I patti educativi di comunità sono venuti alla ribalta in questa stagione post covid che vede la necessità di riportare i giovani a scuola dopo un lungo periodo domestico, di fargli superare ansie e paure e di sconfiggere certi atteggiamenti di apatia, di passività o, al contrario, di aggressività.
Se di collaborazione con il territorio se ne è parlato già nelle riforme precedenti, come nel Regolamento dell’autonomia (DPR 275/1999) o con la legge 107/2015, che prevede la valorizzazione della scuola come comunità attiva e aperta al territorio, oggi la situazione emergenziale nella quale viviamo ci impone di guardare ai nostri giovani e di pensare a strategie atte ad aiutarli a sviluppare competenze utili e spendibili nella società contemporanea ed il piano estate con i suoi aiuti economici è stato e continua ad essere un trampolino di lancio per queste alleanze educative tra scuola e territorio
Ma se il territorio fatica a muoversi, e, per tradizione, per obiettivi diversi, la scuola può intraprendere un dialogo e un confronto partendo dalla propria offerta formativa e dall’analisi dei bisogni proprio del suo territorio, proponendo soluzioni in cui gli studenti siano protagonisti e attori del cambiamento
Questa attività che viene dalla scuola e va verso il territorio può diventare l’arma per combattere quel disamore verso lo studio, verso l’impegno quotidiano del venire a scuola che caratterizza molti adolescenti, aggravatosi con il lockdown.
Gli adolescenti hanno bisogno di sentirsi protagonisti e, nonostante paure ed insicurezze, se accompagnati verso il loro successo formativo con azioni concrete, possono allontanare lo spettro della dispersione, della disaffezione. Sicuramente bisogna vincere alcune resistenze, ma il successo è garantito.
In questa direzione l’istituto Milani ha intrapreso diverse collaborazioni con alcuni enti della provincia di Monza e Brianza che ha risposto con il cuore alle sollecitazioni della scuola e le attività sono cresciute nel corso degli anni.
Nel dettaglio, i comuni di Meda e di Seveso hanno saputo ascoltare le proposte che arrivavano dalla scuola, trasformandole in gesti concreti. I comuni hanno messo a disposizione spazi per allestire mostre, completamente organizzate dagli studenti e aperte alla cittadinanza, conferenze e attività di sensibilizzazione verso temi importanti come quello della violenza di genere, iniziative interamente gestite dagli studenti, che diventavano veri e propri protagonisti scoprendo un modo diverso di fare scuola, orgogliosi dei riconoscimenti ricevuti.
La collaborazione non si è limitata ai comuni, ma ha visto coinvolti i volontari di ANPI e quelli del FAI che hanno messo al servizio della scuola la loro esperienza e il loro tempo, i commercianti che hanno saputo accogliere le richieste di questi studenti, l’associazione “Amici dell’arte” per la valorizzazione dei beni del territorio.
Nascevano così le mostre “Amate nemiche, “Carne viva”, “Giannino Antona Traversi, poeta-soldato: dalle commedie brillanti al Cimitero degli Invitti a Redipuglia”, “Dietro una lettera”, “Non ci è stato regalato niente”, la campagna di sensibilizzazione “Io ho la maglietta e tu?” e il progetto “Guide per un giorno”.
Così, da questi gesti concreti, i veri compiti di realtà, i ragazzi sono in grado di comprendere quale contributo dà la scuola alla loro crescita e scoprono che ciò che imparano tra i banchi è spendibile nella vita di tutti i giorni, mentre dall’altra parte il comune e gli altri enti scoprono la scuola e ne richiedono l’aiuto, come per la realizzazione della cartellonistica della biblioteca in occasione dell’anniversario dei suoi 40 anni, o per la redazione di una guida sulle associazioni presenti nel territorio.
Oggi la collaborazione si fa più intensa perché, grazie ai finanziamenti del piano estate, vediamo il comune e la scuola pensare un progetto di service learning in tema di digitalizzazione: infatti, molti cittadini hanno la necessità di utilizzare i servizi digitalizzati, ma non ne hanno le competenze, mentre gli studenti che seguono l’indirizzo commerciale hanno competenze informatiche unite a quelle in scienze giuridiche ed economiche e potrebbero mettersi al servizio del territorio.
L’idea è quella di creare uno sportello dedicato all’interno degli spazi comunali per offrire un servizio ai cittadini, gestito dagli studenti che diventa un valore aggiunto sia per il Comune, sia per la crescita dei ragazzi, realizzando, così, il principio che al Milani sottende ad ogni progetto: “La scuola è vita, la scuola è società.”.
Roberta Maietti, milanese doc , laureata in lettere moderne , con la specializzazione in Comunicazione sociali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è docente di lettere dal 1990. Attualmente insegna all’Istituto Professionale di Stato “L. Milani” dove, dal 2001, ha ricoperto numerosi incarichi: Referente Progetto salute, commissione formazione classi, commissione orario, coordinatore di classe, Funzione strumentale all’inclusione alunni stranieri, Funzione strumentale all’orientamento, membro del CdI, esperto interno, valutatore e coordinatore Progetti Pon Fse, ed è, ad oggi, primo collaboratore del Dirigente Scolastico.