RIFLESSIONI ESTEMPORANEE: ULISSE E’ MAI APPRODATO IN PARADISO? (Un viaggio per l’inclusione docente al fianco del discente)

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Ne la introduzione de “Il libro delle emozioni” J- P Sartre sosteneva che su di una terra ancora in parte sconosciuta, “l’emozione, ordinariamente considerata come un disordine senza legge, possiede un significato proprio, e non può essere colta in se stessa senza la comprensione di questo significato”.

 L’emozione è un viaggio e questo, benché appartenga, quale concetto, all’epica classica delle grandi opere trasmesse oralmente che di quelle emozioni vivevano nella narrazione stessa di canti erranti, consente all’umano di divenire esperto del mondo e dei suoi valori, di vizi e virtù, di conoscenza.

L’uomo percorre strade inesplorate, a volte solo apparentemente deserte e traccia, con le sue orme, il suo percorso conoscitivo che tanto si serve di quei talenti naturali ma pure delle esperienze che lo arricchiscono ma non ne cambiano l’essenza alla scoperta di sè attraverso i perigli marini.

E tra essi, il viaggio dell’ordinaria emozione di sè, resta tra le sfide più ardue di questo millennio. Esso si propone sotto nuove sembianze, prima tra tutte l’inclusione. che non è solo integrazione ma apertura a coloro che si sentono/sono reciprocamente estranei e tali vogliono rimanere nella nuova comunità accettante e d educante. 

Si tratta di un vero e proprio percorso verso una ibridazione culturale ove non c’è più lo straniero, l’altro in classe ma la classe si apre, dilata i suoi spazi angusti, diviene ambiente innovativo in cui, tutte le componenti che prendono parte al processo educazionale vivano il personalismo in quanto risveglio dell’uomo che conquista la sua libertà.

In tal senso aveva forse ragione J.J. Rousseau quando affermava che il vivere fosse l’unico mestiere che necessitava insegnare ai fanciulli e Ulisse che, per primo, è stato migrante disagiato a dover imparare l’arte di vivere. Ammaliato dal canto delle sirene che lo trascinano indietro nella sua storia personale tra ricordi e nostalgie, malinconia e pianto, deve puntare ad orizzonti altri e più alti che lo portino a levare il capo verso non solo la rinascita ma il suo totale  inserimento in quella società/comunità dalla quale ha sentito il bisogno iniziale di allontanarsi per superare la crisi dell’individualismo ed aprirsi criticamente al vero processo di accoglienza nella comunità che lo deve riconoscere sia da un punto di vista umanistico/psicologico che antropologico/strutturale.

Ecco allora che Ulisse è uno di noi. Lui, come noi, necessita di essere si inserito ma anche integrato ed incluso, giorno dopo giorno. Egli ha bisogno di accoglienza, amore, ospitalità per essere riconosciuto, apprezzato nella sua unicità. 

E la scuola? Noi docenti, genitori?

Ho avuto molteplici esperienze in merito sia in quanto docente che da sempre lavora con ragazzi difficili, sia in quanto madre di quattro figli due dei quali hanno mostrato nel loro percorso scolastico e non solo difficoltà in tal senso. Ebbene, devo ammettere, non sempre, purtroppo, prassi didattiche e normativa consentono percorsi di equa profilatura tali da permettere ai ragazzi di nutrire e perseguire sogni piuttosto che custodirli nei cassetti. Non sempre c’è riscontro tra il dire e il fare di molti che si occupano di pratiche educative. 

Basterebbe, forse, avere il coraggio di coltivare un nuovo capitalismo umano, una “nuova umanità” per dirla alla M. Nussbaum tale da consentire agli studenti tutti, talvolta anche a noi adulti, di maturare la consapevolezza delle cause e degli effetti delle diseguaglianze e delle esclusioni fondate sui pregiudizi della società, sulle fragilità e le paure nascoste di ciascuno di noi. Elementi, questi che puntualmente riversiamo sugli altri come atti liberatori di pesi assolutamente personali illudendondoci di risolvere questioni insidiose.

Basterebbe, forse, trovare invece solo il coraggio di avere a cuore l’altro come se stesso, prendersene cura, perchè la vita, altrimenti, non può sbocciare. 

Basterebbe guardare negli occhi i ragazzi che quotidianamente ci vengono affidati e leggere i loro cuori per tentare di comprendere le loro inibizioni. Purtroppo, però, in tanti, sono più assorbiti dall’assolvimento di questioni burocratico/amministrativo e hanno smesso di cercare la luce che brilla in fondo a sguardi ora vispi, ora assonnati, ora stanchi della vita prima di viverla.

Guardiamoci allo specchio, non possiamo sbagliare!

Lì troveremo noi stessi, il nostro volo, la felicità; riscopriremo l’altro e, come ha avuto modo di dire il prof. Sanguineti, ultimamente, se il viaggio di Ulisse è il viaggio dell’uomo; il raggiungimento del paradiso è il risultato di un viaggio a due (o più) basato sull’amore l’uno per l’altro.

Rossella Marino Laureata in Lettere Moderne, Scienze della Formazione primaria, Filologia Moderna con il massimo deivoti. Diversi Master di secondo livello relativi a profili, ruoli, compiti del DS; Master di primo livello L2 e CLIL. Ho ricoperto i seguenti incarichi: Referente di plesso, Funzione obiettivo/strumentale POF/PTOF, monitoraggio e valutazione, progettazione curricolare e continuità; Coordinatrice di classe; Responsabile di dipartimento (lettere); Referente per il Bullismo/cyberbullismo, Sicurezza e primo soccorso; Facente parte dello Staff DS; Tutor neo-immessi; Presidente commissione esami di stato; Collaboratore di presidenza; Esperto PON; Membro NIV e NEV; Formazione didattica disciplinare, organizzativa, gestionale e bilancio, linguistica (C1); Mediatrice culturale prima dell’entrata in ruolo nel 2006 (Docente scuola secondaria secondo grado, infanzia, secondaria primo grado - a tutt’oggi).

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