e socio-economico. In effetti, molti significativi vantaggi possono essere non economici come ad esempio la salute, una durata di vita più lunga, la maggiore cooperazione e solidarietà tra cittadini; gli individui possono dare sfogo alla creatività, essere più liberi, autodeterminanti, profondamente sociali, ecc. Quindi, la formazione tecnica e le capacità lavorative non bastano; il mercato del lavoro non è il mondo intero dove gli esseri umani respirano e vivono, la vita umana è più articolata e complessa. È importante salvare e migliorare il concetto di persona intera, che vive ed è in relazione con gli altri membri della società, coinvolta in un processo integrato di apprendimento permanente e di educazione nella costruzione della propria crescita continua, collaborando reciprocamente e contribuendo all'aumento sociale ed economico del paese.
L'apprendimento permanente e l'educazione quindi, sono aspetti multidimensionali che descrivono gli atteggiamenti atti ad uno sviluppo continuo di conoscenze, abilità e competenze che vadano oltre l'educazione ricorrente e la formazione, coprendo sia l'educazione formale, non formale ed informale, dai programmi prescolastici, ai giovani, all'educazione degli adulti. L'apprendimento o l'educazione degli adulti, troppo spesso e per molto tempo, sono stati considerati un problema separato rispetto all'educazione scolastica. Ma l'apprendimento permanente e l'educazione implicano profondamente questioni come l'inclusione sociale, la parità di opportunità, la giustizia sociale e così via. I Paesi, però, non sono tutti preparati nello stesso modo per raccogliere i frutti della trasformazione della società digitale. Un piccolo gruppo di Paesi, tra cui il Belgio, la Danimarca, la Finlandia, i Paesi Bassi, la Nuova Zelanda, la Norvegia e la Svezia, sono in anticipo rispetto ad altri Paesi nel grado di esposizione alla digitalizzazione. Le popolazioni di questi Paesi sono altresì ben preparati con le adeguate competenze e sono sostenuti da sistemi efficaci di apprendimento lungo tutto l’arco della vita che consentono loro di trarre vantaggio dalla digitalizzazione. In Cile, Grecia, Italia, Lituania, nella Repubblica Slovacca e in Turchia, le persone e i lavoratori non hanno le competenze di base necessarie per realizzarsi nella panoramica del mondo digitale. In questi Paesi, i sistemi di apprendimento lungo tutto l’arco della vita, formali e non formali, devono essere notevolmente rafforzati per consentire un aumento delle competenze e un aggiornamento professionale in tutti gli aspetti della vita. Le condizioni per promuovere l'apprendimento e l'educazione in modo efficiente e duraturo richiedono finanziamenti economici, incentivi e fondi, nonché un diffuso cambiamento culturale e anche l'internalizzazione, una sorta di "apprendimento e rivoluzione dell'istruzione "per una" cultura dell'apprendimento e dell'educazione ", necessita di una prospettiva a medio o lungo termine;
aumentare i programmi di istruzione e attività in ogni ambito della vita. Strategico, al giorno d'oggi, pianificare programmi, raccogliere bisogni, know-how, conoscenze e risorse umane e costruire una rete efficiente e comunicativa, proficua e utile con la politica e il coinvolgimento di tutti gli stakeholder, in stretto contatto e cooperazione tra vita lavorativa e istruzione. “È importante notare che LLL può assumere molte forme diverse e non deve essere ciò a cui pensiamo quando noi pensiamo al tradizionale ambiente di apprendimento in classe. Una cosa non può essere contestata però; LLL è qualcosa a cui noi tutti dovremmo partecipare, avendo l'obbligo verso noi stessi di continuare ad apprendere in tutto l’arco della nostra vita” (Eggelmeyer, S., 2010, 11 novembre). Al giorno d'oggi, esiste un'abilità di base sempre più importante nell'universo tecnologico in continua evoluzione: la capacità di apprendimento e adattamento. Il punto è: il cambiamento è vita. Affrontare con successo il cambiamento, significa scegliere di crescere e svilupparsi continuamente. E mentre non possiamo controllare gran parte del mondo che cambia intorno a noi, possiamo controllare come rispondiamo. Che si tratti di scuole, casa, lavoro o comunità, le persone acquisiscono sempre nuove conoscenze e viviamo in un mondo in cui le persone devono avere le capacità per capire, interpretare ed elaborare diverse informazioni. L'apprendimento è considerato una panacea per far fronte alle varie sfide poste dai cambiamenti. Come visione della società futura, l'istituzione della società dell'apprendimento è offrire a tutti un mezzo efficace per imparare a conoscere, a fare, a vivere insieme e ad essere (Ministero della Pubblica Istruzione, 2006). L'apprendimento è la chiave della prosperità, per ognuno di noi come individui. La promozione di una mente indagatrice e l'amore per l'apprendimento sono essenziali per il nostro successo futuro.
L'istruzione a livello basso, l’elevata disoccupazione e la mancanza di status economico sono fattori che possono tutti contribuire alla scarsa autostima e a negative influenze comportamentali (Richardson, J.G., Williams, J.A.Y. & Mustian, R.D., “Challenges for lifelong learning” 2003). Pertanto, l'apprendimento permanente, la formazione e l'istruzione saranno fondamentali per contribuire ad aumentare la coesione sociale, ridurre la criminalità e migliorare la distribuzione del reddito e contribuire anche alla crescita delle conoscenze economiche, scientifiche e culturali. A conferma, l’edizione 2019 “Education at a glance” fornisce un rapporto nel quale la forte disparità a livello d’istruzione e formazione si riflette in un’ottica retributiva e di qualità della vita: coloro che possiedono un titolo di istruzione terziaria guadagnano dal 38% (per i giovani) al 70% (per gli over 50) in più rispetto ai loro coetanei senza laurea. Nel libro Apprendimento: Il tesoro interiore, Jacques Delors, il presidente della Commissione, osserva: “Nell'affrontare le molte sfide che il futuro ha in serbo, l'umanità vede nell'istruzione un indispensabile bene nel suo tentativo di raggiungere gli ideali di pace, libertà e giustizia sociale. [...] l'educazione ha un ruolo fondamentale da svolgere nello sviluppo personale e sociale [...]è uno dei principali mezzi disponibili per favorire una forma più profonda e armoniosa di essere umano [...]è sviluppo e quindi riduzione della povertà, esclusione, ignoranza, oppressione e guerra” (UNESCO, 1996; p.11). Conseguentemente a questi dati, andrebbero affrontati argomenti in ambito di politica finanziaria e rivedere gli investimenti che l’Italia riserva all’istruzione e alla formazione. Nell’ottica di un miglioramento generale, negli Stati Ocse che hanno provveduto all’implementazione di meccanismi di supporto finanziario, è stato facilitato l’accesso all’istruzione terziaria. Infatti, nei Paesi con le tasse universitarie più alte, il 70% degli studenti beneficia di sovvenzioni e prestiti. La media europea degli investimenti in formazione è il 5% del PIL, l’Italia rimane ferma dal 2007 al 3,6%. Se fosse una partita calcistica, quale pronostico potremmo fare per il nostro futuro?
Milena Venturi (02/10/1961) di Verona, docente nella scuola primaria e per scelta nel ruolo di sostegno con Specializzazione triennale. Laureata con 110 e lode in Scienze dell’Educazione-Esperto nei processi formativi. Conseguo il Master I livello in Legislazione scolastica e Negoziazione presso l’Università di Perugia ed il Master di I livello in Mediazione familiare presso l’Università di Verona. Ho seguito corsi di musicoterapia e psicomotricità. Ho svolto attività di arteterapia con il prof. Luigi Scapini ed ho tenuto corsi residenziali e workshop di “Sostegno alla genitorialità” presso una “struttura di protezione” per minorenni in provincia di Verona. Mi sono formata come pedagogista clinico ed iscritta all’albo dei pedagogisti SINPE. Nell’ambito delle istituzioni scolastiche sono stata membro del Consiglio d’Istituto ed ho ricoperto diverse funzioni e ruoli nei seguenti gruppi di lavoro RAV/PdM, Comitato Valutazione del servizio dei docenti, Tutor, Intercultura. Sono volontaria in un’associazione nazionale di clown therapy.