La rubrica dell’Animatore digitale: la sicurezza in rete e i rischi delle note piattaforme delle comunità virtuali attraverso il foto sharing.

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Una recente indagine resa nota da una importante piattaforma digitale americana ha fatto emergere dati allarmanti su come l’utilizzo delle più famose piattaforme “Social”, considerate ormai delle vere e proprie comunità virtuali, possano risultare dannose per gli adolescenti; facebook, instagram e tik tok, che ad oggi contano oltre 500 milioni di utenti attivi distribuiti in ogni parte del mondo, sfruttano la tecnologia del photo sharing che rappresenta infatti uno strumento potenzialmente deleterio, in quanto causano un continuo confronto sociale che tende a generare ansia, stati depressivi e disagio tra i ragazzi.

 Da anni ormai si è sviluppato un acceso dibattito sugli effetti dei social, i quali – se utilizzati in maniera scorretta e poco sana possono generare problematiche da non sottovalutare, specie a fronte del fatto che sono i giovani a risentirne in prima persona, spesso in maniera evidente.

Fulcro di queste piattaforme web sono gli algoritmi, creati con l’obiettivo di alimentare interesse verso determinate tendenze, che possono incidere pesantemente su alcune persone più fragili di altre.

La notizia di questa indagine ha fatto molto discutere e ha evidenziato che a prendere coscienza del pericolo sono proprio le stessa società che possiedono le piattaforme virtuali che oramai sembrano aver completamente sostituito le relazioni sociali di comunità.

I social rischiano dunque di essere uno strumento di continuo “confronto sociale”: una sorta di paragone costante con modelli che utilizzano come solo metro di conversazione il confronto della propria immagine; in questo modo si rischia di veicolare il messaggio che nella vita per avere “successo” occorre incarnare un dato modello che punta alla perfezione fisica. 

Tutte le piattaforme social vedono infatti il continuo bombardamento di immagini perfette che appaiono nei feed e nella sezione “Esplora”, con effetti pesantemente negativi sui giovani che presentano già che presentano già problematiche legate ai disagi dovuti all’aspetto fisico, all’ansia, alla depressione e ai disturbi alimentari.

In un contesto di questo genere, le cosiddette piattaforme di comunità virtuali hanno si contribuito a ripensare le relazioni sociali con la resilienza pandemica, ma nello stesso tempo appaiono tutt’altro che d’aiuto. Tra i dati più rilevanti dell’indagine emergerebbe che oltre il 40% dei soggetti presi in esame che hanno dichiarato di sentirsi poco attraenti avrebbe specificato come tale sensazione sia stata amplificata dall’accanito utilizzo dei social; nello stesso tempo gli stessi adolescenti incolperebbero proprio i social per l’aumento del tasso di ansia e depressione, dato riscontrato e avvalorato anche da altri gruppi di ragazzi. La ricerca avrebbe altresì rilevato inoltre che gli adolescenti che hanno manifestato intenti suicidi ricondurrebbero tale atteggiamento proprio al loro utilizzo.

I nostri ragazzi vivono dunque una condizione psicologica continuamente fomentata dalla ricerca di “like” e “vanity metric” che, come ampiamente espresso dalla ricerca, genera ansia in particolare negli adolescenti, accompagnata da depressione, frustrazione e bassa autostima, con tutte le conseguenze del caso. Appare dunque più che opportuno informare su quanto queste piattaforme possano risultare dannose, specie per i soggetti potenzialmente più fragili, sensibili e insicuri.

L’intento non deve essere certo quello di mettere in discussione una piattaforma in particolare, ma semplicemente di evidenziare quelle che possono essere le conseguenze che l’utilizzo e il format di molti social possono comportare sugli adolescenti e il relativo impatto, sia a livello psicologico che fisico.

Si rende necessario pertanto mettere in atto una nuova tecnologia in grado di permettere agli adolescenti di tenersi alla larga da contenuti potenzialmente dannosi per la loro salute mentale pensando ad un sistema di controllo in grado di monitorare la visualizzazione di un certo tipo di contenuto che potrebbe nuocere, spingendo l’utente a guardare un contenuto diverso. Certo è che un utilizzo più consapevole, informato e adeguato al proprio ideale di condivisione può sicuramente rappresentare un modello, anche e soprattutto per i più giovani.

Occorre quindi una maggiore attenzione, informazione e consapevolezza nell’utilizzo delle piattaforme social, rendendole non solo uno strumento ludico, ma anche e soprattutto di crescita e arricchimento personale.

ALESSANDRO QUARANTA Nato a Manduria il 03 ottobre del 1980 Alessandro Quaranta consegue con il massimo dei voti il diploma del Conservatorio statale in chitarra classica nel 2004 presso il Conservatorio N.Rota di Monopoli e la laurea in discipline musicali nell'a.a. 2005/2006 presso il conservatorio T.Schipa di Lecce. Insegna nella Scuola statale dal 2006 e attualmente docente a tempo indeterminato presso l'I.C. di Scorrano collaboratore del DS amministratore di sistema e responsabile protocollo informatico della scuola dall'a.s. 2012/13. La sua carriera professionale è caratterizzata da numerosi master di perfezionamento nel settore musicale (da segnalare una produzione discografica del 2009 intitolata "Viaggio attraverso la musica del mondo" per quartetto di chitarre), nel settore della digitalizzazione e dematerializzazione della pubblica amministrazione.

 

 

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