Per un’idea di scuola 

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- “Scuola?”  

- “No, grazie! Posso farne a meno”. Questo sentiremo se permetteremo agli influencer di entrare nelle nostre aule. 

Partecipare alla costruzione di un futuro in cui ogni individuo possa rappresentare se stesso  è un dovere imprescindibile. Un dovere che non possiamo delegare e a cui non dobbiamo  rinunciare. Piuttosto occorre mobilitare tutte le energie possibili affinché le tante e varie  risorse umane, presenti nella scuola, possano sentirsi apprezzate, valorizzate ed essere messe  nelle condizioni di lavorare al meglio.    

È importante che la scuola si riappropri del suo ruolo e che continui a proporre modelli  autorevoli in ambienti sicuri, inclusivi e non violenti, ambienti che, anche se virtuali, siano  progettati per favorire il lavoro di gruppo e l’apprendimento cooperativo e facilitare l’incontro degli studenti con i saperi più che con gli influencer. 

Non è un caso se già nel 2005 Howard Gardner, in “Educazione e sviluppo della mente.  Intelligenze multiple e apprendimento, puntando i riflettori sul nobile ruolo che docenti e  dirigenti sono chiamati a svolgere nella società odierna, sottolineava che “Lo scopo (dell’azione educativa e didattica) è aiutare sempre più alunni a conoscere un evento nella  sua complessità in modo da incoraggiare rappresentazioni mentali e forme di comprensione  più avanzate”. 

Stando così le cose, non possiamo evitare di domandarci se possa un influencer aiutare  sempre più alunni a conoscere un evento nella sua complessità e se li possa aiutare a  conoscere se stessi. Compito arduo anche per gli addetti ai lavori. 

 In La formazione dei talenti come nuova frontiera, Umberto Margiotta (pedagogista,  logico e filosofo italiano), ci ricorda che a scuola “Non serve accumulare conoscenze. Serve  piuttosto porre e trattare problemi, attraverso un approccio capacitante.  

Oggi non ci accontentiamo più di una “testa ben fatta”- afferma Margiotta-. Dobbiamo  andare oltre Morin. Restituire valore alla relazione e centralità all’azione”. 

Restituire valore alla relazione e centralità all’azione è talmente importante oggi che, anche in tempi di pandemia, nelle recenti Linee guida per la Didattica digitale integrata, i  docenti sono invitati a ricorrere “alla didattica breve, all’apprendimento cooperativo, alla  flipped classroom, al debate quali metodologie fondate sulla costruzione attiva e partecipata  del sapere da parte degli alunni per proposte didattiche che puntano alla costruzione di  competenze disciplinari e trasversali, oltre che all’acquisizione di abilità e conoscenze”. 

 La scuola, in presenza o a distanza, deve dare valore ai talenti e deve configurarsi sempre  più come luogo di incontro, anche virtuale, nel quale il potenziale cognitivo di ogni alunno  (il talento nell’accezione di Margiotta) viene sviluppato con un approccio capacitante in  grado di valorizzare ogni studente. 

Intesa come comunità educante, oggi più che mai, la scuola è chiamata a puntare all’azione  e all’interazione e ad abbandonare modelli di insegnamento trasmissivi basati unicamente  sulla mera ripetizione delle conoscenze, sull’esecuzione di compiti e sull’uniformità a  modelli proposti dalla contemporaneità, come gli influencer.  

Quella che proponiamo è, dunque, la scuola del talento; la Scuola con la “s” maiuscola,  inclusiva perché, per dirla con le parole di Margiotta, è capace di “promuovere la sfera delle  libertà e far esplodere le potenzialità individuali, assicurando ad ogni persona la possibilità  di capacitarsi restituendo l’orizzonte di speranza” che ognuno porta dentro di sé. 

Brigida Cristallo, nata a Trani (BT) il 1 novembre del 1968, è diplomata in Pianoforte al Conservatorio di Musica “O. Respighi” di Latina; laureata in Filosofia, con 110 e lode, all’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti; specializzata in Musicoterapia polivalente, con 110 e lode, alla Facoltà di Musicoterapia Polivalente SIM dell’Accademia Musicale Pescarese, L.U.ME.N.A. LIBERA UNIVERSITÀ MEDICINE NATURALI E ARTITERAPIE; consulente di psicoazione; specializzata in PR e Ufficio stampa per le case discografiche, alla ECHOMUSIC di Milano, vincitrice dello stage finale, iscritta all'Ordine dei Giornalisti-pubblicisti dal 2006 al 2010, docente di Lingua e Letteratura Italiana e funzione strumentale per la formazione e l’aggiornamento dei docenti presso l’I.I.S. “Da Vinci-De Giorgio”, di Lanciano (CH); referente alla salute e prevenzione dipendenze (INDIRE). Musicoterapeuta al Centro Sanitario Ambulatoriale di Casoli (Chieti). Come membro dell’Associazione Il Caffè Letterario… e non solo di Lanciano, collabora all'organizzazione dell'anno sociale e presenta gli eventi in qualità di moderatrice. Esperta nel trattamento della balbuzie, dedica il massimo impegno professionale all’attività dell’insegnamento. In qualità di linguista, fonetista ed ex balbuziente, collabora con esperti nel settore della foniatria, della neuropsichiatria infantile, della medicina, della psicologia e della comunicazione, in un’ottica di integrazione, di ricerca e sperimentazione e insegna a non balbettare attraverso il metodo logoritmico da lei stessa elaborata.

 

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