Ancora un beep, un’altra notifica di whatsapp, sono quasi tentata di non aprirla oggi, ma so già che whatsapp-web mi fa apparire online dalla mattina alle 07.30 fino alle 24.00. Cosa potrebbero pensare se non apro il messaggio?
Ma è domenica, sarà certamente un messaggio dei miei genitori, cosa faccio, lo apro? Ma si, lo apro. Non sono i miei familiari, è la foto della pagina di un libro di Algebra ed il messaggio di Robert dice “Prof, non ho capito bene questi esercizi, può spiegarmeli? Robert, lui non è di origine italiana, abita nel quartiere della scuola. Un ragazzo ossequioso, scrupoloso e con la convinzione errata di non essere una cima ma soltanto una persona volenterosa e tenace. Gli scrivo “Ciao Robert, lo farò volentieri domani, ti chiamerò alle 10.00”. Arrivano altri 5 messaggi altri 2 alunni ed una mamma. Sono tutti preoccupati perché non hanno compreso bene gli argomenti assegnati a distanza. A ciascuno rispondo “ne parliamo domani, lunedì”. Arriva il lunedì, comincio presto, il tempo di un caffè, di una sigaretta sul mio balcone che ora mi appare meraviglioso e sempre più spazioso, dopo 35 giorni di chiusura a casa. Sono pronta, il Pc è già acceso, Whatsapp-web collegato, la classe virtuale Edmodo mi segnala che alcuni alunni hanno consegnato compiti ed il mio pensiero va a Giorgia, a Michele, a Tancredi a Filippo... Che fine hanno fatto? Non hanno mai spedito un compito. E pure li ho sollecitati tanto in chat whatsapp!
Neanche il tempo di registrare videolezioni e di salvare e correggere compiti, qualche messaggio con le centinaia di chat della scuola, qualche telefonata con i colleghi, guardo l’orologio e sono già le 11.53. Un beep risuona ancora, apro whatsapp web ed è lui Robert. Mi ero dimenticata che avrei dovuto chiamarlo alle 10.00, “Prof ma lei pensa che mi chiamerà?”. Mi si apre un sorriso sulla faccia e compongo il suo numero e cerco su whatsapp la foto degli esercizi in cui ha i dubbi. “Dimmi Robert, cosa non ti è chiaro?” Dopo i chiarimenti, piomba un silenzio imbarazzante, Robert non vuole chiudere, lo avverto, ma resta in silenzio. Un lampo nella mia mente e gli chiedo “Robert, come stai? Come sta la tua famiglia?” Si apre una diga ed un fiume in piena di emozioni mi travolge. Robert mi dice che non ce la fa più, che è stanco di stare a casa, di non rivedere i compagni, i Prof, gli amici. “Prof, mi manca tanto parlare con gli insegnanti, mi mancano le sue prediche, i suoi consigli.” Robert continua ed ora ha la voce tremolante e lo rassicuro, anche se forse qualcuno dovrebbe rassicurare me! Robert mi dice che è preoccupato per questa situazione e che teme per il nonno che è solo in Romania. Mi chiede scusa per lo sfogo mentre io gli dico che mi ha fatto molto piacere sentirlo e che può chiamarmi quando lo desidera.
Robert piange, lo avverto e mi chiede se penso che si ritornerà a scuola. Non vuole che questo anno terminale si chiuda così. “Tesoro, non saprei, è troppo presto per dirlo ma ti prometto che un giorno, andremo tutti a farci una partitina al bowling”. Robert sorride e gli chiedo se sa cucinare “Si Prof, so preparare la pasta”, bene, gli dico, allora ti invio una ricetta così fai una sorpresa a mamma. “Si prof, mi piace questa cosa, poi le mando le foto”. La conversazione si sposta sui rapaci che sorvolano la via dove abita (ci abito anche io) e mi dice “Prof, davvero sono gheppi? E falchi pellegrini?” rispondo allegra “e si Robert, la natura sta dominando incontrastata”. Robert mi ringrazia perché grazie ad un PON, nel quale ho lavorato come esperto, lui ha imparato ad usare bene il Pc che prima non osava aprire, così come la mail e le piattaforme, tutte cose utili in questo momento difficile che ci ha allontanati tutti fisicamente.Si sofferma e mi dice con sarcasmo “Prof, ma lei forse sapeva già che avremmo lavorato a distanza?” Rido forte, “Si Robert, io prevedo il futuro, sono una veggente!!” Ride di cuore Robert e parliamo di quando Giulio ha fatto scoppiare un petardo in classe e di quando la Prof di sostegno ha realizzato con loro un meraviglioso concerto di musica naturale. Ridiamo, questa volta ridiamo insieme, come due amici che ricordano le marachelle e le cose belle.
Lentamente la telefonata volge al termine, non più distanti, non più lontani, “a presto Prof, mi sento meglio, grazie” ed ognuno torna nei limiti ristretti della propria casa, una casa che sembra una galera. Ripenso alla telefonata, a tutti i miei ragazzi che, approfittando di una didattica a distanza, si sono eclissati, sono gli stessi che marinavano la scuola in presenza, che non studiavano, che avevano mille scuse per non svolgere le consegne. Quanti salti mortali per appassionarli, per stimolarli, ma invano. Assenti anche da presenti, come i genitori dalle loro vite, soli e dispersi in internet, tra chat e videogiochi, persino adesso che con il COVID-19 tutti i genitori sono a casa, con loro, stipati come sardine in pochi metri quadri. E torno al mio Pc e convinta sempre più che l’insegnamento è molto più che trasferire conoscenze. Insegnare è come Amare.Amare senza risparmiarsi, senza rimpianti e senza obbligata reciprocità ma senza la quale non può crescere. Insegnare è Amore, verso la propria "mission" e verso i propri alunni, un amore puro che viene colto e corrisposto solo dai ragazzi che conoscono già l’amore, quello della famiglia. Apro Youtube metto le cuffie e lascio che il grande Domenico Modugno canti per me. E si, “La lontananza sai è come il vento…che fa dimenticare chi non s’ama…spegne i fuochi piccoli ed accende quelli grandi”.https://youtu.be/_wGn7dlJYmY
TIZIANA DRAGOTTA Docente di matematica e scienze nella scuola sec. 1°grado (dal 2005); consulente impatto ambientale per Enti Pubblici e studi tecnici (1994-2017). Formatore per gli Enti locali. Docente in Enti di formazione professionale per la comunicazione nelle Pubbliche amministrazioni, rivolto ai responsabili URP. Consulente ambientale per Enti pubblici e studi tecnici (1994-2017).