«Il Patto Educativo di Comunità non è solo uno strumento operativo, ma una visione di scuola»
G. Cannella ricercatore di Indire
I “Patti educativi di comunità”, introdotti dal “Piano Scuola 2020-2021” approvato con D.M. n. 39 del 26 giugno 2020, e finanziati con l’articolo 32 del DL 104/2020, sono una vera e propria strategia territoriale per affrontare la crisi, accentuata dall’emergenza sanitaria dovuta al SARS-CoV-2, avendo come orizzonte le direttive europee sul contrasto alla povertà educativa. La scuola, attraverso i “Patti educativi di comunità”, costruisce intorno a sé una comunità educante, coinvolgendo i diversi attori del territorio e diventa un luogo di partecipazione dove i cittadini supportano la propria scuola, che a sua volta, aiuta il territorio ad avere un progetto per il futuro. La partecipazione di persone del territorio, disponibili a offrire gratuitamente (in orario extrascolastico) tempo e competenze per promuovere la gestione condivisa del bene comune “scuola”, unita alla condivisione delle risorse di un territorio in termini di spazi pubblici e privati, sono elementi caratterizzanti tale cooperazione. L’obiettivo è la promozione dell’interesse generale mediante collaborazioni, in attuazione del principio di sussidiarietà di cui all’art. 118 della Costituzione; tali collaborazioni vogliono rovesciare le dinamiche di potere riconoscendo, ad ogni parte in gioco, di esprimere le proprie potenzialità all’interno di un percorso collettivo. La Scuola, in quanto bene di comunità, rimane sempre il referente principale del mandato che la Costituzione le ha assegnato. Tuttavia, non è lasciata sola nella sua responsabilità educativa ma è supportata da realtà pubbliche e private, oltre che per mezzo del patto di corresponsabilità educativa su cui si fonda l’alleanza Scuola - Famiglia. La scuola non è solo servizio scolastico, la costruzione del futuro dei nostri territori appartiene a tutti e si può realizzare solo attraverso un percorso partecipato che unisce la scuola e la comunità che abita e vive il territorio intorno alla scuola. Quando questo accade nasce la comunità educante. Nella scuola si incontrano le generazioni pertanto è un luogo privilegiato per la costruzione del futuro della nostra società.
I “Patti educativi di comunità” possono essere promossi tramite l’organizzazione di Conferenze di Servizi, aderendo ad una logica di sussidiarietà e corresponsabilità educativa (art. 14 della legge 241 /1990), all’interno di questa conferenza vengono vagliate le proposte di cooperazione e le modalità di realizzazione. La conferenza dei servizi è convocata anche dalle Istituzioni Scolastiche, così i Dirigenti scolastici si aprono al dialogo con gli enti territoriali, le Amministrazioni Comunali e le associazioni presenti sul territorio, le parrocchie, i genitori, gli operatori culturali, gli artisti, gli scrittori, le radio e tv locali. L’obbiettivo è quello di sollecitare la comunità territoriale verso l’ “I Care” , “mi importa, ho a cuore”, motto adottato da Don Milani e scritto all’ingresso della scuola di Barbiana, che riassume le finalità di cura educativa e di una presa di coscienza civile e sociale. Seguendo questo percorso si potrà fornire una visione unitaria ad un progetto pedagogico e didattico, legato soprattutto alle specificità e alle opportunità territoriali. È un’occasione di pluralità messa al servizio della Scuola, non solo per rispondere ai bisogni emergenziali del momento, ma per agire verticalmente su altre priorità come la povertà educativa, l’abbandono scolastico, la carenza di competenze digitali nelle scuole. I valori guida sono rinvenibili nell’impulso di Papa Francesco, attraverso la proposta di un evento mondiale che vuole “Ricostruire il patto educativo globale”, sulla base dell’esigenza di “ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione”. Mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna: il cambiamento, ha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti. È necessario costruire un “education village” dove, nella diversità, si condivida l’impegno di generare una rete di relazioni umane e aperte. Un’alleanza tra tutte le componenti della persona: tra lo studio e la vita, tra le generazioni, tra i docenti, gli studenti, le famiglie e la società civile con le sue espressioni intellettuali, scientifiche, artistiche, sportive, politiche, imprenditoriali e solidali. Il cammino comune deve muovere passi importanti: in primo luogo, avere il coraggio di mettere al centro la persona.
La Scuola del futuro riparte dunque dal territorio e dalla cooperazione con i soggetti impegnati nello sviluppo della comunità. L’obiettivo immediato è rispondere all’emergenza pandemica. Tuttavia, nel lungo periodo, i Patti educativi possono contribuire a costruire un ambiente in cui la Scuola è sempre più al centro della vita comunitaria, in grado di formare cittadini consapevoli e ridurre le disuguaglianze territoriali. “Patti Educativi di comunità” consentono di arricchire percorsi di istruzione non formale (learning by-doing) avvalendosi dei molteplici contesti presenti nella specifica realtà territoriale.
Il contesto pandemico e post pandemico ha spinto alla responsabilizzazione delle comunità rispetto all’educazione, con forme partecipative estese. «Il tema delle alleanze, in educazione, rientra nella “pedagogia della riconciliazione”. Le alleanze portano a definire un piano territoriale dell’offerta formativa, in cui musei, biblioteche, Terzo settore… si fanno partner della scuola nel rivederne il curricolo, valorizzando il bene locale o il capitale sociale del territorio». Il Patto Educativo di Comunità è lo strumento con cui tutto il territorio si mette al servizio della scuola, per arrivare dove la scuola da sola non ce la fa.
Il Patto educativo territoriale incarna uno dei quattro scenari che l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) a fine 2020, ha individuato per la scuola del futuro: «quello della scuola come learning hub, cioè un sistema formativo integrato e ampio. Ma il learning hub è tale solo se è luogo di partecipazione per tutta la cittadinanza, con la scuola che diventa centro civico, motore di cultura e di educazione per tutta la comunità. La condivisione nella scuola, come nella vita moltiplica le opportunità. La mia idea di scuola è quella di apertura totale verso il territorio, un territorio che ha tante ricchezze inesplorate che possono diventare nuovi ambienti di apprendimento. L’autonomia dà alle scuole l’opportunità di leggere interpretare e rispondere ai bisogni formativi del territorio. Attraverso la creazione dei Patti Educativi di Comunità è possibile realizzare sinergie per azioni comuni. L’opportunità di queste cooperazioni si prefigura come una governance rinnovata per favorire la crescita delle scuole e del territorio. La comunità si pone al servizio della scuola, ma anche la scuola al servizio della comunità. È necessario ripensare al futuro della nostra comunità territoriale attraverso la condivisione in rete di un progetto integrato al fine di rielaborare quei valori culturali e civili per contribuire alla trasformazione sociale e culturale della società. I cittadini di domani devono essere preparati a vivere nel mondo, e la scuola ha l’obbligo di ricercare gli strumenti per dare a tutti gli elementi culturali per vivere bene nel mondo. La governance esterna, con i Patti Educativi di Comunità, consente al dirigente scolastico di condurre la scuola in questa direzione.
“Camminando e lavorando insieme si sperimenta il grande miracolo della speranza:
tutto ci sembra di nuovo possibile"
Papa Francesco
Di Cianni Fausta. Docente di tecnologia presso la scuola secondaria di primo grado dell' IC Malvito e dell' IC Cetraro (Cosenza). Laureata in chimica e tecnologia farmaceutiche (UNIBO). Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biopatologia Molecare (UNICAL). Nel 2020 ha conseguito un master di II livello su " I processi strategici e gli strumenti operativi per la dirigenza scolastica".