E’da decenni ormai che la lotta per gli stessi diritti civili tra uomini e donne ha preso campo sul nostro pianeta,anche se tutt’oggi permane un divario marcato.
A questo proposito l’Agenda 2030 insieme all’Onu si propone di raggiungere un grande traguardo ovvero l’affermazione dei diritti civili e della parità di genere oltre che il superamento di ogni forma di discriminazione che dà adito a ripercussioni sociali,quali la violenza sulle donne e di conseguenza la perdita di una indiscussa identità.
Pertanto il raggiungimento della parità di genere costituisce uno degli obiettivi del piano sullo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 ovvero l’obiettivo 5 che tra l’altro rimane trasversale a tutti gli altri obiettivi,considerata la centralità della questione femminile.L’obiettivo intende perseguire oltre il voler varcare il “muro”della discriminazione di sesso,anche il riconoscimento del lavoro domestico,la parità nei ruoli lavorativi e il poter avanzare nei ruoli dirigenziali.
Altro fondamentale traguardo riguarda il diritto all’istruzione e all’assistenza sanitaria,pertanto bisogna ricordare la trasversalità dell’obiettivo 5 con tutti gli altri obiettivi,in quanto i diritti delle donne coincidono con i diritti umani,inoltre si sottolinea la conferenza promossa dall’ONU a Pechino nel 1995 che ha visto la partecipazione di 30000 donne unite dallo stesso spirito combattivo,in questa sede è stata votata la Piattaforma d’azione che consente di vedere il mondo secondo una nuova prospettiva e cioè secondo una nuova prospettiva di genere.
Da ciò ne consegue un riconoscimento soggettivo dell’essere donna,potenziando l’identità e attribuendole maggiore potere,consentendole una partecipazione attiva alla vita pubblica e privata,rimuovendo ogni possibile ostacolo finalizzato all’affermazione del genere femminile.Perchè obiettivo 5? Il fenomeno è ancora dilagante e pertanto numerose sono gli enti di ricerca e di studio che ne analizzano le cause,per esempio la UN-WOMEN ha rilevato nelle radici strutturali l’origine dell’ineguaglianza tra uomini e donne.
In secondo luogo, altresì la famiglia patriarcale determina il ruolo subalterno della donna rispetto all’uomo e per continuare sulle origini della disparità,si guarda a quelle che sono le radici antropologiche da cui scaturisce una mentalità differente tra uomo e donna. Inoltre, il “Gender Snapshot 2019” in base alla condizione femminile nel mondo ha messo in evidenza che le donne in condizioni di estrema povertà e soggette alla denutrizione (specie quelle giovani con bambini a carico) sono maggiori rispetto agli uomini.
E’da considerarsi alto, in molti Paesi del mondo, sia il rischio di malattie sia la mortalità connessi alla gravidanza e al parto e per quanto riguarda l’istruzione 10 milioni di bambini sono esclusi dalla scuola primaria e dall’alfabetizzazione, le bambine sono 15 milioni.Inoltre le conseguenze dovute alle guerre e alle migrazioni ricadono in misura più grave sulle donne e sui minori e persino rispetto ai problemi ambientali le donne sono più vulnerabili.
Infine da non trascurare i femminicidi che sono in enorme crescita,in Messico gli omicidi sulle donne raggiungono il record di dieci casi al giorno e il Consiglio d’Europa ha intrapreso numerose iniziative a favore della lotta contro le donne.Con questi obiettivi è stata approvata la “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica”, detta “Convenzione di Istanbul”, sottoscritta nel 2011 da 34 Paesi, tra cui l’Italia, per i quali essa rappresenta una spinta a numerose iniziative legislative e governative.
Al traguardo della parità tra donne e uomini, già presente nel “Trattato istitutivo dell’Unione Europea” (detto “Trattato di Maastricht”, 1993), è finalizzato anche il “Piano d’azione sulla parità di genere 2016-2020”, adottato nel 2015, in cui è sottolineata «la necessità di realizzare pienamente il godimento, pieno e paritario, di tutti i diritti umani e le libertà fondamentali da parte delle donne e delle ragazze e il conseguimento della loro emancipazione e della parità di genere».
L’Agenda 2030 rappresenta un piano di sviluppo in ogni campo umano e con l’obiettivo 5 si prefigge di superare ogni ostacolo volto al raggiungimento dei pieni diritti delle donne,della loro libertà individuale e di espressione sia nei ruoli pubblici e sociali sia in quelli lavorativi,conseguentemente avere la possibilità di poter ottenere il rispetto pari ad ogni singola dignità di donna.
Spinelli Elena, docente di lettere,storia e geografia, presso il Liceo artistico U.Brunelleschi di Montemurlo (PO). Laureata in Pedagogia con 110/110 e lode presso l' ex facoltà di Magistero di Bari.Nata a Manduria(TA) il 28/11/1972 e trasferita i Toscana per motivi di lavoro.Abilitata in tutti gli ordini di scuola,entrata in ruolo dapprima nella scuola primaria,poi medie e infine alle superiori. Ho ricoperto diversi incarichi tra cui quello di funzione strumentale INVALSI. Pedagogista e componente direttivo ANPE-Toscana-Umbria.