E’ dal mese di marzo che l’opinione pubblica, a causa dell’emergenza che stiamo vivendo e a garanzia del diritto allo studio, sente parlare insistentemente di didattica a distanza, dei suoi punti di forza e dei suoi punti di criticità. Da ogni parte case editrici, specialisti, il MIUR stesso hanno messo a disposizione di tutta la classe docente, qualsiasi informazione, tutorial, webinar che servisse a supportare il lavoro a distanza.
Lo stesso numero della nostra rivista di Marzo si è soffermato sulle nuove tecnologie e sull’utilità della DAD, come strumento di continuità didattica e formativa, e ha provato a riflettere sulle diverse opportunità di miglioramento dell’offerta formativa in termini di qualità ed efficienza del servizio.Questa volta però abbiamo cambiato il punto di vista: la DAD vista dai nostri ragazzi, che necessitano di vivere una comunità di pensieri, riflessioni, parole, seppur virtuale, per non perdere il contatto con la realtà scolastica e con ciò che essa rappresenta per loro. Quello che emerge da un brainstorming effettuato su un campione di 100 ragazzi di scuola secondaria di primo grado è che essa rappresenta un punto di forza per alcuni aspetti:“Per me la didattica a distanza è uno strumento alternativo all'ambiente scolastico di tutti i giorni. Questo particolare modo di studiare e interagire con le professoresse lo trovo sicuramente molto utile ed efficace, perché ci consente di rivedere più volte il materiale messo a disposizione;”
“Per me, la didattica a distanza, è una risorsa molto importante per continuare la scuola in questo momento; è uno strumento utilissimo per garantire a tutti gli alunni la continuità dello studio e un adeguato apprendimento delle conoscenze;”“Parlando di DAD… è sicuramente un grande supporto per tutti noi che, attraverso un computer o anche solo un cellulare, possiamo avere le lezioni a portata di mano, confrontarci tramite varie piattaforme, e svolgere comunque il nostro lavoro scolastico attraverso un solo clic e con tutte le comodità di casa nostra. Penso, quindi, che per noi sia un grande vantaggio poter sfruttare al meglio ciò che la tecnologia ci fornisce, e che questa sia una grande occasione per poter conoscere i segreti nascosti che si possono trovare solo tramite uno schermo”“Penso che la classe virtuale abbia più vantaggi della classe scolastica perché la classe virtuale, essendo uno strumento che ci permette di collegarci a distanza , fa si che le professoresse abbiano più attenzione per tutti, senza tralasciare le domande di nessuno. È vero, la classe virtuale richiede certe competenze per le quali una parte di noi non è sufficientemente preparata , ma queste competenze sono fondamentali per trovarsi bene in un mondo in continuo cambiamento;”
“Premetto che mi definisco un patito della tecnologia e quindi tutto quello che posso svolgere usando pc e simili attira la mia attenzione e mi predispone benevolmente. Quindi sicuramente l’utilizzo delle piattaforme per la didattica a distanza è stata un’interessante novità, anche se purtroppo legata ad un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo”; “L'apprendimento online, la considero come una vittoria assoluta. E' sin dalle elementari che fantasticavo un modo per modernizzare la scuola e devo dire che con questa didattica la scuola ha fatto un balzo enorme. Penso che sia un vantaggio, grazie ai materiali che mi arrivano via computer ora posso approfondire molto più facilmente un argomento. Essendo comunque uno strumento relativamente nuovo so che comunque ci possano essere difficoltà e interferenze che possono rendere più difficile la visione dei contenuti ma dopotutto credo che comunque la didattica a distanza rimarrà sempre uno strumento molto utile sia per gli alunni che possono avere uno studio più approfondito e ricco di contenuti, sia per i professori che possono aiutare in modo più facile gli alunni ad uno studio migliore e sia ai genitori che grazie alla didattica a distanza possono sapere cosa succede in classe e possono sapere prima che gli venga detto dai professori gli errori del figlio.”
Emerge dunque da queste brevi riflessioni come gli studenti apprezzano la DAD soprattutto per la sua fluidità e adattabilità. Molte però le considerazioni sul distacco sociale e sulla lontananza dalla scuola come luogo fisico.“…esistono anche degli aspetti negativi legati sia alla difficoltà di abituarci a questo sistema, sia alla mancanza di una comunicazione diretta che può avvenire soltanto confrontandosi di persona. E’ necessario infatti che lo studente sviluppi quelle capacità comunicative e di relazione che si possono migliorare solo con un rapporto fisico con la persona con la quale si intende interagire”;“… la DAD è un ottimo strumento che personalmente preferisco anche se questa non può soddisfare uno dei grandi bisogni dell'uomo che è l'interazione con altre persone che consente lo scambio di idee e pensieri anche attraverso il linguaggio del corpo”;“Quello che però non potrà mai sostituire la didattica a distanza è il piacere di stare tutti insieme, fare gruppo, vedersi tutte le mattine e condividere momenti di studio e di divertimento. Altra cosa che sarà molto difficile fare con la didattica a distanza sono le gite scolastiche: magari possiamo provarci con la realtà virtuale!!”;
“Durante questa emergenza sanitaria, mi sono ritrovato ad affrontare importanti cambiamenti di vita e tra questi il passaggio da una didattica tradizionale ad una didattica a distanza, il che vuol dire che fino a non molti giorni fa, ero abituato ogni mattina a ritrovarmi in classe con insegnanti e compagni e a condividere con loro le mie 6 ore di lezione. Da quando siamo forzatamente costretti a restare in casa, ogni giorno mi ritrovo da solo davanti al mio computer ad aggiornarmi e a svolgere i compiti e a desiderare tanto un ritorno alla normalità…”.Ecco l’idea che emerge “ritorno alla normalità”, una normalità perduta, una normalità fatta di incontri, di sguardi, di abbracci, di risate, di gesti che superano l’individualismo e che generano coscienze rinnovate e innovative.
Elisabetta Patruno, docente laureata in Lettere presso l’Università degli studi di Bari ”Aldo Moro” con una tesi in Sociologia della Letteratura: “Il Realismo dell’Universale”, rivista fascista, politica - culturale sorta negli anni ’30. Ha conseguito Master Universitari biennali su "Innovazione didattica ed inclusione scolastica" e " Strategie didattiche verso la Scuola delle Competenze " presso l’Università degli studi di Benevento “Giustino Fortunato”. Vincitrice di Concorsi nella Scuola Primaria, Secondaria di primo e secondo grado, svolge la professione di insegnante da oltre vent’anni. Formatrice nel campo delle Nuove Metodologie didattiche, della Valutazione degli apprendimenti e delle Istituzioni scolastiche, nonché dell'Inclusione e dei disturbi specifici dell’apprendimento in alunni con DSA e con BES. Numerosi i seminari svolti da esperto sulle tematiche innovative del sistema educativo e di istruzione presso Enti e associazioni del territorio. Ha pubblicato su Artedo - Edizioni Circolo virtuoso i seguenti saggi: ”L’Europa delle Competenze”, “PEDA'- Pedagogia e apprendimento”, ” La sfida della Valutazione”. Scrive su Rivista Scuola 4 All Artedo/Universo/Scuola, diretta dal dirigente Luigi Martano.