“L’attivazione della CLASSROOM alla scuola primaria: limiti e difficoltà”

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Nel perdurare della situazione di emergenza dovuta al diffondersi dell’epidemia da Covid-19, Governo e Regioni hanno ritenuto necessario emanare una serie di norme volte a contrastare la diffusione del contagio. 

 Un susseguirsi di documenti e di ordinanze che hanno coinvolto e che interessano tuttora anche la scuola. Il fine è quello di contenere il virus all’interno degli istituti scolastici, di offrire pari opportunità e diritto allo studio a tutti.

Un breve excursus storico sulle principali ordinanze emanate a livello scolastico, mette in evidenza come i vari attori stiano lavorando per tutelare la salute di tutti, e soprattutto dei più piccoli, per assicurare il diritto di frequenza, per garantire lo svolgimento delle attività educative e didattiche.  

Il Decreto Legge 8 aprile 2020. N. 22, convertito, con modificazioni, con Legge 6 giugno 2020, n. 41, all’articolo 2, comma 3, stabilisce che il personale docente assicura le prestazioni didattiche nella modalità a distanza utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione, ed integra pertanto l’obbligo, prima vigente solo per i dirigenti scolastici, di “attivare” la didattica a distanza (DAD). 

Successivamente il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020, all’art.1, comma 9, lettera s) prevede che le scuole secondarie di secondo grado adottino forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata (DDI), per una quota pari ad almeno al 75%, fermo restando che l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continui a svolgersi in presenza. 

L’ultimo DPCM del 3 novembre 2020, sempre all’art.1, comma 9, lettera s) esplicita che le istituzioni scolastiche di secondo grado adottino forme flessibili nell’organizzazione dell’attività, in modo che il 100% dell’attività sia svolta tramite il ricorso alla DDI, restando salva la possibilità di esperire attività di laboratorio in presenza. Il DPCM dispone anche che l’attività didattica ed educativa per la scuola dell’infanzia, il primo ciclo di istruzione e i servizi educativi per l’infanzia continui a svolgersi in presenza. Esso garantisce, altresì, la frequenza in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

Ne risulta che è proprio la didattica digitale integrata (la cosiddetta “DDI” che ha sostituito anche nel nome la “DAD”), ora regolamentata dal Ministero dell’Istruzione, la vera protagonista dell’attività didattica. Una metodologia innovativa d’insegnamento-apprendimento, con un bilanciamento di attività sincrone ed asincrone.

Uno strumento didattico rivolto agli studenti, come modalità complementare che può integrare o, in condizioni di emergenza, sostituisce, la tradizionale esperienza di scuola in presenza, con l’ausilio di piattaforme digitali e delle nuove tecnologie. Consente di garantire il diritto all’apprendimento sia in caso di nuovo lockdown, sia in caso di quarantena, isolamento fiduciario di singoli insegnanti, studentesse e studenti, che di interi gruppi classe.  

Per ora, si sta discutendo in particolar modo di lezioni a casa per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, ma le Linee guida sulla Didattica digitale integrata, prevedono che ogni scuola, anche primaria e secondaria di primo grado, debba dotarsi di un “Piano scolastico” apposito. Questo perché, “qualora emergessero necessità di contenimento del contagio, nonché si rendesse necessario sospendere le attività in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti”, la DDI potrebbe essere richiesta anche agli studenti più piccoli (nel rispetto del monte ore disciplinare stabilito dal Piano).

Ciò comporta che tutti gli Istituti debbano dotarsi di piattaforme digitali istituzionali, per assicurare unitarietà all’azione didattica, per realizzare un dialogo continuo tra docenti ed alunni, per consentire di documentare le attività svolte sulla base delle specifiche esigenze di apprendimento delle studentesse e degli studenti. 

Google ha messo a disposizione del settore educativo la piattaforma Google CLASSROOM, un servizio gratuito che aiuta i docenti a organizzare le loro classi, a comunicare con i propri studenti, a creare e condividere dei materiali didattici, a gestire l’assegnazione e la valutazione dei compiti online, ad inviare feedback. Un servizio che permette quindi di tenere tutto sotto controllo, in un’unica applicazione.

Una piattaforma da attivare già ad inizio anno scolastico che rende la didattica più produttiva, collaborativa e significativa. 

Grazie a questo strumento semplificato, l’insegnante crea, per ciascuna disciplina di insegnamento e per ciascuna classe, un corso da nominare, come ambiente digitale di riferimento. Invita al corso gli studenti della classe utilizzando gli indirizzi email di ciascuno o l’indirizzo email del gruppo classe e, in caso di videolezioni, utilizza Google Meet all’interno di Google CLASSROOM, per i collegamenti.

Sta di fatto che il passaggio dalla classe al web risulta complicato e mette in evidenza limiti e difficoltà.

Molte scuole non sono dotate degli strumenti adatti a poter supportare il personale docente in DID, a partire da computer o device mal funzionanti. La banda ultralarga è ancora poco diffusa e ciò rende più difficoltoso il collegamento da remoto, magari con il docente collegato dalla scuola. 

Migliaia di studenti, specialmente in determinate aree geografiche, non sono in possesso di pc o dispositivi per la connessione e nemmeno di Internet o WiFi. Altri addirittura condividono un unico dispositivo in piu’ fratelli, da dover utilizzare nello stesso orario in cui si svolgono le lezioni a distanza.

Si registrano pertanto situazioni di sofferenza nella dotazione di dispositivi, di strumenti digitali e di connettività, sia da parte delle Istituzioni scolastiche sia da parte delle famiglie. 

In questo contesto si aggiunge il problema degli spazi condivisi all’interno delle famiglie, dove si svolgono contemporaneamente le lezioni che coinvolgono più studenti, di fasce di età diverse, e dove i locali sono frequentati anche da ulteriori componenti del nucleo familiare.

Oltre alle questioni tecniche, emergono aspetti organizzativi e formativi, in particolar modo negli alunni del primo ciclo. Alle superiori le studentesse e gli studenti sono dotati di una maggiore autonomia e di una maggiore competenza e familiarità con le piattaforme digitali.  Il loro percorso di apprendimento a distanza risulta così meno difficoltoso.

Difficilmente i bambini dai 6 agli 11 anni possono stare da soli a casa a fare lezione online. I genitori sono costretti a restare a casa per seguire i loro figli: un bambino della primaria ha bisogno di una figura adulta presente, in quanto, oltre ad essere minorenne, non ha ancora sviluppato abilità tecnologiche, ma anche soft skill in remoto, non ha acquisito competenze digitali di base e pertanto non conosce gli applicativi per lavorare e studiare.

E non solo questo. Spesso i genitori lavorano con orari diversi dal collegamento. Non sempre hanno la possibilità di organizzare diversamente il proprio orario di lavoro ed i bambini, che non riescono a gestire Classroom, perdono la lezione.

I bambini hanno bisogno di aiuto dall’adulto per navigare in GSuite, per configurare Google CLASSROOM, per accedere a Classroom di cui fanno parte, per attivare le videochiamate e le registrazioni, per condividere uno schermo, per scrivere un documento in word, per fare un power point, per l’invio dei compiti, per gestire il microfono e la telecamera. A volte necessitano di essere riportati al rispetto delle regole che disciplinano il comportamento, esplicitato nel “Regolamento per la Didattica Digitale Integrata” di ogni scuola.

Si legge anche una percentuale di alunni che non è iscritta a Classroom. Vuoi perché in casa non ci sono dispositivi e connessione; vuoi perché alcuni genitori non capiscono la lingua italiana e non riescono ad interpretare le indicazioni per l’attivazione; vuoi perché altri non hanno questa cultura di scuola; vuoi perché certi lo ritengono un impegno non indifferente, sta di fatto che una pur minima quantità di alunni viene tagliata fuori da questa didattica che possiamo definire d’emergenza.

In questo quadro risulta più impegnativo anche il lavoro dei docenti, in quanto una parte di ogni ora di lezione in didattica digitale viene occupata per problemi di collegamento, di appello e di utilizzo dello strumento informatico. 

Sicuramente alla scuola primaria tutto si complica, i bambini più piccoli hanno problemi oggettivi ad accedere alla piattaforma. In questo caso la presenza dei genitori diventa fondamentale ed insostituibile, fa sentire i bambini sicuri e seguiti. In fin dei conti la famiglia è la prima agenzia educativa, aiutata nel suo compito educativo da un’altra importante agenzia che è la scuola.

Ed è proprio la scuola, in primo luogo, che deve garantire la didattica digitale integrata a tutti: servendo personal computer e tablet, nonché servizi di connettività alle famiglie prive di tali strumenti, pur riscontrando che non tutte le famiglie accettano i dispositivi dati dalla scuola in comodato d’uso. 

La scuola, per di più, si impegnerà a promuovere l’accrescimento delle competenze degli strumenti attraverso nuove metodologie di apprendimento. Metodologie atte ad abilitare i nativi digitali a questa nuova tipologia di comunicazione didattica.  

Solo con una buona didattica digitale si può realizzare un giusto equilibrio tra salute ed istruzione, senza pregiudicare il diritto allo studio delle studentesse e degli studenti.

Marzia Rizzato  Docente di ruolo dal 1983 alla Scuola Primaria, a seguito di superamento di Concorso pubblico. Laurea in “Scienze della Formazione per l’Infanzia e la Preadolescenza”, Università degli Studi di Padova; Laurea Specialistica in “Programmazione e Gestione dei Servizi educativi, scolastici e formativi”, Università degli Studi di Padova; Master “MUNDIS” di II livello, Master Universitario Nazionale per la Dirigenza delle Istituzioni Scolastiche, Università degli Studi “Tor Vergata” di Roma; Corsi singoli in Scienze Filosofiche “Storia della filosofia”, Filosofia “Storia della filosofia”, Sociologia “Globalizzazione e pluralismo culturale”, Università degli Studi di Padova; Abilitazione per NON VEDENTI, Unione Italiana Ciechi, Roma, Sez. di Vicenza. È  inserita nella graduatoria del Concorso per Dirigenti Scolastici 2017. Ha ricoperto, nei vari anni, incarichi di Fiduciaria di Plesso; Referente INVALSI; Referente per l’Autovalutazione e per il Miglioramento, per la Rendicontazione Sociale SNV; Coordinatore del NIV; Componente Interno del Comitato per la Valutazione dei Docenti; Coordinatore della Didattica e di Dipartimento; Tutor Neo-immessi in ruolo e Tirocinanti universitari; Componente della Commissione POF/PTOF, della Commissione Continuità ed D:A:, del Team per l’Innovazione Digitale;  Responsabile Educazione alla Salute; Incaricata dei Rapporti con gli Enti Esterni; RSU d’Istituto; Figura sensibile Sicurezza; Componente Esterno del Comitato per la Valutazione dei Docenti, nomina USR Veneto; Osservatore Esterno INVALSI, nomina USR Veneto.

 

 

M.A.GI.C. - Education Training

Tel.0832.521887 - Cell. 368.581458
Via Arturo Caprioli N°8 - 73100 Lecce
P.I.05034810753 - Email luigimartano51@gmail.com

© M.A.GI.C. Education Training di Luigi Martano All Rights Reserved.Design By Promowe.it

Search