Se si vuole davvero comprendere appieno la svolta operata dall’O.M. 172 del 4 dicembre 2020, che cambia le modalità di valutazione nella scuola primaria, è necessario partire da un postulato psicopedagogico chiave: il percorso di formazione di un individuo si sostanzia mediante input esterni (in contesti formali, informali e non formali), ma anche attraverso un processo di auto-riflessione interno, che rielabora, motiva e sostiene il meraviglioso viaggio della costruzione del sé.
Occorre sempre tener conto di questa duplice dimensione su cui procede il cammino formativo per progettare un percorso di conoscenza che sia davvero efficace, soprattutto nella parte che riguarda la verifica e la valutazione, perché è evidente quanto sia delicata e imprescindibile la fase in cui si riflette su quanto già fatto per regolare e aggiustare il tiro sul da farsi.
La valutazione costituisce dunque un momento fondamentale dell’azione didattica sia per il docente, per il quale equivale a conferma o a nuova calibrazione degli interventi formativi, che per l’alunno, in quanto costituisce l’occasione per verificare i progressi nel suo processo di apprendimento, orientare il suo lavoro e potenziare il suo approccio alla rielaborazione personale di quanto appreso.
L’insegnante guarda alla valutazione come ad una bussola, che lo guida verso il successo formativo dei suoi studenti; l’alunno ne trae invece spunto per la crescita della propria autonomia e per la costruzione dell'identità personale, attraverso cui diventa protagonista del suo viaggio di conoscenza.
Si valuta dunque il percorso intrapreso dallo studente, nel rispetto del suo stile di apprendimento e delle sue specificità, tenendo fermo il punto di partenza e l’impegno applicato per giungere alla tappa oggetto di verifica, al fine di veicolarne i passaggi successivi, stabilire le ulteriori mete da conseguire, ma sempre in stretta relazione alla duplice dimensione - esterna e interna – di acquisizione delle conoscenze, abilità e competenze di cui all’inizio si è parlato.
La valutazione è formativa solo se è centrata sul processo di insegnamento/apprendimento, se dà all’alunno delle precise e chiare informazioni che lo orientano ad una esplorazione di se stesso, invitandolo a riflettere sulle sue potenzialità e a migliorarsi, in un’ottica di crescita consapevole.
Da questi asserti appare quindi evidente che una valutazione espressa attraverso un voto costituisce una foto istantanea fissa e rigida, che è ormai obsoleta e inefficace.
Attraverso l’O.M. 172 del 04/12/2020, la modalità di valutazione degli apprendimenti nella scuola primaria passa dal voto al giudizio descrittivo, correlato a quattro livelli di apprendimento (In via di prima acquisizione, Base, Intermedio, Avanzato), ciascuno dei quali articolato secondo altrettante dimensioni (autonomia, tipologia – nota o non nota – della situazione, risorse mobilitate per portare a termine il compito, la continuità nella manifestazione dell’apprendimento).
Se il voto era un’inquadratura statica, il giudizio descrittivo diventa movimento, perché aggiunge la dinamicità delle azioni successive, pianificando la crescita futura con gli strumenti della riflessione personale e dell’auto - orientamento.
Nelle Linee Guida allegate al testo normativo si riassumono gli aspetti fondamentali della valutazione, ribadendo che ha funzione formativa e che è parte integrante della professionalità del docente, esplicando che rappresenta lo strumento essenziale per costruire il processo di insegnamento/apprendimento e per scegliere le opportune strategie didattiche, attribuendo valore alla progressiva costruzione di conoscenze, sollecitando il dispiego delle potenzialità di ciascuno, sostenendo la motivazione al continuo miglioramento a garanzia del successo formativo e scolastico.
Un vero compendio riassuntivo di docimologia, che sposta l’asse da una visione schematica, inquadrata da un numero per singola materia considerata globalmente, ad una dimensione fluida, riferita agli obiettivi di apprendimento per ogni disciplina delle Indicazioni Nazionali, individuati per classi parallele, presi in considerazione per il quadrimestre e contemplati nel Curricolo di Istituto.
Una nuova idea in cui si leggono sviluppo e cammino; una valutazione fatta non di soste ma di fermate, necessarie per fare il punto della situazione e ripartire con motivazione e consapevolezza; un percorso formativo che si ricalcola quando necessario, attraverso un navigatore pronto a ricostruire il viaggio se lungo la strada dovessero presentarsi ostacoli o impedimenti, che porteranno solo a deviazioni, non a involuzioni o, peggio, a rinunce.
LAURA DE ROMANIS Sono nata a Roma nel 1971 e sono docente di Scuola Primaria dal 1991. Attualmente lavoro e vivo a Viterbo. Mi sono dedicata per molti anni all'insegnamento dell'area logico - matematica e da tre anni, invece, sono docente di Italiano. Sono laureata in Scienze dell'Educazione con votazione 110 e lode e, seguendo le mie più grandi passioni culturali, ho conseguito due Master, uno in Dirigenza Scolastica e uno in Cittadinanza e Costituzione. Su quest'ultima tematica, ho realizzato progetti d'Istituto che hanno ricevuto notevole successo e ho elaborato materiali didattici pubblicati in un CD multimediale. Ho ricoperto vari ruoli all'interno della scuola, come Funzione Strumentale per il Ptof, per i rapporti con il territorio e per l'area dell'Inclusione. Attualmente sono Fiduciaria di Plesso.